Il Movimento 5 Stelle si trova in un delicato momento di trasformazione storica e conflitto interno. Dopo un calo elettorale significativo e l’approvazione di nuove riforme statutarie attraverso la costituente “Nova”, il movimento sta cercando di ridefinire la propria identità politica. Giuseppe Conte guida la “svolta progressista”, ma la rottura con il fondatore Beppe Grillo ha alimentato tensioni e dissensi, mentre un nuovo voto online potrebbe ridefinire il futuro del Movimento.
La Costituente “Nova”: addio al garante Grillo
L’Assemblea Costituente “Nova”, che si è svolta dal 24 al 26 novembre, ha rappresentato una svolta epocale per il Movimento. Gli iscritti hanno approvato l’abolizione del ruolo di garante, escludendo Beppe Grillo dalla struttura decisionale del partito. Questa decisione, definita da alcuni come un “grillicidio”, è il culmine di un conflitto latente tra Grillo e Conte.
Il leader Conte ha celebrato il momento con entusiasmo: “Il fuoco è vivo, non si è spento, M5S non sarà mai una timida brezza, ma un vento forte per cambiare il Paese”. Tuttavia, Beppe Grillo ha risposto ironicamente aggiornando il proprio stato WhatsApp con la frase: “Da francescani a gesuiti”, un chiaro riferimento alla trasformazione del movimento da ideale rivoluzionario a partito strutturato.
Un Movimento in cerca di identità e di rinnovamento
Le elezioni regionali hanno segnato un punto di non ritorno per il M5S. In Emilia-Romagna il partito ha raccolto solo il 3,5% dei voti, mentre in Umbria si è fermato al 4,9%. Questi risultati riflettono l’incapacità di radicarsi localmente e una strategia politica poco incisiva.
Conte ha attribuito la sconfitta a una mancanza di coesione interna, sottolineando la necessità di un rinnovamento.
La costituente “Nova” è stata la risposta a questo momento critico, puntando su un programma progressista e sull’autonomia del Movimento. Le riforme approvate includono l’abolizione del limite dei due mandati e la possibilità di alleanze politiche, purché basate su accordi programmatici chiari.
Conte ha dichiarato: “Non siamo più grillini, ma nemmeno contiani. Siamo progressisti di nuovo conio, del tutto originali, testardamente orientati a rimuovere i privilegi per pochi e realizzare le speranze e i sogni dei tanti”.
Il secondo voto online: lo scontro “statutario” tra Conte e Grillo
Nonostante il risultato della costituente, il conflitto interno non si è placato. Beppe Grillo ha richiesto un nuovo voto per riconsiderare le modifiche statutarie approvate. Secondo il fondatore, alcune clausole statutarie non sono state rispettate. La votazione, denominata #IoRiVoto, si svolgerà dal 5 all’8 dicembre 2024 tramite il sistema online SkyVote.
Il conflitto ha implicazioni profonde per il futuro del M5s. Conte ha ribadito che il Movimento “non si trasformerà in una “costola del Pd”, sottolineando la sua autonomia e l’impegno per una politica innovativa e vicina alle esigenze dei cittadini.
Grillo, dal canto suo, sembra intenzionato a riaffermare il suo ruolo di “garante” e non esclude un eventuale recupero del simbolo storico del Movimento, minacciando persino la sua estinzione per preservarne i valori originari.
A cui Conte ha risposto dichiarando in maniera netta e ferma che “Il simbolo è del M5S, non appartiene né a me né a Grillo”.
Conte ha reagito duramente, definendo questa richiesta un tentativo di sabotaggio: “Noi preferiamo ancora e sempre la democrazia, la partecipazione, la vostra libertà di scelta. Per questo, torniamo a votare sulla rete i quesiti sullo Statuto impugnati da Grillo”.
I punti centrali del voto
La ripetizione del voto mira a confermare le modifiche statutarie approvate dall’assemblea. Tra i temi centrali troviamo:
1. Il ruolo del presidente e degli organi di supporto.
2. La definizione del ruolo del garante.
3. L’eventuale modifica del simbolo del Movimento.
4. Il nuovo assetto del Comitato di Garanzia e del collegio dei Probiviri.
La votazione sarà cruciale per misurare la compattezza della base e verificare il sostegno al nuovo corso progressista. Tuttavia, il rischio di non raggiungere il quorum rimane concreto.
Il futuro del Movimento: tra innovazione e radici
La trasformazione del M5S non è solo un cambiamento organizzativo, ma una vera e propria battaglia identitaria. Conte punta a consolidare il Movimento come una forza progressista indipendente, orientata verso la giustizia sociale e la transizione ecologica. Il leader ha spiegato: “Essere progressisti significa non avere nulla a che vedere con queste destre, che mirano a conservare lo status quo chiudendo gli occhi sulle tante ingiustizie e diseguaglianze. Indipendenti significa che abbiamo una identità forte e chiara, una originalità non classificabile secondo categorie tradizionali”.
Nonostante ciò, una parte della base teme che il Movimento stia perdendo i valori originari, tra cui la democrazia diretta e l’orizzontalità decisionale. Alcuni esponenti storici hanno espresso preoccupazione per la “personalizzazione eccessiva” della leadership e il rischio di alienare i militanti di lunga data.
Verso un’identità definita: opportunità e rischi
Le prossime elezioni amministrative del 2025 rappresenteranno un banco di prova decisivo per la nuova linea politica. Conte ha sottolineato che il processo di rinnovamento non si fermerà qui, lasciando intendere ulteriori riforme.
“Il Movimento deve consolidarsi come forza politica strutturata e pronta a dialogare con altre realtà progressiste, lasciando alle spalle il populismo degli esordi”, ha dichiarato.
Tuttavia, le divisioni interne rimangono una sfida. Il nuovo voto rappresenta non solo una questione tecnica, ma un simbolo della battaglia tra il passato incarnato da Grillo e il futuro progressista guidato da Conte. Se il M5S non riuscirà a unificare le sue diverse anime, rischia di frammentarsi ulteriormente e di perdere rilevanza politica.
Il rivoto degli iscritti riassume perfettamente la situazione del Movimento 5 Stelle, diviso tra il passaggio di consolidamento del nuovo corso e le tensioni che attraversano la base e la leadership. Il cammino verso un’identità politica più definita è appena iniziato, e il ruolo di Conte sarà determinante per superare questa fase critica.
La posta in gioco è alta: la capacità di reinventarsi come forza politica rilevante nel panorama italiano.