“Il parere positivo della Soprintendenza è un parere e come tale va rispettato ma non determina nulla di definitivo, sul progetto del San Domenico sarà il Comune di Taormina a prendere la decisione finale. A me il progetto non piace ed anzi mi preoccupa molto”. Lo afferma il sindaco Eligio Giardina che così commenta l’avvenuto via libera dato dalle Belle Arti al progetto di ristrutturazione dell’hotel San Domenico Palace di Taormina. “Sarà la politica taorminese a decidere sul San Domenico – spiega Giardina – Io sono molto perplesso sull’impatto urbanistico che potrebbero avere questi lavori nei termini attuali in cui vengono previste le opere. Non sono un tecnico ma il Comune di Taormina prenderà posizione così come a suo tempo quando decise di non autorizzare il progetto del Castellammare. Il progetto dovrà arrivare in Consiglio comunale e sono convinto che non verranno consentite opere che possano avere un impatto paesaggistico“.
“Sul San Domenico di Taormina abbiamo valutato il progetto con la dovuta attenzione. Noi lavoriamo per tutelare la salvaguardia del patrimonio culturale, non è compito di una Soprintendenza valutare la compatibilità paesaggistica delle proposte progettuali con il metro dei fatturati e dei bilanci aziendali”. Così invece il soprintendente di Messina, arch. Orazio Micali, replica alle polemiche sulla posizione favorevole assunta dalle Belle Arti sul progetto di ristrutturazione dell’Hotel San Domenico ed anche alle contestazioni sollevate da Legambiente che ha chiesto maggiore tutela paesaggistica di Taormina. “Il San Domenico – afferma Micali – è un complesso “che per bellezza, antichità e valore, sia dell’edificio sia degli arredi, rappresenta un unicum nel panorama degli alberghi storici, essendo più un museo che una residenza di lusso, anche per le preziose collezioni di arredi sacri, ceramica, dipinti e così via che vi si conservano. Vorrei ricordare che lo scorso marzo la Soprintendenza di Messina, di propria iniziativa e senza altri supporti, ha dapprima individuato e poi bloccato l’asta che avrebbe consentito la vendita del patrimonio storico artistico presente nell’ex Convento, e sottoposto a vincolo di legge, e di poterlo portare via obbligando la casa d’aste a ritirare e correggere il bando di vendita già pubblicato sul proprio sito. Se i ricorsi intentati dalla Casa d’aste non dovessero essere accolti il patrimonio storico artistico dell’ex Convento potrà cambiare proprietario ma dovrà rimanere lì dov’é. Se dovesse andare come ci auspichiamo che vada saremo riusciti a impedire un’azione che avrebbe legittimato l’acquirente a portare a casa propria l’opera battuta all’asta”.
“La Soprintendenza di Messina – continua Micali – applica principi e le norme presenti nel Codice dei beni culturali e del paesaggio. Io rispondo dell’azione esercitata dall’Ufficio che dirigo dal 1 luglio 2016. Questa Soprintendenza non ha mai rilasciato tanti pareri negativi in materia di tutela e conservazione del paesaggio quanti ne sono stati rilasciati nell’ultimo anno e mezzo. La dovuta attenzione ha accompagnato la valutazione della compatibilità paesaggistica dell’elisuperficie realizzata per il G7 a due passi dal Teatro Antico e dalle ulteriori emergenze archeologiche, architettoniche e paesaggistiche. Anche in questo caso un’azione svolta in solitario che giorni fa ha trovato conferma nell’unanime voto negativo espresso dal Cru. Certamente dispiace, e non poco, leggere di licenziamenti o di messa in mobilità di lavoratori e maestranze. Noi lavoriamo per impedire spoliazioni, danneggiamenti e modifiche contrarie alla tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale“.