A Sciacca, nell’Agrigentino, dopo la notizia che almeno 40 randagi sono morti per aver ingerito cibo avvelenato distribuito da qualcuno per strada, adesso la vicenda allarma anche la politica.
Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, vuole istituire una commissione parlamentare che studi il fenomeno del randagismo, mentre il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, ieri è stata denunciata dall’Aidaa, per violazione della legge 281/91 in quanto “primo responsabile per il benessere dei randagi presenti sul territorio comunale e della loro salute ed incolumità”. Sindaco che – occorre ricordarlo – aveva anche subito minacce di morte.
“E’ un atto gravissimo di crudeltà gratuita in dispregio del mondo animale. Non è uccidendoli che si risolve il problema dei cani randagi. Per questo motivo, è necessario istituire subito all’Ars una commissione parlamentare che studi il fenomeno del randagismo e si faccia carico di trovare soluzioni concrete”. Così il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, che esprime anche solidarietà al sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, minacciata di morte: “Sono dispiaciuto e indignato per gli atti intimidatori subiti dal sindaco a cui esprimo vicinanza, perchè i primi cittadini oggi sono esposti nella trincea più difficile”.
Nei giorni scorsi Miccichè ha nominato un consulente, Giovanni Giacobbe, competente in materia di randagismo, che così commenta: “Affrontare il problema del randagismo, oggi vera e propria emergenza regionale, significa dare piena attuazione alla legge di riferimento 15 del 2000. Insieme con le principali associazioni animaliste, che hanno il polso reale del territorio, stiamo approfondendo ogni modalità di intervento, e tentando di recepire ed accorpare tutte le istanze di questi soggetti. Sarà l’occasione per tracciare il solco di una vera e propria rivoluzione culturale animalista e realizzare, anche in materia di tutela della salute pubblica, certezza di giuste regole e di altrettanti giusti diritti”.
Sulla questione interviene anche Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente (Leidaa): “Se davvero si vogliono impostare misure immediate e risolutive contro il randagismo dilagante in Sicilia, è indispensabile richiamare alle proprie responsabilità i soggetti cui le leggi vigenti affidano compiti evidentemente disattesi: i prefetti, i sindaci, le aziende sanitarie (Asp)”.
E intanto, sul fronte delle indagini gli investigatori stanno tentando di risalire agli autori di questo avvelenamento di massa, che ha indignato la città in provincia di Agrigento.
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