Dal punto di vista neuropsicologico i cibi afrodisiaci hanno influenza sul sistema nervoso
L’uomo ha sempre tentato di estrapolare dalla natura la sua essenza benefica, traendone i profumi, i colori, la perfezione e traducendo tali proprietà in sostanze attivanti e curative per migliorare le prestazioni sessuali e risvegliare gli impulsi istintuali.
Il termine “afrodisiaco” deriva dal nome della dea greca Afrodite, dea dell’amore e della passione e si riferisce, dunque, alla capacità di un ingrediente di esaltare o risvegliare il livello di eccitazione del sistema nervoso o livello di arousal (ci si riferisce anche all’eccitazione sessuale). Nei secoli sono state attribuite proprietà afrodisiache ai prodotti della natura più bislacchi: i romani pensavano che fossero afrodisiaci gli organi sessuali di asini, lupi, cervi, mentre, nel medioevo, si riteneva che il cervello di piccione riuscisse a stimolare il vigore sessuale. Ancora ai nostri giorni gli orientali attribuiscono qualità afrodisiache al corno di rinoceronte, ai testicoli di tigre, alle pinne del pescecane.
La mandragola è una pianta cui vengono attribuite proprietà magiche fin dal II millennio d. C.. La sua radice conterrebbe, infatti, potenti alcaloidi che produrrebbero allucinazioni e effetti di eccitazione psicomotoria, psichica. Il suo infuso era utilizzato nel medioevo per fare incantesimi d’amore.
I greci consideravano afrodisiaci le cipolle, il miele, le uova, i tartufi, i crostacei. Ovidio nella sua opera “L’Ars amatoria” parla dell’erba d’eruca, la rucola. Le donne romane preparavano con essa dei decotti che, a quanto sembra, funzionavano da potenti viagra. E chissà che tale informazione non possa ritornare utile ai clinici (o a mogli frustrate per inadempienze coniugali) come suggerimento naturale per risolvere problemi molto comuni di “pigrizia o stanchezza”. Dovremmo fare come gli antichi e affidarci a cibi e spezie per rendere più appetitosi i nostri incontri sessuali.
Casanova e Paolina Bonaparte sembra si nutrissero di ostriche prima dei loro appuntamenti sessuali. Cleopatra, invece, ammaliava i suoi amanti con pasta di miele e mandorle. Il marchese de Sade e Madame Duberry confidavano nelle proprietà dei tartufi.
L’insegnamento morale e scientifico che vorrei vi pervenisse è che cibi, pietanze, erbe, fiori influenzano il sistema nervoso sia con il loro sapore sia curandone la presentazione. Con le loro proprietà interagiscono con le funzioni e il metabolismo organico oltre che con la bioenergetica del corpo. In tutto questo assumono importanza fondamentale alcuni concetti: quello di ‘misura’,‘integrità’, ‘fisiologia’, ‘totalità’, ‘quantità’, ‘qualità’. Non ci sono regole che valgono per tutti quanto da personalizzare. L’ananas, per esempio, è un frutto ricco di sali minerali e vitamine. L’alto contenuto di bromelina regolerebbe efficacemente gli umori sessuali maschili, migliorandone la performance sessuale. Tuttavia può essere controindicato in taluni casi patologici (per es., in stati emorragici) per le sue proprietà fluidificanti. Per rendere terapeutico (o magico) l’impiego di sostanze, rimedi e alimenti occorre che tale somministrazione sia fatta da medici esperti (D. Arcari Morini, A. D’Eugenio, F. Aufiero).
Voglio salutarvi, oggi, con una ricetta studiata proprio per l’occasione (nell’immagine in basso). Attendo i vostri feedback! Arrivederci su ilSicilia.it!