Mentre nel centro destra si corre ai ripari, approntando la tesi che è stato tutto un malinteso costruito da “polemiche giornalistiche” come ha provato a sostenere Nello Musumeci leader di #diventeràbellissima dopo la dichiarazione di Miccichè ieri, il centrosinistra medita e riflette in silenzio, provando ad articolare un ragionamento unitario sul nome di Fabrizio Micari, Rettore dell’Università di Palermo.
E Crocetta?
Il governatore siciliano non ha lasciato passare il week-end invano.
A Trabia la direzione regionale del Megafono ha approvato un documento che fissa in 10 punti la linea di continuità tra presente e futuro dell’attività di governo dell’ex sindaco di Gela, che va avanti nella sua ricandidatura a presidente della Regione: “Il Megafono – si legge al primo punto- esprime la propria preoccupazione sul metodo scelto da alcune forze di maggioranza, rispetto alla candidatura del presidente della Regione. E’ prassi consolidata nel centro sinistra, che il presidente uscente venga ricandidato a meno di non trovarsi di fronte a fatti gravi, che rendano inopportuna la candidatura. Crocetta è il primo rappresentante del centro sinistra che dal 1946 in poi, ha vinto le elezioni con mandato popolare“.
E poi ancora il documento prosegue: “Il governo Crocetta ha risanato il bilancio, rilanciato la crescita e creato le condizioni per lo sviluppo di questa terra, non si può con un colpo di spugna cancellare quanto è stato fatto per tornare a mediazioni infinite, alla politica politicante, ai tragici riti del potere“.
Quindi l’affondo più o meno finale: “Il presidente della Regione deve essere scelto dai siciliani, non teleguidato da Roma. La Sicilia è chiamata ad esprimere la propria classe dirigente“.
Da domani si riparte. Sperando che da Roma per Crocetta non arrivino cattive notizie.