“Chito”, così lo chiamano soprattutto i giovani filippini, è sicuramente il candidato al Soglio pontificio che riscuote più successo mediatico. Sarà il suo essere sempre sorridente ed empatico, sarà che come Papa Francesco viene anche lui dalla fine del mondo, non c’è dubbio che il cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione – Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari,Gran Cancelliere della Pontificia Università Urbaniana eArcivescovo Metropolita emerito di Manila (Filippine) è il preferito dai media mondiali tanto che alcuni, grazie all’intelligenza artificiale, fanno già circolare sue foto sorridenti nelle candide vesti papali.
Nato a Manila il 21 giugno 1957, è ordinato sacerdote nel 1982 e a soli 44 anni, nel 2001, diventa vescovo di Imus per nomina di Giovanni Paolo II. Nel 2011, Benedetto XVI lo sceglie come metropolita di Manila e nel 2012 lo promuove cardinale di San Felice da Cantalice a Centocelle. Nel 2013 partecipa al conclave che elegge Francesco e probabilmente lo vota. Papa Bergoglio non ha mai nascosto la simpatia per il porporato filippino tanto che nel 2014 lo chiama a presiedere il Sinodo straordinario della famiglia. Nel 2019, gli affida poi il ruolo di prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e il primo maggio 2020 lo coopta tra i ‘cardinali vescovi’.
Tagle è un grande comunicatore, non solo perché parla fluentemente filippino, inglese, italiano, spagnolo e francese ma perché si trova molto a suo agio sul pulpito e davanti alle telecamere.
Vaticanisti e media lo considerano un bergogliano di ferro tuttavia non bisogna dimenticare le sue origini filippine, un paese dove il cattolicesimo è molto forte e tradizionale, una sorta di Polonia asiatica. Tagle, considerate le sue idee tradizionali e il suo innovativo approccio mediatico, potrebbe essere considerato un Wojtyla filippino, ovvero la carta adatta per quei cardinali che sognano una Chiesa alla riscossa, salda nella dottrina ma capace di utilizzare con profitto nuovi media e linguaggi per raggiungere più facilmente i fedeli in ogni parte del mondo e provare mobilitare nuovamente le folle delle Giornate Mondiali della Gioventù presiedute da Giovanni Paolo II.