Sorridente, occhiali da vista, camicia aperta. Accanto, un medico, forse un infermiere anche lui sorridente. Ignaro, come gli altri pazienti e il personale sanitario, che quell’uomo dall’aspetto anonimo e gentile era l’ultimo super latitante di Cosa Nostra: Matteo Messina Denaro.
Fa discutere una fotografia pubblicata oggi da La Verità e ripresa da media e social: un selfie con un operatore sanitario, impiegato probabilmente alla clinica “La Maddalena”, la struttura palermitana in cui il boss era in cura.
Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, non sembra preoccupato di scattarsi una fotografia con uno sconosciuto. Ma non solo. Abbandonati i “pizzini” di Totò Riina e soprattutto di Bernardo Provenzano, pare che la “Primula rossa di Castelvetrano”, non rinunciasse a scrivere whatsapp ai pazienti che erano in cura con lui. A testimoniarlo, un’intervista esclusiva di Tv2000.
“Faceva la chemio con me ogni lunedì, era una persona molto gentile”. Così dice una donna, in un video di Tv2000 anticipato dal Tg2000, che racconta di aver condiviso le sedute di chemioterapia con Matteo Messina Denaro all’interno della clinica privata “La Maddalena” di Palermo. “Ci sono anche mie amiche che hanno il suo numero di telefono. Lui mandava messaggi a tutti. Ha scambiato messaggi con una mia amica fino a questa mattina. Lei è ora sotto shock a casa”.
Al di là delle testimonianze e della veridicità dei selfie che circolano in queste ora ovunque, restano molti gli interrogativi attorno a una latitanza durata trent’anni. Una latitanza coperta dalla normalità e pienamente vissuta, almeno stando a quanto emerge dalle indagini e dalle inchieste giornalistiche e, in questo caso, anche dai social.
Un insospettabile pienamente calato nei panni di “Andrea”, una copertura talmente raffinata da non considerare rischioso un possibile riconoscimento da parte di chiunque avesse avuto la possibilità di postare una foto o un video potenzialmente visibile da milioni di persone (magistrati e forze dell’ordine compresi).
Le cronache spesso descrivono latitanze lussuose, tra abiti firmati ed orologi costosi, tra belle donne e viaggi. Di latitanze social, meno.
Insomma, si può essere latitanti e social? Forse sì. Anche senza una foto profilo aggiornata, anche se per 30 anni sei stato solo un fantasma, anche solo se fino a ieri di te c’era soltanto un identikit presunto.
Adesso che il boss di Castelvetrano ha finalmente un volto e chissà, se sfogliando la vostra gallery o quella di un vostro amico, non possa capitarvi un selfie, una foto di gruppo con Andrea, pardon Matteo.