La situazione della Sicilia rispetto al trend in crescita nazionale dell’e-commerce rispecchia in linea di massima la media italiana, tenendo anche conto del fatto che la pandemia ha rappresentato un fattore scatenante per lo slancio del commercio elettronico, anche nei territori meno inclini a questa pratica perché meno digitalizzati. La fotografia che emerge dai dati di diverse ricerche permette di delineare alcune tendenze emergenti nelle abitudini di acquisto dei siciliani, che riguardano alcuni settori in particolare.
Partendo proprio dai dati di Eurostat elaborati dal Centro Studi Impresa, una stima interessante riguarda la percentuale di acquirenti siciliani nel 2020, pari al 27,4 per cento su una media nazionale del 44 per cento, sebbene questo numero salga al 62 per cento se si considera la fascia generazionale inclusa tra i 24 e i 35 anni, sia in riferimento al consumo di prodotti che all’adesione ai servizi online.
A pesare è soprattutto l’ancora scarsa propensione alla tecnologia della popolazione più matura, anche se le percentuali di acquirenti tra i 55 e i 74 anni sono aumentate di almeno 10 punti rispetto al 2018. Segno che, forse anche per la contingenza imposta dal Covid, il divario tecnologico stia piano piano iniziando a colmarsi rispetto alle regioni del Nord.
Una conferma di questo sblocco verso il digitale proviene dai dati di alcune ricerche di settore, che, sebbene non permettano un’analisi completa ed esaustiva, sono comunque significative per interpretare il quadro di cambiamento in atto negli ultimi anni.
Stando alle stime del leader mondiale dell’e-commerce Amazon, la Sicilia, forte anche di un’intesa formativa con il colosso americano per la digitalizzazione e la valorizzazione delle pmi locali, sia tra le regioni italiane più attive sulla piattaforma, soprattutto per l’esportazione di beni made-in-Italy, venduti anche in Italia, oltre che all’estero: si parla di oltre 11 mila imprese attive e operative, ad oggi.
Il dato si riflette sulla crescente vitalità informatica della popolazione isolana, che parte dagli imprenditori e arriva fino ai singoli utenti, coinvolgendo altri comparti telematici, oltre a quello della compravendita di prodotti (su cui peraltro spiccano il food, l’abbigliamento fashion, e il design).
Ne è un esempio il settore farmaceutico a distanza, che ha visto un boom nazionale nel 2021, con l’autorizzazione a vendere online da parte del Ministero della Salute di 289 nuove farmacie, per un comparto in crescita media annua del 36,5 per cento (dati Farmakom). Il dato siciliano parla di 62 nuove attività online con autorizzazione ministeriale, tra farmacie e parafarmacie, in piena media nazionale, se si considera la tendenza generale all’e-commerce della regione.
La crescita di questo settore, di certo, è per sua natura strettamente connessa alle dirette ripercussioni delle ondate pandemiche, sia per il maggiore bisogno di farmaci che per la crisi economica, poiché le farmacie online ricorrono spesso a un marketing promozionale basato su coupon e codici sconto.
L’aumento di spesa in alcuni comparti piuttosto che in altri potrebbe essere dunque connesso a stretto giro agli effetti del Covid, che ha modificato profondamente bisogni e stili di vita di cittadini e consumatori.
Un altro dato rilevante a questo proposito viene dal mondo del gioco a distanza, visto che la Sicilia si è collocata tra le regioni italiane maggiormente interessate nella spesa in questo settore. I dati riferiti alle attività legali di gioco – dunque a quelle relative ai concessionari ADM – evidenziano una raccolta di 7 miliardi e 508 milioni di euro nel 2020, di cui 5 miliardi provenienti proprio dal canale online.
Anche in questo caso i numeri ufficiali si intersecano a diversi fattori determinanti, primo su tutti la chiusura temporanea delle sale terrestri, che ha allargato il gap tra il gioco fisico e il gioco online.
A ciò si deve aggiungere la proposta degli operatori a distanza, che ha cavalcato la migrazione dell’utenza aumentando gli incentivi al gioco, come le offerte di benvenuto e come i bonus casino senza deposito, ovvero quelli validi per provare le piattaforme senza aprire un conto e senza spendere denaro reale: tutte tecniche per attrarre nuovi clienti, e dunque non solo i giocatori abituali. Non è un caso che un italiano su tre abbia aumentato la propria attività di gioco durante la pandemia, mentre l’1 per cento delle persone ha iniziato a frequentare le piattaforme a distanza proprio in questo periodo.
La pandemia e i lockdown dopotutto, e questo vale a livello nazionale, hanno contribuito pesantemente a dirottare gli italiani verso l’intrattenimento online, ma anche verso altre attività che prima non erano abituali, e che hanno iniziato a prendere piede proprio grazie alla Rete.
Il food delivery, ad esempio, proprio in Sicilia ha raggiunto un dato di crescita interessante, seguendo il trend italiano generale. I dati nazionali riportano un’evoluzione significativa del comparto, chiaramente correlata alle chiusure forzate di ristoranti e bar, come anche alle difficoltà di spostamento della popolazione in periodo Covid: si parla di un aumento del 59 per cento tra il 2020 e il 2021, con una spesa di 2,9 miliardi di euro.
Quanto alla Sicilia nello specifico, secondo un’indagine del servizio Just Eat, a Palermo sono aumentati del 56 per cento i ristoratori presenti nel canale online, e operativi tramite l’apposita app. Di recente, inoltre, la startup spagnola Glovo ha acquisito l’azienda siciliana di delivery SocialFood srl, attiva nel territorio con oltre 300 partner.
Un investimento che sembra confermare le ottime performance dei servizi di cibo a domicilio nella regione, con buone prospettive per le attività lavorative dei rider e per i ristoranti del territorio.