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L’introduzione allo studio della lingua siciliana nella scuole era stata annunciata a maggio dall’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale Roberto Lagalla.
A distanza di qualche mese, ad anno scolastico ormai avviato, facciamo il punto della fase operativa che, si spera, dovrebbe entrare a regime a breve nei diversi ordini scolastici della Sicilia.
A tal proposito abbiamo chiesto a Ignazio Buttitta, docente alla Facoltà di Lettere e Filosofie all’Università degli Studi di Palermo dove insegna “Storia delle Tradizioni Popolari” e “Etnologia Europea” di prospettarci come si è arrivati alla definizione del protocollo.
“È stato enfatizzato l’aspetto linguistico – ci ha detto nella video intervista in professore Buttitta – tuttavia il processo normativo interessa gli aspetti legati alla storia e alla memoria di un popolo. E’ una scelta di grande importanza, l’introduzione allo studio del siciliano perché renderà consapevoli le nuove generazioni dello spessore culturale delle tradizioni che gli appartengono“.
“Se presto si potrà vedere concretizzato tale insegnamento – continua Buttitta – lo si deve al lavoro svolto negli anni dal Centro di Studi filologici e linguistici con il contributo de professore Ruffino, attività iniziata sotto il governo Lombardo, da cui si è partiti dal punto di vista metodologico e dei contenuti“.
La nostra identità è un’identità complessa e continua ad adattarsi confrontandosi con nuove culture, sottolinea ancora il professore, infine, prima di annunciare che “a brevissimo sarà data notizia della conclusione dei lavori e della redazione di un documento finale“.