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Per quanto oggi al carcere Ucciardone di Palermo siano attive politiche di rinascita, per i detenuti, che vanno dall’avvio di un pastificio, curato dall’imprenditore Giglio, che consente di fare la pasta con grano antico, o il recupero degli sgabelli che ora arredano le loro celle decorati con lo stile dei carretti siciliani e diverse altre attività che mirano a migliorare la qualità della vita della popolazione carceraria all’interno della casa di reclusione, purtroppo continuano ad esserci dei disagi strutturali e organizzativi che la direttrice Rita Barbera affronta quotidianamente cercando di far coincidere nel migliore dei modi le esigenze dei detenuti con chi lavora all’interno. Ma come ha osservato la dottoressa Barbera “le risorse non sono mai sufficienti“.
Inoltre, tra le diverse problematiche che si manifestano tra i detenuti vi è quello del disagio psichico tema caro al presidente dell’associazione Antigone Sicilia, Pino Apprendi secondo cui si dovrebbe pensare “A un carcere che può riabilitare e non a una discarica sociale“.