Sulla vicenda che riguarda l’estromissione del Catania dal campionato, nonostante la richiesta e l’insistenza dei curatori fallimentari per far giocare la partita di domenica contro il Latina, ha commentato Salvo Pogliese sul suo profilo Facebook.
“Sono stato molto combattuto, vista la mia attuale paradossale condizione, sull’opportunità o meno di intervenire sulle vicende che riguardano il Catania. Non potevo farlo con una procedura ad evidenza pubblica gestita dal Tribunale, per rispetto istituzionale nei confronti di chi aveva la responsabilità di capire, a norma di legge, se ci fosse anche solo una possibilità di salvare il titolo sportivo.
Per questo sono rimasto in silenzio, sperando, come ha fatto ogni tifoso; e come tifoso eletto dai Cittadini a rappresentarli ho provato un forte senso di disgusto di fronte alle vicende paradossali delle ultime ore”.
“Disgusto e nausea per l’assoluta mancanza di rispetto nei confronti della storia del Catania, della Città, della sua tifoseria, da parte di personaggi, è evidente, che questa storia non la conoscono e non sanno di quale materia sia fatta. Ho provato, quando potevo, a fare quanto in mio potere per sollecitare eventuali sponsor ad intervenire; ho alzato il telefono e ne ho convinti parecchi, ho messo mano al mio portafoglio, ho fornito tutto il sostegno possibile dell’Amministrazione a Joe Tacopina quando era a un passo dall’acquisire la Società”.
“Averlo fatto fuggire è stato un grave errore e le responsabilità ci sono, sarebbe inutile negarlo. Forse è tutto perduto, non sappiamo se si giocherà domani al Massimino, anche se questo splendido gruppo meriterebbe di finire la stagione, avendo dimostrato un attaccamento alla maglia commovente; se esiste uno spiraglio per terminare il campionato e riaprire una fessura per salvare il titolo sportivo, mi auguro non si lasci nulla di intentato”.
“In ogni caso far scendere in campo questi ragazzi, lasciare che raccolgano l’applauso della loro gente, della curva, dei tifosi, sarebbe comunque il modo per dimostrare un barlume di ritrovato senso di appartenenza, anche di fronte agli scenari peggiori.
Me lo auguro, di cuore, e non faccio più appelli accorati agli imprenditori etnei, perché forse se non hanno sentito fino a oggi il richiamo del cuore e della passione, non vedo perché dovrebbero avvertirlo adesso. Ne sarei, come tutta la Città, sorpreso e grato”.
“Finire la stagione può rappresentare la fine o un nuovo inizio: sarebbe, comunque, il giusto tributo a un gruppo di uomini veri, di ragazzi che hanno dimostrato più cuore e passione di molti altri. Ci auguriamo di vederli lì, al Massimino, anche per poter dire a chiunque che questa è Catania e il Catania non si tocca, al netto degli sciacalli e degli speculatori che sperano di brindare sulle ceneri di questo patrimonio di sentimenti forti. Forza, Catania”.