C’è stato un tempo nell’Italia e nella Sicilia del bipolarismo imperfetto, in cui il centrodestra, alle Amministrative, o vinceva a primo turno, o perdeva, quasi sistematicamente, tutti i ballottaggi. Uno dei casi che fecero scuola, rimanendo tra i precedenti storici, fu il secondo atto per l’elezione del presidente della Provincia nel 1996, quando, a distanza di due settimane dalla vittoria nettissima del centrodestra alle Regionali, fu l’ultima volta prima dell’elezione diretta del presidente della Regione del 2001, Mario Ferrara (FI) fu sconfitto da Pietro Puccio (recentemente tornato sindaco di Capaci) che divenne presidente della Provincia per il centrosinistra.
Oggi, a distanza di oltre vent’anni, il centrodestra siciliano, pur avendo riconquistato la postazione essenziale di Palazzo d’Orleans, è una coalizione da ricostruire che contende ai 5stelle il controllo sui territori. Ecco perché Messina, Siracusa, ma anche Partinico, il centro più grosso nel Palermitano, diventano strategici e baricentrici da portare a casa.
Se Cateno De Luca è ancora un incubo da esorcizzare nonostante l’ipotesi di accordo tra Navarra (Pd) e Forza Italia, via Genovese, a beneficio di Dino Bramanti, a Siracusa dovrà cominciare tutto da capo Paolo Reale arrivato a un’incollatura dal traguardo al primo turno. Il candidato del centrodestra paga un forte voto disgiunto, quasi l’80% dei voti, all’interno di una delle liste che lo sosteneva e adesso teme la rimonta del suo competitor Francesco Italia ex vicesindaco dell’uscente Garozzo su cui anche Fabio Granata ha dichiarato di volere convergere suscitando i malumori espliciti del presidente della Regione Nello Musumeci che si trova al momento al centro di unadelicata fase in cui convergenze e ipotesi di collaborazione (persino con i 5stelle sui rifiuti) rischiano di innescare reazioni a catena tutte da verificare.
Ma anche nei cespugli del centrodestra non mancano i problemi. A Partinico, dove ci sarà un ballottaggio trai due candidati più votati al primo turno a sancire il risultato tra 15 giorni. Si tratta di Maurizio De Luca (24,29%) e Pietro Rao (20,15%). Sul territorio è battaglia co FdI che chiede spazio e soprattutto che vengano rispettati gli accordi sanciti prima del voto.
A Ragusa, a guida pentastellata negli ultimi cinque anni, Antonio Tringali (22,67%) è costretto al ballottaggio con Giuseppe Cassì (20,83%) vicino a Fratelli d’Utalia. Un’altra sfida dai risvolti politici che non si limiteranno solo al capoluogo ibleo.