Un aiuto ai soggetti fragili. In particolare a chi è assegnatario di un appartamento popolare ma non è in grado di rimetterlo in sesto e renderlo quindi abitabilità. E’ questo l’obiettivo di “Facciamo Casa“, progetto lanciato questa mattina dall’assessore al Ramo Fabrizio Ferrandelli. La presentazione del programma è avvenuta nella sede dell’assessorato, in via Santo Spirito, a Palermo. Durante l’evento, l’esponente di Lavoriamo Per Palermo ha illustrato i dettagli del progetto, documentando una sorta di “caso zero“. Si tratta della ristrutturazione di un immobile che sarà consegnato alla famiglia assegnataria. Ai lavori hanno collaborato l’associazione “Idea e Azione”, l’Uepe (Uffici locali per l’Esecuzione Penale Esterna), nonché le società Partecipate Rap e Reset. Non sono però mancati i momenti di tensione. Durante la conferenza stampa, alcune cittadine inserite nella graduatoria per avere una casa popolare hanno protestato contro l’assessore, lamentando alcuni ritardi nell’assegnazione dell’alloggio.
Il progetto “Facciamo Casa”
L’obiettivo del progetto “Facciamo Casa” è quello di aiutare le famiglie in condizione di emergenza abitativa destinatarie di un immobile. Molto spesso capita infatti che questi nuclei non abbiano le risorse economiche per rimettere in sesto gli appartamenti. Aspetto sul quale interverrà il Comune. Fondamentale sarà l’apporto delle società Partecipate. La Reset si occuperà di eventuali diserbi, mentre la Rap effettuerà il ritiro dei rifiuti ingombranti presenti nelle case. “Questa azioni le facciamo con piacere. Ritengo che un’azienda pubblica deve avere una dimensione sociale – ha sostenuto durante la conferenza il presidente di Rap Giuseppe Todaro -. Partecipare a questo percorso è importante. Quando ci sono queste occasione, dare una mano è obbligatorio. Ben vengano questi progetti che portano ad una vivibilità fondamentale per una città come Palermo“.
Ferrandelli: “Intervento che promuove l’inclusione sociale”
Gli interventi di cui necessitano questi alloggi, di solito, riguardano piccoli interventi di imbiancatura delle pareti, controllo e implementazione dell’impiantistica elettrica e idraulica e, talvolta il reperimento di piccole donazioni, come avvenuto da parte della Caritas, per la dotazione dei primi arredi.
“Tutti questi interventi – sottolinea Fabrizio Ferrandelli – richiedono risorse e maestranze che affiancano quelle del Comune e delle aziende Partecipate. Quella che proponiamo oggi è una politica della casa che promuove l’inclusione sociale, la dignità e il benessere delle persone fragili, attraverso la collaborazione tra il pubblico e il privato sociale. Con “Idea e Azione”, infatti, grazie all’esecuzione penale, riusciamo a sfruttare il contributo dei ragazzi inseriti in un percorso di giustizia riparativa e di comunità che, con la supervisione di un tecnico dei lavori, possono aiutare chi è più fragile. Il mio grazie va a loro, per le opere svolte nell’abitazione che consegneremo oggi e agli operatori di Rap e Reset, che si sono occupati di portare via i vecchi mobili dismessi, oltre a ripulire l’alloggio e diserbare la parte esterna all’ingresso“.