Condividi
L'analisi del vertice al Quirinale

Il Consiglio Supremo di Difesa tra geopolitica e minacce ibride: le vulnerabilità della società digitale e la “guerra cognitiva”

martedì 18 Novembre 2025
Il Consiglio Supremo di Difesa

Il vertice del Consiglio Supremo di Difesa: l’Italia fronteggia la “guerra cognitiva” con un salto strategico

 

Ieri pomeriggio, 17 novembre 2025, al Quirinale si è svolto un vertice per la politica di sicurezza italiana: il Consiglio Supremo di Difesa, presieduto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per il governo sono presenti, oltre alla premier Giorgia Meloni, il vicepresidente e ministro degli Esteri Antonio Tajani, i ministri dell’interno Matteo Piantedosi, dell’economia Giancarlo Giorgetti, dello sviluppo economico Adolfo Urso e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, del ministro della Difesa Guido Crosetto e dei vertici militari.

Non si è trattato di un incontro di routine: sul tavolo non c’erano soltanto le tradizionali questioni di guerra, ma un tema nuovo— e potenzialmente critico — per la difesa del Paese: le minacce ibride con un focus particolare sulla dimensione cognitiva.

 

La convocazione del Consiglio, ufficializzata dal Quirinale, metteva già in chiaro l’importanza della posta in gioco. L’ordine del giorno, infatti, prevedeva l’esame dell’evoluzione dei conflitti in atto (soprattutto Ucraina e Medio Oriente), ma anche la valutazione delle minacce ibride con riferimento “alla dimensione cognitiva e alle possibili ripercussioni sulla sicurezza dell’Unione Europea e dell’Italia”.

Sergio-Mattarella

Al Quirinale, il Presidente Mattarella ha incarnato il ruolo istituzionale di convocatore, segnalando che la minaccia cognitiva è vista ai massimi livelli dello Stato come una questione centrale per la sicurezza nazionale.

Il suo gesto ha dato un chiaro segnale: non si tratta più solo di proteggere il suolo, ma anche “l’infrastruttura mentale” dei cittadini.

 

Giorgia Meloni

La premier Giorgia Meloni ha ribadito un sostegno saldo all’Ucraina: durante il Consiglio il suo messaggio è stato chiaro: l’Italia non intende abbandonare Kiev, e rimane parte attiva nelle strategie NATO e UE.

In parallelo, ha sottolineato la necessità di affrontare in modo serio le minacce “non convenzionali”: secondo fonti, ha dato il via libera all’analisi strategica su come la “guerra ibrida” possa influenzare non solo il fronte militare, ma anche quello della comunicazione e dell’informazione.

Guido Crosetto

Il ministro Guido Crosetto ha svolto un ruolo centrale nel vertice ha presentato al Consiglio un dossier dettagliato sulle attuali minacce ibride attribuite principalmente a Russia e Cina, elencando esempi concreti di cyberattacchi, campagne di disinformazione e pressioni politiche.

Crosetto ha lanciato l’allarme: “non si combatte più solo con i carri armati, ma con i dati, con le menti, con le percezioni”.

“Costituire un arma cyber civile-militare per combattere la guerra ibrida in corso attraverso un Centro per il contrasto alla guerra ibrida, la specializzazione delle Forze armate per l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale, la protezione ‘supply chain’, formazione anti-minacce cognitive e esercitazioni in attività cyber-elettromagnetiche”. È la proposta del ministero della Difesa contenuta nel ‘non-paper’ sulla guerra ibrida illustrato ieri al Consiglio supremo di Difesa.

“La guerra ibrida è continua e colpisce infrastrutture critiche, centri decisionali, servizi essenziali e la tenuta di ogni Paese, con rischi quotidiani e crescenti di danni catastrofici. Gli attacchi – condotti sul piano della disinformazione, della guerra cognitiva e nel dominio cyber – sfruttano la consapevolezza che ‘l’Occidente spesso sceglie di non reagire'”, si legge sul documento del ministro della Difesa Guido Crosetto

Secondo alcune fonti, il dossier sarà poi trasmesso al Parlamento.

 

Il comunicato finale del Consiglio Supremo della Difesa

 

“Il Consiglio ha confermato il pieno sostegno italiano all’Ucraina nella difesa della sua libertà. In questo senso si inquadra il dodicesimo decreto di aiuti militari. Fondamentale rimane la partecipazione alle iniziative dell’Unione Europea e della NATO di sostegno a Kiev e il lavoro per la futura ricostruzione del Paese”. Così il comunicato del Quirinale al termine della riunione del Consiglio supremo di difesa.

Fondamentale partecipare alle iniziative di Ue e Nato”
Il conflitto in Ucraina “ha mostrato una trasformazione nella condotta delle azioni militari soprattutto per quanto riguarda l’impiego di droni, che la Russia utilizza anche violando lo spazio areo della NATO e dei Paesi dell’Unione Europea. Se da un lato tali azioni hanno confermato la prontezza dell’Alleanza Atlantica, dall’altro evidenziano anche la necessità per l’Europa di adeguare le capacità ai nuovi scenari attraverso la definizione di progetti d’innovazione come quelli contenuti nel Libro bianco per la difesa 2030” si legge nel comunicato

“Inaccettabili gli attacchi israeliani al contingente Unifil”
Il Consiglio Supremo di Difesa dopo aver preso “in esame la situazione nel Sud del Libano, dove il quadro di sicurezza continua ad essere fragile, con perduranti violazioni della risoluzione n. 1701 del 2006” ha denunciato – come si legge nel comunicato finale – “il ripetersi di inaccettabili attacchi da parte israeliana al contingente di UNIFIL, attualmente a guida italiana”. “Anche in relazione alle decisioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU di concludere la missione UNIFIL – si legge ancora nella nota – resta ineludibile garantire la sicurezza della Linea Blu, favorendo l’incremento delle capacità delle Forze Armate Libanesi.

“Anche la Nato sia attenta alle minacce nel Mediterraneo”
“Il Consiglio valuta che le potenziali minacce derivanti da presenze ostili nel Mediterraneo meritino attenta considerazione anche da parte della Nato” si sottolinea nel comunicato del Quirinale

“L’Italia farà la sua parte anche addestrando la polizia palestinese
L’Italia è presente nell’assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza e farà la sua parte anche per l’addestramento delle forze di Polizia palestinesi, e nella partecipazione alle iniziative dell’Unione Europea e della comunità internazionale” afferma sempre la nota

“La pace solo con riconoscimento e realizzazione due Stati”
“Il Consiglio ribadisce che una pace duratura nella regione è possibile solo attraverso il riconoscimento e la realizzazione della soluzione ‘due popoli due Stati'” evidenzia il Quirinale

“Dalla Russia minacce ibride ai processi democratici”
“Il Consiglio ha affrontato il tema della minaccia ibrida proveniente dalla Russia e da altri attori stranieri ostili, quale sfida complessa per la sicurezza dell’Europa e dell’Italia nonché per l’integrità dei processi democratici”. Lo si sottolinea nel comunicato del Quirinale al termine della riunione del Consiglio supremo di difesa (Csd). “Il Consiglio – si legge ancora nella nota – ha evidenziato i gravi rischi di una minaccia in continuo incremento, basata sulla pervasività e diffusione di attività offensive fondate sulla velocità, sul volume e sull’ubiquità della tecnologia digitale, nonché sull’impiego malevolo dell’Intelligenza Artificiale”.

Italia impegnata per la stabilizzazione dei Balcani
“L’Italia rimane impegnata per la stabilizzazione dei Balcani, in cui emergono alcune forti tensioni bilaterali” conclude la nota

“Tenere alta la vigilanza contro gli attacchi cyber”
Il Consiglio Supremo di Difesa “ha condiviso la necessità, sottolineata anche in ambito europeo e dell’Alleanza Atlantica, di mantenere alta la vigilanza sulla tutela delle infrastrutture critiche nazionali, nella difesa contro gli attacchi cyber e nella dimensione cognitiva”. “Alle dimensioni tradizionalmente note – viene spiegato nella nota diffusa al termine della riunione – si aggiungono oggi anche il dominio spazio e la dimensione subacquea, due ambiti la cui importanza va crescendo in modo esponenziale. L’insieme di queste minacce rappresenta una sfida alla quale occorre reagire con necessaria tempestività e capacità, anche attraverso la definizione di nuovi strumenti”.

 

Le misure trattate al veritice: la strategia della nuova difesa

 

Il Consiglio Supremo di Difesa non è rimasto sul piano delle dichiarazioni: sono emerse linee concrete per rafforzare la sicurezza del paese nel futuro:

Sostegno all’Ucraina: è stato confermato l’invio di un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev. Il tema, infatti, riveste ancora un peso strategico nella visione difensiva dell’Italia.

Rafforzamento della cyber-difesa: Crosetto ha sottolineato la necessità di una struttura dedicata ai rischi ibridi, in grado di monitorare e rispondere non solo a minacce informatiche ma anche cognitive.

Educazione e resilienza della cittadinanza: il Consiglio ha indicato come imperativo sviluppare politiche di “resilienza cognitiva”, ovvero programmi per educare la popolazione a riconoscere la disinformazione e resistere alle manipolazioni.

Un quadro normativo aggiornato: si discuterà di proposte legislative per dotare le istituzioni di strumenti legittimi per intervenire contro attacchi cognitivi, pur preservando diritti fondamentali come la libertà di espressione.


Due elementi emergono con forza: da un lato, la consapevolezza che la difesa oggi non è solo un tema militare; dall’altro, l’impegno a rendere la società più consapevole e protetta.

Tuttavia, l’attenzione del Consiglio Supremo di Difesa al “campo mentale” solleva anche domande legittime. Anche se l’intento è esplicitamente difensivo, alcuni punti meritano un’analisi attenta:

Chi decide i limiti? Se lo Stato si dà la possibilità di intervenire sulla dimensione cognitiva, chi stabilisce i confini tra difesa legittima e potenziale controllo interno?

Trasparenza e accountability: quanto saranno pubblici i criteri che guideranno il monitoraggio delle campagne d’informazione o l’analisi dell’opinione pubblica?

Il rischio di normalizzazione: costruire una struttura di difesa cognitiva potrebbe, nel tempo, portare alla normalizzazione di una “sorveglianza informativa” che, pur inizialmente rivolta alle minacce esterne, potrebbe inclinare verso usi più ampi.

Il bilanciamento con le libertà civili: il contrasto alla disinformazione non deve diventare pretesto per limitare la pluralità di voci o per giustificare regole restrittive sull’informazione.

In altre parole: se da un lato è urgente difendersi dalle minacce esterne, dall’altro è fondamentale che le misure adottate restino ancorate a principi democratici chiari, con meccanismi di controllo e trasparenza ben definiti.

 

Minacce ibride e la nuova “guerra cognitiva”: cosa sono e perché ci riguardano

 

Per capire davvero cosa significa la “dimensione cognitiva” che il Consiglio ha messo al centro, vale la pena spiegare in modo semplice che cosa sono le minacce ibride e come la guerra cognitiva si inserisca in quel contesto.

Le minacce ibride combinano mezzi militari tradizionali con strumenti non convenzionali: pensiamo agli attacchi informatici, alla disinformazione, alle pressioni economiche o politiche. Non si tratta solo di colpire infrastrutture fisiche, ma di influenzare opinioni, comportamenti, decisioni.

La guerra cognitiva, in particolare, è una strategia che punta non tanto a distruggere, ma a condizionare le menti. E rientra nel panorama delle minacce ibride. Non serve un missile se puoi manipolare le credenze di un’intera comunità. Così, campagne epidemiche di fake news, messaggi sui social su misura, algoritmi che orientano le conversazioni, diventano parte di una battaglia strategica: quella per le percezioni.

Agenzia per la cybersicurezza nazionale

Questa forma di guerra è resa potente dalla tecnologia: oggi con l’intelligenza artificiale e i dati è possibile analizzare il comportamento degli utenti, capire cosa li motiva, e creare contenuti su misura per influenzarli. I social media diventano così veicoli per narrazioni che non sono casuali, ma costruite per disegnare mondo e consenso.

L’impatto sulla vita quotidiana è più reale di quanto si pensi:

Un post virale può non essere solo intrattenimento, ma parte di una campagna strategica.

Un articolo che sembra neutro potrebbe essere uno strumento di influenza.

Le decisioni politiche possono essere condizionate da narrazioni costruite ad arte per seminare sfiducia o divisione.

Esempi concreti non mancano: durante la guerra in Ucraina, secondo alcune analisi, attori legati alla Russia hanno usato bot, profili falsi e siti che simulavano testate reali per diffondere disinformazione. Secondo fonti di stampa, Crosetto ha portato proprio questi elementi al Consiglio.

Anche a livello europeo l’Unione ha segnalato campagne ibride prolungate che mirano a delegittimare istituzioni democratiche, influenzare elettorati e spingere narrativi polarizzati. Per il cittadino, i rischi sono concreti: erosione della fiducia, polarizzazione, interferenze nelle elezioni. Ecco perché la difesa cognitiva diventa strategica: lo Stato non può ignorare che, oltre agli aerei e ai droni, ci sono idee e percezioni che viaggiano sui social e dentro le menti.

Per rispondere, servono contromisure su più livelli: non solo tecnologie per monitorare le minacce, ma educazione civica digitale, meccanismi di trasparenza e strumenti legali che permettano di agire senza minare i diritti di base.

Il significato per l’Italia: una difesa moderna

 

Il vertice di ieri al Quirinale segna, a tutti gli effetti, una svolta. Non è più sufficiente pensare alla difesa come a una questione di soldati e armi: d’ora in avanti, la difesa dovrà pensare anche a come proteggere le menti, le narrativi, le convinzioni dei cittadini.

Costruire una strategia per la guerra cognitiva significa mettere al centro:

-Applicare contromisure preventive a difesa della società (non basta reagire, bisogna prevenire),

-la cooperazione internazionale (le minacce cognitive non rispettano i confini), investimenti in tecnologie avanzate,

-un quadro normativo che garantisca trasparenza e libertà.


Se tutto questo sarà messo in pratica con serietà e equilibrio, l’Italia potrà davvero dotarsi di un’arma difensiva nuova, pronta ad affrontare nuove armi tecnologiche e mentali del XXI secolo.

Dal Consiglio Supremo della Difesa emerge con chiarezza un messaggio: la difesa dell’Italia sta evolvendo. Non è più soltanto una questione militare, ma anche cognitiva, informativa, culturale.

Difendere il Paese significa oggi anche proteggere la sua anima, la sua capacità di pensare, di fidarsi, di decidere. Il vertice al Quirinale ha messo in campo l’idea che la guerra non è solo sul terreno, ma anche nella mente. E se la strategia sarà seguita da misure concrete, trasparenti e rispettose delle libertà, l’Italia potrà costruire un nuovo modello di difesa: solido non solo con i missili, ma anche con le idee.

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
BarSicilia

Bar Sicilia, grande successo per la nona edizione della Bte: ecco come concepire il turismo in chiave sostenibile CLICCA PER IL VIDEO

Ospiti della puntata n.340 il presidente nazionale di Confesercenti Nico Gronchi, il presidente di Assoturismo e Confesercenti Sicilia Vittorio Messina, il direttore di West Sicily Gate Antonio Corrao, l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e l’assessore comunale al Turismo Alessandro Anello.

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.

ilSicilia.it