Non sono mesi facili tra le mura dell’Ars. Malumori all’interno del centrodestra, la manovrina che ha tenuto, tiene e terrà banco ancora per molti giorni e i lavori in aula che, ad esclusione delle ultime due sedute di ieri e martedì, hanno faticato a decollare. Ma qualcosa sembra sfuggire ed essere passata sottotraccia. Stiamo parlando dei fondi Pnrr.
Già verso fine marzo era scattato l’allarme, con il presidente Schifani che aveva convocato a Palazzo d’Orléans assessori e dirigenti generali per affrontare le criticità riguardanti l’attuazione degli interventi finanziati dal Pnrr e dal Pnc. Ad oggi il quadro è abbastanza preoccupante tra ritardi e basse percentuali di spesa. Tra le misure che hanno riscontrato maggiori ostacoli ve ne è una in capo al Dipartimento dei Beni culturali: la tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale. Si tratta di circa 73 milioni di euro in bilico e che nelle condizioni attuali andrebbero totalmente persi. Insomma, un’occasione persa.
Tra i primi a lanciare l’allarme il deputato del Movimento 5 Stelle Adriano Varrica, che qualche settimana prima del vertice aveva presentato un’interrogazione indirizzata all’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato. L’esponente della giunta Schifani è stato così sentito in V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro.
Un’audizione che risale a circa un mese fa, ma solo nelle ultime ore è arrivata una risposta corredata da dati in grado di fotografare lo stato delle istanze e dei fondi impiegati.
Il quadro è tutt’altro che positivo.
Dove andrebbero destinati e come dovrebbero essere spesi i fondi
I 73 milioni previsti dal fondo Pnrr per la tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale altro non sono che contributi da destinare a privati per il recupero di insediamenti agricoli, fabbricati, manufatti e fabbricati rurali storici, colture agricole di interesse storico ed elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale.
Le scadenze però non sono state rispettate. Secondo quanto previsto, infatti, entro il 30 giugno 2023, data dunque già superata da circa due anni, è previsto per i progetti l’obbligo di assicurare l’avvio dell’intervento mediante le necessarie comunicazioni di inizio lavori ed entro fine 2025 la loro conclusioni. Dei 545 progetti ammessi al finanziamento, però, dal 2022, con la sottoscrizione degli atti d’obbligo coi beneficiari, a fine 2024 l’amministrazione regionale si stima sia riuscita a liquidare circa 50 progetti, per un importo stimato in un paio di milioni di euro. Ben al di sotto di qualsiasi aspettativa.
Scarpinato in Commissione e la risposta inviata dell’assessorato
Pochissimi sono quindi i “fortunati” che hanno ricevuto le anticipazioni richieste e la maggior parte dei privati in graduatoria ammessi al contributo attende ancora risposte.
Il motivo di tali ritardi? In sede di audizione, l’assessore Scarpinato e il dirigente del Dipartimento dei beni culturali e dell’Identità siciliana Mario La Rocca avrebbero parlato di mancanza di personale, causa principale delle pochissime anticipazioni. A questo si sarebbe aggiunto un importante numero di rinunce e i rallentamenti nell’avanzamento delle istruttorie legati agli adempimenti a carico dei beneficiari per l’erogazione degli acconti e dello stato di avanzamento dei lavori.
Come si apprende dalla risposta dell’assessorato, giunta a distanza di un mese dall’audizione, su 420 beneficiari, soltanto 282 hanno presentato richiesta di anticipazione o rimborso Sal.
Ad oggi sono 324 le istanze anticipazione e rimborso Sal/Saldo (226 anticipazioni e 97 SAL e 1 saldo). Sono 75 quelle liquidate (64 anticipazioni e 11 Sal). Ben 189 sono invece le istanze lavorate in attesa di integrazione documentale da parte dei beneficiari, mentre 29 quelle lavorate con decreto di liquidazione pronto. Sono così solo 3,4 milioni di euro, su 73, i fondi liquidati, con una spesa solo del 3,4%, ad appena 6 mesi dal termine previsto per il collaudo lavori.
Le procedure di liquidazione in atto sono sospese, in attesa della definizione delle procedure di riaccertamento ordinario delle somme da parte del dipartimento regionale del Bilancio. Intanto non si fermano le attività di verifica documentale per l’erogazione delle somme a titolo di anticipazione o rimborso delle spese sostenute, avviando alcune attività finalizzate a snellire l’iter istruttorio. Sono stati infatti avviati alcuni interventi volti ad efficientare le istruttorie e le successive fasi: lo snellimento e l’accelerazione dell’attività istruttoria; l’automazione nell’emissione dei decreti di liquidazione e dei mandati di pagamento; l’ottimizzazione del monitoraggio Regis; la governance e la riorganizzazione, con l’obiettivo di velocizzare e recuperare il ritardo accumulato sui target, introducendo misure organizzative per facilitare il processo di digitalizzazione.
Ma la realtà appare più complessa e articolata. Per rientrare nei piani l’assessorato dovrebbe predisporre 600 provvedimenti in 6 mesi, che corrisponderebbe ad un incremento della propria produttività di 8 volte.
Varrica: “Scenario disastroso”
“La risposta del Governo Schifani alla nostra interrogazione ha confermato uno scenario disastroso: la spesa è al 3,4% quando mancano 6 mesi al termine previsto per il collaudo lavori in quanto risultano liquidati solo 3,4 milioni su 73. Meno di una richiesta su quattro di pagamento da parte dei beneficiari è stata esitata dalla Regione. Peraltro le procedure di liquidazione sono al momento bloccate, sembra per questioni contabili“. A denunciarlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Adriano Varrica.
“Dopo il deposito dell’interrogazione – ha aggiunto Varrica – lo stesso presidente della Regione ha dovuto riconoscere pubblicamente il ritardo incredibile su questi 73 milioni del Pnrr e sono stati proposti una serie di interventi di snellimento burocratico per attività istruttoria, liquidazioni e pagamenti. Al netto delle soluzioni presentate dal Governo regionale, facendo una stima del tutto riduttiva (1 SAL e 1 saldo per ogni anticipazione già richiesta), riesce difficile credere che l’assessorato possa predisporre 600 provvedimenti in 6 mesi quando finora ne ha esitati 75 e quindi incrementando la propria produttività di 8 volte. Ricordo inoltre che il target fissato per la Regione dal Pnrr è di 511 progetti. Risulta evidente che, visto lo stato dell’arte attuale, sembra irrealistico raggiungerlo entro il 31 dicembre 2025. Ho insistito con l’assessore Scarpinato nel rilanciare le interlocuzioni col Governo Meloni per avere una proroga. Mi è stato assicurato che lo faranno“.
“Spero sinceramente – ha concluso il deputato pentastellato – che non si verifichi uno scenario, che ho peraltro rappresentato in Commissione, chiedendo chiarezza (e senza essere smentito). Se a fine anno il target non venisse raggiunto, i 73 milioni verrebbero meno dal Pnrr della Sicilia? Sia chiaro che per fortuna per i beneficiari in tal caso non cambierebbe nulla, non ci sarebbe alcun rischio di restituzione delle somme, ma la Regione si troverebbe a dover reperire qualche decina di milioni di euro per un bel debito fuori bilancio. Di certo continueremo la campagna di monitoraggio di questa misura e in autunno convocheremo in Commissione il Governo Schifani per avere risposte aggiornate“.