Dai pesci tossici alle alghe infestanti, sono più di 830 le specie invasive segnalate nel Mediterraneo di cui circa 600 vi si sarebbero stabilite in modo permanente.
Lo afferma Legambiente in una nota, ricordando la recente comparsa di un granchio tropicale (Percnon gibbesi, originario delle coste atlantiche americane) nelle acque di Portofino a metà luglio. L’associazione, inoltre, richiama una stima dell’Ispra secondo cui almeno 42 nuove specie ittiche sono state osservate nei mari italiani. A preoccupare, osserva Legambiente, “è la veloce espansione geografica del pesce scorpione (Pterois miles), originario del Mar Rosso”, di cui “un individuo è stato osservato lungo le coste siciliane” e che può pungere in modo doloroso.
Altra specie “potenzialmente pericolosa è il Lagocephalus sceleratus o pesce palla maculato, di origine tropicale altamente tossico al consumo, che ha invaso buona parte del bacino levantino, creando seri problemi ecologici, economici e sanitari in paesi come Grecia, Cipro, Turchia, Libano, Israele, Egitto, dove si sono registrati diversi casi di intossicazione alimentare, alcuni dei quali letali”. Recenti segnalazioni, aggiunge Legambiente, “sono pervenute dalla costa meridionale della Sicilia, dalla Puglia, dalla Croazia e dalla Spagna. Altre specie invasive sono il pesce flauto (Fistularia commersoni) e il pesce coniglio (Siganus luridus) e le alghe Caulerpa cylindracea e Lophocladia lallemandii, che possono provocare impatti severi sugli habitat naturali o lo ctenoforo Mnemiopsis leidyi, che può avere seri impatti per la pesca”.
Il prossimo 8 settembre, conclude Legambiente, entrerà in vigore la convenzione dell’Organizzazione Internazionale Marittima (IMO), un’agenzia specializzate delle Nazioni Unite, che renderà obbligatorie misure come il trattamento delle acque di zavorra.