Dal 2010 a oggi l’università e la ricerca hanno sempre più annaspato per rimanere a galla: riforme, tagli e stravolgimenti hanno fatto a pezzi il sistema di educazione superiore, riducendo i ruoli disponibili e precarizzando quelli già esistenti.
Con il disegno di legge sulla riforma dei pre-ruoli proposto dal ministro Anna Maria Bernini e gli ennesimi tagli al Fondo di finanziamento ordinario previsto dall’ultima legge di bilancio – circa mezzo miliardo di euro – la situazione pare aggravarsi ulteriormente. Terzo punto, non per importanza, che completa il già difficile quadro, è il blocco del turn-over che rischia di congelare l’università italiana andando a ridurre il personale, causando l’espulsione di molti precari e bloccando di fatto la progressione delle carriere.
Questa prospettiva, ça va sans dire, ha provocato mobilitazioni negli atenei di tutta Italia, con proteste e scioperi. Anche l’Università degli Studi di Palermo ha risposto alla mobilitazione: oggi, 4 dicembre, il Cuir (Coordinamento universitari in rivolta) ha convocato un’assemblea nell’aula Cocchiara dell’edificio 12, storica sede della facoltà di Lettere, riunendo studenti, ricercatori e professori per far fronte ad un problema comune.
“Quest’assemblea nasce nell’ambito di una mobilitazione – ci spiega Alessio Collura, membro del Coordinamento – che già ci ha visto partecipi allo sciopero generale del 29 novembre e punta a far rete con la comunità cittadina, ma anche con altre assemblee e realtà universitarie che stanno cercando di dar voce ai problemi dell’università. Nello specifico quest’assemblea è una tappa di confronto per cercare di capire cosa possiamo fare di concreto adesso e per misurarci con questi problemi che provengono “dall’alto” e cosa possiamo fare invece noi “dal basso” per offrire una chiave di lettura diversa, che sia a vantaggio della ricerca, dell’università e della qualità degli atenei statali”.
Il Cuir ha anche avviato un dialogo con il rettore d’ateneo Massimo Midiri, per cercare di tamponare gli effetti che la riforma e i tagli potrebbero avere sul sistema universitario.
“Abbiamo incontrato il rettore – racconta Filippo Pellitteri, anch’esso membro del Coordinamento e segretario nazionale dell’Associazione dei Ricercatori a Tempo Determinato – per richiedere che gli organi collegiali di ateneo si esprimano contro tre punti fondamentali: contro i tagli all’Ffo, contro la riforma Bernini sul pre-ruolo e contro il blocco del turn-over. Speriamo che questa richiesta venga presa in considerazione e siamo fiduciosi sulla discussione di una possibile futura mozione”.