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I trentaduesimi di finale

Il Palermo strappa il pass per la Coppa Italia, ai rigori decisiva la parata di Bardi su Johnsen

sabato 16 Agosto 2025

Il Palermo si qualifica ai sedicesimi di Coppa Italia. Buona, ma senza gloria, la prima gara ufficiale di Filippo Inzaghi alla guida della panchina rosanero. Il club di viale del Fante supera la Cremonese solo ai rigori. Allo stadio Zini di Cremona, il match non regala particolari emozioni, chiudendosi a reti inviolate al novantesimo minuto. Pochi tiri in porta, ma prestazione comunque soddisfacente, soprattutto nella gestione del possesso palla, in vista della prima di campionato contro la Reggiana. A stabilire la formazione vincente è stata la lotteria dei rigori. Decisiva la parata di Bardi su Johnsen. I siciliani passano così l’ostacolo dei trentaduesimi e nel prossimo turno affronteranno la vincente di Udinese-Carrarese.

Palermo-Cremonese 0-0

Inzaghi si affida al 3-4-2-1 e fa i conti con le assenze. Agli infortuni di Gomis, Magnani e Di Francesco si è aggiunto nelle ultime ore anche Gomes, fermato da un affaticamento muscolare accusato in allenamento. Tra i pali esordisce così l’ultimo arrivato Bardi. Pochi dubbi in difesa, con il trio composto da Peda, Bani e Ceccaroni. Numeri contati invece a centrocampo, considerando anche la squalifica di Vasic. A sbaragliare la risicata concorrenza sono alla fine Segre e Ranocchia. Quinti Pierozzi, a destra, e Augello, a sinistra. Nuovi esperimenti anche in attacco, con il tuttofare Gyasi e Le Douaron alle spalle di Pohjanpalo. Panchina per Brunori, che per l’occasione cede la fascia di capitano al numero 8.

Avvio equilibrato e caldo nel manto erboso di Cremona. Pochi rischi e tanto tatticismo per entrambe le compagini, che proprio nella serata post Ferragosto hanno inaugurato la stagione calcistica 25-26. Il club di viale del Fante non soffre particolarmente il pressing della coppia De Luca-Bonazzoli. A dettare legge sono i tempi dettati e imposti da Bani. In evidenza anche la prestazione di livello di Pohjanpalo, decisivo centroboa nella metà campo grigiorossa e dalle cui sponde sono nati gli spunti migliori dei siciliani. Lampi che, però, non sono mai riusciti a concretizzarsi, divenendo evanescenti a ridosso dell’area di rigore. Neanche l’imprevedibilità dei frequenti scambi di posizione tra Le Douaron e Gyasi, complice la superiorità fisica di Baschirotto e Bianchetti, riescono nella buona riuscita dell’arrembaggio rosa.

Se il Palermo non brilla, non di meno sono i lombardi. Prese le misure, la formazione rosanero si impone per gamba a centrocampo, soprattutto grazie alla falcata e il pressing di Segre, molto partecipate anche in fase offensiva. Meno incisivo, ma pulito e ordinato, Ranocchia. Acciuffato il dominio del centrocampo, l’undici di Inzaghi prova ad impadronirsi delle redini dell’interno gioco. Per assistere al primo tiro importa bisognerà però attendere fino al terzo minuto del recupero. Il potente destro di Gyasi costringe Audero ad intervenire, alzando le barricate e allontanando il pallone. 

L’incubo infortuni si abbatte anche su Peda, costretto ad uscire, al quarantatreesimo, per una botta al ginocchio dopo lo scontro con Pezzella, e non riuscendo così a chiudere il primo tempo. Al rientro dagli spogliatoi il club di viale del Fante gestisce meglio il giro palla, conquistando minuto dopo minuto sempre più centimetri. A ridosso del sessantesimo Nicola prova a far uscire i suoi uomini dall’impasse iniettando nuova linfa, con una triplice sostituzione. Dentro anche il grande ex del match Vazquez. I palermitani mettono il piede sull’acceleratore, ma gli sforzi risultano vani. La Cremonese resta in piedi e regge l’onda d’urto. Quattro minuti più tardi tocca a Inzaghi sfoderare i primi cambi: fuori Gyasi e Pohjanpalo, dentro Palumbo e Brunori. Ad un quarto d’ora dal termine il restyling dell’attacco prosegue con l’ingresso di Corona per Le Douaron. Spazio anche per Blin al posto di Ranocchia. Ottimo impatto per il giovane classe 2004, in duello fin da subito con Baschirotto.

Il primo vero brivido del match arriva al settantanovesimo. I rosanero accarezzano la rete del vantaggio con la perfetta parabola di Augello, che pesca nella mischia in area Segre. Il numero 8 manca però la zampata, sfiorando di un soffio il pallone. La stanchezza inizia a pervadere gli uomini di Inzaghi nei minuti finali. Anche la difesa, ordinata e solida per novanta minuti, concede fin troppi spazi ai grigiorossi.

I rigori

Al termine dei cinque minuti di recupero, giunge il triplice fischio del direttore di gara Zanotti, che dà ufficialmente il via ai rigori. Per il Palermo a segno Brunori, Palumbo, Corona, Augello e Ceccaroni. A regalare la qualificazione ai sedicesimi è la parata di Bardi su Johnsen, dopo la striscia positiva con Bondo, Vazquez, Floriani Mussolini e Terracciano.

Inzaghi nel post gara

Eravamo in un campo di serie A e sono felice della partita che abbiamo fatto, potevamo vincere anche prima dei novanta minuti“. Ha dichiarato al termine del match il tecnico Filippo Inzaghi.Siamo stati squadre – ha aggiunto – e abbiamo lottato. Sono soddisfatto e giocare così contro una squadra di serie A è di buon auspicio“.

Il tecnico piacentino ha allontanato qualsiasi merito ed ha attribuito i risultati ai propri uomini: “Io non basto, provo a portare forza e determinazione e a far amare questo sport ai ragazzi. Provo a fargli capire che abbiamo un pubblico e una società di un altra categoria“.

Rosa favoriti? “Ogni anno diciamo che il Palermo è la favorita. Bisogna tenere i piedi per terra. Sono arrivato da poco, ma l’atteggiamento è già quello giusto. In questo mese di lavoro ho lavorato soprattutto nella fase di non possesso. Recuperare palla nell’area avversaria non è facile e ho lavorato tanto su quello. Già contro il Manchester City avevo visto qualcosa ed ero rimasto soddisfatto. Con la palla tra i piedi siamo tra le squadre più forti, ora dobbiamo esserlo anche senza“.

Sono felice del lavoro che faccio – ha dichiarato Inzaghi – la categoria non mi interessa. Vado dove mi sento desiderato e dove mi fanno lavorare. Bisogna trovare la società e l’ambiente giusto. Spero che Palermo sia il mio punto di arrivo per costruire qualcosa. La gente mi ha accolto in maniera inaspettata, non ho fatto nulla e già sento questa fiducia. Io non mi invento nulla, la fortuna degli allenatori la fanno i giocatori, ma noi dobbiamo essere bravi a non fare troppi danni“.

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