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La trentasettesima giornata

Il Palermo tira il freno a mano, a Cesena mancano fame e cattiveria: 2-1 al Manuzzi

domenica 4 Maggio 2025

Due occasioni, due gol e la parola d’ordine che fa la differenza resta sempre la stessa: fame. Così come contro il Sudtirol, il Palermo sembra essersi adagiato fin troppo sugli allori, perdendo grinta e determinazione. A Cesena va così in onda lo stesso copione.

In terra romagnola termina 2-1 il match del trentasettesimo turno di campionato. I playoff tornano in bilico, grazie anche ai risultati di giornata. Le risposte non sono delle migliori, con tre sconfitte nelle ultime quattro uscite. Gli avversari sono alle spalle e lo stato di forma fisico e mentale dei rosa preoccupano più che mai.

Tra infortuni e turnover Dionisi ne cambia sei. L’undici titolare al Manuzzi vede così stravolta la retroguardia siciliana. Se Nikolaou riacciuffa la maglia dal primo minuto per sopperire l’assenza di Ceccaroni, a causa di una distorsione alla spalla, Diakité riabbraccia il suo ruolo naturale dopo vari tentativi lungo la fascia destra. Turno di riposo dunque per Baniya. Ad affiancare Gomes a centrocampo, per l’occasione capitano, Ranocchia. Mentre riconquista il posto di quinto Pierozzi. Rivoluzione anche in attacco, dove a supportare Pohjanpalo questa volta sono Verre e Le Douaron. 

Un giro di casacche che, almeno nella prima mezz’ora di gioco, non influisce sulla prestazione del club di viale del Fante. L’avvio non è segnato da ritmi serrati, ma fin dai primi minuti gli ospiti tengono in mano le redini del match, occupando con buon palleggio e giro palla la metà bianconera, con Gomes perno e cervello della formazione e rosa e il bomber finlandese centroboa. Dalle sponde dell’ex Venezia nascono le azioni più insidiose, capaci di mandare in tilt la squadra di Mignani e innescando le fasce. Buoni gli inserimenti e le intenzioni di Le Douaron, più sottotono Verre. Dal numero 26, insieme a Pierozzi, nascono primissime conclusioni più piccanti.

Nonostante una buona occupazione del manto erboso, il Palermo fatica comunque all’interno dell’area piccola romagnola, con poca determinazione e scarse idee. E anche la chance di poter pescare il vantaggio e provare così a dare una svolta alla sfida viene cancellata dal var. Ad annullare tutto, al ventitreesimo è la posizione dell’ex Brest, partito in anticipo sulla punizione battuta da Ranocchia. Il numero 21 non demorde e al rientro dal cooling break, sfrutta il lancio lungo di Nikolaou per sorprendere Klinsmann, ma il pallone termina dolcemente tra le sue braccia.

La beffa arriva sette minuti dopo. Da corner il Cesena sfrutta al massimo l’unico tentativo di tutto il primo tempo. Prestia spizzica, Calò, con il piattone destro, imbuca: 1-0. Il grave errore in marcatura di Ranocchia macchia così la prestazione impeccabile della difesa rosanero, che nonostante i rimaneggiamenti dimostra caparbietà, sicurezza e solidità.

I siciliani vanno a caccia della rete del pari. Il lungo recupero è al cardiopalma. Un palo di Le Douaron e un rigore sbagliato da Pohjanpalo: la porta dell’estremo difensore statunitense sembra stregata. Allo scadere del quarto minuto Pierozzi riesce nell’impresa e riscrivere il tabellino. Ancora sotto effetto dell’adrenalina per la parata sul finlandese, Klinsmann si lascia ipnotizzare da un rimbalzo, dopo il lancio da metà campo di Ranocchia. Il numero 27 legge bene la traiettoria e si libera dalla stretta di Celia, piazzando di testa la sfera appena sotto la traversa, scalvando i guantoni del portiere bianconero: 1-1. 

Come un film già visto e rivisto, però, il secondo tempo cancella tutto ciò che di buono era maturato nei primi quarantacinque minuti. Ceesay apre per Saric, l’ex non se lo fa ripetere due volte e tenta il tiro. La conclusione, non delle migliori, viene deviata da Magnani, trasformando la traiettoria e beffando Audero in tuffo: 2-1.

Una costante, in realtà, resta: la mancata cattiveria in avanti. E lo si evince dalle conclusioni di Le Douaron, unici lampi in un mare di confusione. Le speranze dovrebbero essere affidate all’uomo più tecnico e fantasioso, ma proprio Ranocchia è la pedina più in affanno e in difficoltà di tutto il fronte siciliano. Al cinquantasettesimo triplice sostituzione: dentro Brunori, Segre e Di Francesco, fuori Le Douaron, Verre, e Lund.

La musica non cambia e oltre l’incornata di Pohjanpalo, su sviluppi di corner, non si registrano grosse emozioni, se non i tiri velenosi di Calò e Shpendi ad impegnare Audero. Spazio per Insigne, al posto di un impalpabile Ranocchia, ad un quarto d’ora dal termine e pochi minuti più tardi anche per Di Mariano, subentrato a un ritrovato Diakité, tra le pochissime note positive di giornata. Nel corso del recupero non bastano i tentativi di Di Francesco, Magnani e la punizione di Brunori. Al Manuzzi termina così 2-1. 

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