Il Ponte sullo Stretto ovviamente non si farà. Né con i soldi del Recovery Plan, né con quelli che rimarranno liberi perché altri investimenti saranno fatti con le risorse del PNRR. No! Non si farà. Perché decidere di costruire il ponte sullo stretto significa decidere l’alta velocità da Salerno ad Augusta, significa decidere che i porti fondamentali per l’Italia saranno quelli di Gioia Tauro e di Augusta.
Pensate che Genova e Trieste possano tollerare che ciò avvenga? Ma poi pensate che il nostro Paese destinerà 50 miliardi per fare l’alta velocità per quattro campani, in realtà già in parte raggiunti, quattro calabresi e quattro siciliani? D’altra parte che si fa? Si fa il Ponte sullo Stretto e poi si fanno viaggiare i treni a 150 km l’ora su quella che sarebbe la dorsale di collegamento aggiustata, eliminando qualche curva troppo stretta?
E allora prendiamoli per fessi questi meridionali con l’anello al naso, parliamo di ponte a quattro campate, di tunnel subalveo, o sottomarino, parliamo di un altro progetto con diversi piloni posti sul mare in quei 3 km, facciamo altri 10 anni di studi, magari accontentando qualche amico ingegnere che si sta prestando a questo gioco immondo, e poi se ne parlerà.
Nel frattempo avremo fatto passare questo momento in cui ci sono le risorse e poi bisognerà pagare i debiti e allora non ci sarà più spazio nemmeno per una carrettiera altro, che rompere con il Ponte sullo Stretto.
Tanto i meridionali sono abituati ad avere uno schiaffo al giorno e non credo che reagiranno più di tanto continueranno a votare i soliti partiti, magari si sposteranno da uno all’altro, e continueranno ad emigrare. E magari saranno grati ai settentrionali che li faranno lavorare, così generosi ed altruistici. Ai protetti tutto questo sta bene. Ma gli altri che fanno?