Il Comune di Palermo non riesce a trovare una casa alla piscina comunale. Era l’agosto del 2022 quando le società sportive palermitane hanno sollevato il problema rispetto all’annuncio, fatto dall’Amministrazione, sull’avvio dei lavori nell’impianto di viale del Fante e finanziati con i fondi del PNRR. Gli interventi si dovrebbero concludere fra il 2025 e il 2026. Fino ad allora, bisognerà trovare una soluzione tampone. Di idee sul tavolo ne sono state messe tante. Dalla Fiera del Mediterraneo a Borgo Nuovo, passando per l’ex Pallone di Italia ’90. Tutte proposte che, alla prova dei fatti, si sono dimostrate insostenibili. Alcune per motivi di spazio, altri per mancanza di risorse economiche.
I problemi sul progetto a Fondo Raffo
L’ultima idea, proposta dall’assessore Alessandro Anello, riguardava l’utilizzo di una vecchia convenzione, sottoscritta nel 2006, fra l’Amministrazione Comunale e il gruppo Zamparini, allora proprietario degli spazi in cui sarebbe sorto il centro commerciale Conca d’Oro. Tutto risolto? Assolutamente no. A sollevare dubbi è stato il presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo. Secondo quanto scritto dall’esponente di Forza Italia in una nota e ribadito dalle opposizioni, il problema riguarderebbe le differenze esistenti fra quanto stabilito diciotto anni fa e quanto contenuto nella bozza di piano proposta dall’attuale Amministrazione Comunale. Discrepanze per le quali il progetto dovrebbe subire una variante da votare in Consiglio Comunale. Fatto che farebbe slittare ulteriormente dei lavori che non sono nemmeno partiti.
L’allarme delle società sportive
Tanto per fare degli esempi, l’avvio del campionato di pallanuoto di A1 è previsto per ottobre, mentre quello di A2 per novembre. Ed è proprio il presidente della WaterPolo Palermo Antonio Coglitore a solllevare preoccupazione sulle tempistiche e, soprattutto, sulla necessità di trovare soluzioni alternative. “Siamo disperati – dichiara il consigliere Fin e vicepresidente di Palermo al Vertice -. Abbiamo fatto diverse riunioni, notando buona volontà da parte dell’Amministrazione Comunale. Ma in una città come Palermo esitare un progetto del genere in così poco tempo mi sembrava quantomeno difficile. Giovedì ho chiesto un incontro all’assessore Anello per capire quali sono le novità. Pensavo che fosse risaputo che ogni modifica alla convenzione del 2006 dovesse passare dal Consiglio. Ma è altrettanto vero che si parla di modifiche che possono essere fatte in poco tempo. Tra l’altro, l’intervento così come aggiornato è meno impattante, con 2-3000 metri quadrati di costruzione in meno. Al di là del metodo, credo che bisogna allontanarsi dalle logiche di partito, cercando di sbracciarsi tutti assieme per portare il progetto a casa“.
La vasca corta non sarebbe un problema
Secondo il progetto originale del 2006, all’interno del futuro impianto di Fondo Raffo sarebbe dovuta sorgere una piscina olimpica da 50×25 metri, una tribunetta da 1500 posti e quattro campi da calcetto. In base alle modifiche apportate invece, la vasca dovrebbe essere da 33×25 metri, con i campetti da calcio sostituiti in favore di quelli da padel. Fatto che determinerebbe una differenza di circa 2000 metri quadrati. Fra le maggiori critiche mosse dalle opposizioni c’è proprio l’impatto che tale riduzione della piscina potrebbe avere sul mondo natatorio. Un problema che secondo Coglitore non sussiste. “Una simile progettazione favorisce il mondo del nuoto – sostiene Coglitore -. Un’unica vasca delle dimensioni dell’olimpionica avrebbe difficoltà a poter far fronte alla collettività del mondo natatorio e pallanuotistico. Si è cercato di trovare una struttura che coniugasse le esigenze di tempo e la sua efficienza. Una vasca da 25 metri di larghezza consente di posizionare una dozzina di corsie in diagonale rispetto alle otto canoniche. Si possono fare da due a tre spazi acqua, con un’altezza che consente di fare nuoto sincronizzato, pallanuoto e nuoto agonistico, con consumi medi che consentono un risparmio del 50%. Parliamo di centinaia di migliaia di euro“.
Riunione convocata per giovedì
Giovedì è prevista l’ennesima riunione fra l’Amministrazione Comunale e le società sportive coinvolte. “L’obiettivo è cercare di capire come finirà questa storia della vasca – evidenzia Coglitore -. Va bene avere le proprie posizioni politiche. Ma nella misura in cui io leggo che il problema è una variante da 2000 metri quadrati, vorrei capire come il Consiglio Comunale blocca la città. Perchè deve prevalere sempre la logica partitica?“. Giorni nei quali bisognerà pensare anche allo scenario peggiore, ovvero quello nel quale bisognerà ricorrere ad una soluzione alternativa. Ma quale? Il mondo delle pallanuoto potrebbe dividersi fra Terrasini (luogo in cui sono al momento previsti gli allenamenti del Telimar) e il Cus. Quello del nuoto potrebbe appoggiarsi, oltre che negli impianti di via Altofonte, anche a qualche impianto privato. Due le società che avrebbero dato la disponibilità, una a Bonagia e l’altra a Pallavicino. “Che sia una soluzione fa ridere – chiosa Coglitore -. E’ soltanto una pezza che può avere come effetto quello di far sopravvivere le società sportive“. Una cosa è certa. Bisognerà trovare una quadra definitiva, in attesa che l’impianto di viale del Fante torni finalmente in funzione.