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Il sindaco di Caltanissetta lancia l’SOS al premier Conte: “Venga qui, cantieri SS640 abbandonati e territori sventrati”

sabato 9 Febbraio 2019
Conte a Palermo

Lunedì 11 febbraio sarà protocollata in uscita dal Comune di Caltanissetta la nota ufficiale del sindaco, Giovanni Ruvolo, per invitare il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ad effettuare un sopralluogo nel capoluogo nisseno per toccare con mano la grave situazione generatasi dopo il blocco dei lavori del raddoppio della strada statale Ss640.

“Giorno 2 febbraio 2019 rimarrà una data storica per Caltanissetta. Tremila persone sono scese in piazza per reclamare il diritto di un’intera comunità ad uscire dall’isolamento causato dal blocco dei lavori per il raddoppio della strada statale Ss640 Agrigento-Caltanissetta. Uno stop senza preavviso che perdura ormai da mesi, provocato dalla crisi finanziaria della società cooperativa Cmc di Ravenna, capofila del contraente generale Empedocle2 Scpa affidataria dell’appalto da parte di Anas Spa”, scrive il sindaco.

corteo protesta cmcUna data storica perché segna nel calendario “il giorno in cui le popolazioni del centro Sicilia hanno iniziato una mobilitazione pacifica ma determinata per porre all’attenzione del Governo una calamità sociale ed economica che si sta abbattendo sul territorio“.

Il primo cittadino di Caltanissetta informa il premier Conte che alla manifestazione hanno partecipato decine di sindaci delle province di Caltanissetta, Agrigento e Palermo affianco ai cittadini, agli imprenditori creditori della Cmc che rischiano il fallimento, ai sindacati dei lavoratori scesi in piazza con centinaia di operai del diretto e dell’indotto, ai comitati di quartiere. “Il grande malcontento ha trovato nel Comune di Caltanissetta un tavolo di sintesi delle diverse istanze, incanalate in una mobilitazione a cui hanno aderito il Vescovo della Diocesi con tutti i parroci, le comunità parrocchiali e le associazioni laicali”.

Lavoratori e studenti pendolari, commercianti e imprese sono soffocati da una viabilità da quarto mondo resa ancor più precaria dallo stop ad una grande opera infrastrutturale che doveva collegare Agrigento e Caltanissetta. Continue deviazioni, strade fantasma, al buio o in mezzo al fango, interruzioni, cantieri abbandonati, territori sventrati, mega tunnel non più completati. È questo lo scenario surreale di un paesaggio desolante che si presenta ai visitatori che raggiungono Caltanissetta”.

Trecentocinquanta operai impiegati dal contraente generale Empedocle2 e dalla Cmc di Ravenna che dovrebbero accedere alla cassa integrazione al momento sono fermi. La maggior parte di essi ha ricevuto come ultimo stipendio il pagamento di novembre 2018. La calamità economica è acuita dalla grave crisi in cui si trovano le imprese nissene che hanno fornito materiali, attrezzature, mezzi e manodopera alla Cmc di Ravenna. Si tratta di circa 100 imprese che vantano crediti per oltre 50 milioni di euro.

comitato creditori cmc
Foto Fb, Ettore Maria Garozzo

“Hanno anticipato le forniture esponendosi con gli istituti di credito – scrive il sindaco adesso rischiano di fallire. Hanno ridotto il personale e non possono partecipare ad altre gare a causa dei Durc non più in regola. Sono rimaste vincolate alla richiesta di concordato preventivo avanzata il 4 dicembre da Cmc al Tribunale di Ravenna con la prospettiva di vedere soddisfatti i propri diritti eventualmente solo in parte e con tempi lunghi. Essendo Lei un uomo del Sud – aggiunge Ruvolo rivolto al Premier – potrà facilmente immaginare cosa significhi il rischio chiusura di un così grande numero di aziende in un territorio economicamente svantaggiato come il centro Sicilia. Oltre mille dipendenti di queste ditte sono a rischio”.

Con una precedente lettera inviata al Governo a fine novembre 2018 che non ha mai avuto riscontro, il sindaco di Caltanissetta aveva chiesto per gli imprenditori una moratoria su tasse e contributi. Un provvedimento analogo a quelli adottati a Genova dopo il crollo del ponte Morandi o nel catanese dopo il recente terremoto. Contestualmente era stata avanzata (e viene adesso reiterata) la richiesta di un commissario straordinario per il ripristino del viadotto San Giuliano sulla Ss640, principale via d’accesso al capoluogo nisseno chiuso durante i lavori a causa del cedimento strutturale di alcuni piloni.

“I siciliani difficilmente comprenderebbero la linea politica di un Governo che giustamente salva le banche del nord e quindi i risparmiatori se non fosse altrettanto solerte ad adottare un provvedimento normativo per salvare le nostre imprese. Indebitate con le banche ma creditrici nei confronti del contraente generale dopo avere finanziato con proprie risorse un’opera pubblica commissionata dall’azienda di Stato Anas”.

Giovanni Ruvolo, sindaco di Caltanissetta
Giovanni Ruvolo, sindaco di Caltanissetta

Recentemente Anas e Cmc hanno raggiunto un accordo per far ripartire il cantiere entro la fine del mese di febbraio. “È uno spiraglio positivo di cui prendiamo atto – commenta il sindaco – chiediamo massima vigilanza affinché nei tempi previsti sia completata l’opera già realizzata per l’80 percento e vengano realizzate le opere di compensazione. Il completamento dell’opera deve garantire i livelli occupazionali ed i creditori. Non sarebbe accettabile che in pendenza del pagamento di ingenti debiti arretrati, il general contractor si rivolga a nuovi fornitori bypassando i vecchi. Questa circostanza potrebbe avere conseguenze sull’ordine pubblico”. 

La nostra comunità chiede di essere connessa con il resto della Sicilia e partecipare alla crescita dell’Isola assieme alle aree metropolitane di Catania e di Palermo” afferma il sindaco nella nota, ricordando che alla protesta del 2 febbraio hanno partecipato numerosi sindaci dei comuni del Vallone in provincia di Caltanissetta e della provincia di Agrigento, territori in cui la viabilità provinciale è disastrata.

La lettera si conclude con l’invito formale del sindaco al Presidente Conte a visitare Caltanissetta “per un sopralluogo urgente che si traduca in un momento concreto di condivisione delle problematiche sopra esposte che riguardano una popolazione di circa 1 milione di abitanti”.

 

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