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Il reportage

Il viaggio all’interno della Costa Sud, la cartolina sbiadita di Palermo CLICCA PER IL VIDEO

sabato 8 Febbraio 2025

Scorci naturali da sogno oscurati dal degrado. Cartoline sbiadite. Una voglia di rinascita mai soddisfatta. In altre parole, la Costa Sud di Palermo. La più grande occasione persa per la città. Sette chilometri di litorale che coprono un territorio che va da Acqua dei Corsari alla foce del fiume Oreto. Un’area che, fino al secolo scorso, ospitava i “bagni della salute” ma che oggi, purtroppo, presenta diversi elementi di vulnerabilità.

Le aree verdi sono piene di spazzatura o, peggio ancora, di auto rubate fatte a pezzi. Il mare, una volta ritrovo per i palermitani nel periodo estivo, non è balneabile. L’impatto del “sacco di Palermo” è stato davvero forte. E a ricordarlo ci sono ancora i residui di quello che una volta era il “mammellone” di Acqua dei Corsari. Un insieme di problemi che, uniti all’ abbandono degli ultimi decenni, hanno reso tutto incolore. Tetro. In altre parole, brutto. E non c’è cosa peggiore, per uno scorcio paesaggistico come la Costa Sud, che essere percepito come brutto.

Il fallimento è servito. A fare da piatti del menù ci sono il pontile di Romagnolo, più volte dato alle fiamme, l’area dell’ex Argenteria, diventata ritrovo per clochard e drogati, il parco Libero Grassi, inaugurato nel 2014 ma mai aperto al pubblico, e il lungomare della Bandita, ancora in attesa di un restyling ad oggi mai arrivato. Una tavolata di problemi nella quale non si sa da dove iniziare per trovare soluzione. Si potrebbe evincere che non ci sia più spazio nemmeno per la speranza. Neanche come dessert. Eppure lo chef della situazione, ovvero il Comune di Palermo, predica da anni speranza per il rilancio della Costa Sud. Sarà ben riposta?

L’opportunità dei fondi PNRR

I fondi extracomunali offrono un’occasione più unica che rara. A cominciare dalle risorse del PNRR. Oltre 63 milioni di euro suddivisi fra i progetti della riqualificazione del porticciolo e del lungomare della Bandita, del parco a Mare dello Sperone, del contratto di fiume e di costa del fiume Oreto e la quota parte sugli investimenti relativi alle opere accessorie, come piste ciclabili, marciapiedi e nuovi impianti d’illuminazione pubblica. “Nel 2027 la Costa Sud cambierà volto“, ha dichiarato ai microfoni de ilSicilia.it qualche settimana fa l’assessore all’Ambiente del Comune di Palermo Pietro Alongi. Una delle aree dell’Amministrazione Lagalla più interessate dal maxi-programma di investimenti sulla Costa Sud, insieme all’assessorato alla Rigenerazione Urbana diretto da Maurizio Carta. Ma le risorse del PNRR hanno una data di scadenza: 30 giugno 2026. E per allora tutto dovrà essere pronto, rendicontazione compresa.

Costa Sud, il sogno che si scontra con la realtà

Un’impresa non facile. Intanto, i sogni si scontrano con la realtà. Con un presente fatto di abusivismo edilizio, di burocrazia tartaruga e di scontri politici più diretti ad intestarsi questa o quella conquista ottenuta nelle varie delibere piuttosto che celebrare risultati concreti. Come già detto in precedenti articoli, la Costa Sud è un pezzo di carbone che punta a diventare diamante. L’obiettivo è duplice. Da un lato, si prova a perseguire l’ideale di bellezza urbana. L’unica strada percorribile per l’accrescimento sociale e culturale della città. Dall’altro, far risorgere la Costa Sud dalle proprie ceneri potrebbe aprire la strada ad investitori privati, i quali potrebbero avere la forza economica per dare una nuova vita a strutture oggi morte.

Riqualificare vuol dire attrarre investitori

D’altro canto, il partenariato pubblico-privato è una delle soluzioni principali con cui l’Amministrazione Lagalla ha affrontato alcuni suoi problemi storici. A cominciare da quelli delle sue società Partecipate. Portatori d’interesse cittadini ma non solo. Lo ha dimostrato il 400° Festino. Palermo punta ad avere una dimensione più europea, anzi più internazionale. E il capoluogo siciliano ha iniziato a strutturare una serie di b2b con alcune società internazionali, soprattutto a sfondo sociale. Dalla partnership con Red Bull per realizzare un playground di basket all’Albergheria, alla convenzione sottoscritta con il City Group per creare dieci campetti da calcio in città.

Il disastro del pontile di Romagnolo

Pontile di Romagnolo, Costa SudIl privato non è il demonio. Anzi, con le giuste condizioni, può dare un contributo importante al rilancio di alcune strutture cittadine. E in Costa Sud di investimenti ne servirebbero parecchi. A cominciare dalla riqualificazione del pontile di Romagnolo. Una struttura in legno che, nelle intenzioni dei progettisti originari, doveva essere il “naturale” prolungamento sul mare di via Amedeo d’Aosta. Una sorta di punto di riferimento per i palermitani dove trascorrere il proprio tempo libero. E per un periodo lo è stato. Ma una volta chiusi i cancelli, per la struttura è iniziata la lenta ma inesorabile discesa nell’oblio.

I problemi sono iniziati a partire dalla seconda decade degli anni 2000. Una volta esaurito il servizio di guardiania notturna, i ladri e i vandali hanno avuto gioco facile. I malviventi hanno portato via tutto. I bagni, i fili elettrici e tutto il mobilio. Ma non si sono accontentati. Negli anni infatti, alcuni incivili hanno più volte appiccato le fiamme alla struttura in legno, rendendola di fatto inagibile. Tre almeno gli incendi avvenuti negli ultimi anni.

L’infinita serie di roghi

Fra i più dannosi c’è quello risalente al 28 settembre 2021. Sul posto si era da poco svolta un’assemblea civica del M5S. Qualche decina di minuti dopo la conclusione, all’interno della struttura si propagarono inesorabili le fiamme. Una volta spento l’incendio, furono rafforzate le barriere per impedire l’accesso al pontile di Romagnolo. Ma le reti metalliche sono state più volte divelte. In pratica, l’effetto deterrente è stato nullo.

Nonostante alcuni interventi di bonifica per rimuovere i rifiuti depositati illegalmente, il degrado è proseguito senza sosta. Anzi è peggiorato. Il 26 aprile 2024 scoppia un nuovo rogo. A rimanere danneggiata è soprattutto la casetta in legno. Per fortuna, al momento del fatto, nessuno era all’interno della struttura, diventata nel frattempo casa di alcuni “amici di strada”. Ormai, il destino del pontile sembra segnato. Ristrutturarlo potrebbe costare di più rispetto a costruirne uno nuovo. Ma la speranza non è del tutto esaurita. Si parla di alcuni operatori interessati all’assegnazione. Ma c’è da superare le farraginosità della burocrazia.

A parlarne è il consigliere della II Circoscrizione Giovanni Colletti. “Nel 2019, il pontile di Romagnolo è stato affidato ad un imprenditore attraverso un bando regionale. Lo stesso però risulta soltanto vincitore della procedura, ma non possessore dell’area. In previsione dei nuovi lavori sulla Costa Sud, finanziati con fondi PNRR, andranno fatte delle varianti di progetto. Si attende una conferenza di servizi che dica quali sono i vincoli che bisogna espletare in tal senso. Se il pontile vada rifatto o meno ex novo, ancora non si sa. Sentendo l’imprenditore interessato, lo stesso resta fiducioso. Auspico che questa conferenza di servizi venga fatta al più presto. Ciò in modo che questa bene, diventato ricettacolo di rifiuti e tossico-dipendenti, venga affidato in deroga in modo dare il via ai lavori di ristrutturazione“.

L’arenile terra di degrado

A pochi metri di distanza dal pontile c’è il litorale di Romagnolo. Un’enorme spiaggia ad oggi utilizzabile solo come solarium. In tanti, nel periodo estivo, ne approfittano per trascorrere qualche ora di tranquillità al mare. Ma a disturbarli ci sono soprattutto due fattori. Il primo è il continuo abbandono di spazzatura sulla spiaggia. Il secondo invece è relativo al divieto di balneazione attualmente in vigore. Un vero peccato guardando a quell’acqua cristallina e al panorama mozzafiato offerto dal golfo di Palermo e dallo sfondo naturalistico di Monte Pellegrino.

Spiaggia di Romagnolo, Costa SudSulla prima questione, la risposta è arrivata dall’ultimo contratto di servizio di Reset votato in Consiglio Comunale. Sarà l’azienda guidata da Fabrizio Pandolfo infatti ad occuparsi della pulizia delle spiagge. Ciò fatta eccezione per gli interventi di pulizia straordinaria. Ma proprio il documento votato da Sala Martorana ha messo in luce un altro dei grandi problemi sulla Costa Sud, ovvero lo scontro fra le correnti politiche. Motivo del contendere fu proprio l’allegato relativo ai tratti di costa di competenza di Reset. Esponenti di Forza Italia chiedevano che venisse esplicitato il termine “Romagnolo”, mentre per i consiglieri di Fratelli d’Italia bastava il riferimento implicito. L’aula rimase bloccata oltre un’ora sul tema prima di trovare una soluzione.

Un motivo futile ma che in realtà nasconde un forte impegno di entrambe le compagini politiche sull’area della Costa Sud. Basta guardare le foto delle inaugurazioni dei principali cantieri aperti su via Messina Marine. Come quello del collettore fognario in corso d’opera di fronte a via Armando Diaz. Proprio l’opera in questione, insieme alla bonifica dell’area del fiume Oreto, potrebbe dare quella spinta in più verso la balneabilità del litorale della Costa Sud. Fatto che potrebbe aumentare l’attrattività e il valore naturalistico dell’area.

Il nuovo volto della Bandita: ci sarà da sconfiggere l’abusivismo

C’è però da fare i conti con un altro problema, ovvero l’abusivismo. Fatto che ha inciso parecchio sui lavori della commissione Urbanistica relativi ai progetti sul lungomare della Bandita. Protagonista del programma finanziato con i fondi del PNRR è il futuro porticciolo. Un’opera di cui si è occupato l’assessorato alla Rigenerazione Urbana di competenza dell’esponente di Lavoriamo Per Palermo Maurizio Carta. La struttura, complessivamente, vale un investimento di oltre 25 milioni di euro.

Il nuovo porticciolo della Bandita mira a rendere più funzionale l’area, attraverso un avanzamento di costa e un miglioramento dei servizi per i pescatori. Fra i punti cardine dell’opera (e anche fra i più discussi), c’è però la realizzazione di una piscina olimpionica non competitiva da 25×50 metri. Un impianto sportivo che dovrebbe essere destinato alle società di settore per gli allenamenti e che potrebbe andare a colmare in parte la carenza di impianti nel capoluogo siciliano. Alla struttura si assocerà anche un impianto dedicato ai bambini con una profondità fra i 50 centimetri e i 2 metri. Inoltre, è prevista la realizzazione di una guardiola, dei servizi igienici, di un’area cucina e dei relativi locali tecnici.

La riqualificazione ecosostenibile del lungomare della Bandita è una grande occasione per la città e per l’innato e purtroppo attualmente negato rapporto con il suo mare, ma per esserlo veramente va affrontata con coraggio e determinazione – dichiara la consigliera comunale di “Oso” Giulia Argiroffi -. Questa è la direzione che abbiamo indicato con il lavoro e gli emendamenti elaborati in commissione e votati in aula da tutto il consiglio e di cui siamo anche orgogliosi“.

Servirà un nuovo parcheggio, sarà lato monte

Un complesso di impianti con i quali l’Amministrazione punta a rendere attrattiva l’area della Bandita agli occhi dei cittadini palermitani. Ma un simile afflusso di persone richiede posti auto o comunque aree dove lasciare i mezzi privati. Di conseguenza servirà un’adeguata area parcheggio. Il progetto già c’è e risale all’inizio del 2024. Dello stesso si è occupato l’assessorato all’Ambiente di Pietro Alongi.

Terreno su cui sorgerà nuovo parcheggio della banditaSulla questione sono arrivate alcune osservazioni da parte dei comitati cittadini. Inizialmente, la commissione Urbanistica aveva individuato un’area lato mare non occupata da edifici. Ma al fine di garantire la continuità naturalistica fra il progetto del parco a Mare dello Sperone e quello della riqualificazione del parco Libero Grassi, gli esponenti della II Commissione hanno deciso di optare per un impianto lato monte.  L’altro grande tema però interessa il fenomeno dell’abusivismo. La criticità potrebbe però trasformarsi in opportunità. A rappresentare terra di abuso sono soprattutto alcune strutture accessorie, come ad esempio le verande. Se abbattute, i varchi aperti potrebbero fornire nuovi accessi al mare. Un ritrovato rapporto fra uomo e natura. Il fondamento di tutto il progetto di riqualificazione della Costa Sud.

Era infatti inaccettabile che una riqualificazione ecosostenibile non entrasse nel merito di due aspetti fondamentali – aggiunge Giulia Argiroffi -. Il primo riguarda gli abusi edilizi che a tratti oltraggiano il tratto di costa e impediscono e danneggiano la piena fruizione pubblica, visiva e fisica, e che inspiegabilmente il progetto presentato dagli uffici non prendeva neanche in considerazione con un atteggiamento inaccettabile che finge di non vedere e non sapere. Il secondo riguarda il posizionamento di un parcheggio pubblico che nel progetto saturava per intero l’unica area libera da costruzioni del parco: abbiamo portato avanti in consiglio approfondimenti che ci hanno permesso di individuare un’area altrettanto grande, ma posizionata sul lato monte della via Messina Marine dove prevedere il parcheggio in modo da garantire la vista del mare e del parco e la possibilità di accedervi senza filtri“.

L’area verde mai aperta, il caso del parco Libero Grassi

Un punto chiave, quest’ultimo, anche su un’altra sezione della Costa Sud in attesa di rilancio, ovvero il parco Libero Grassi. L’area verde è stata inaugurata nel 2014, ma in realtà non ha mai aperto i battenti. Ciò a causa di un piano di bonifica ancora da eseguire. Il degrado nello spazio naturalistico che dà sul golfo di Palermo è evidente. Quello che doveva essere un luogo di ritrovo per le famiglie, è diventata invece una discarica. Gli incivili hanno abbandonato di tutto. Rifiuti, materiali edili e perfino auto rubate fatte a pezzi.

A luglio 2024, il Comune di Palermo aveva prospettato l’avvio degli interventi di bonifica per fine agosto, ovvero in concomitanza delle celebrazioni in ricordo di Libero Grassi. Ma a 24 ore dalla cerimonia, l’inizio dei lavori è stato spostato di qualche settimana. Poi la data ha subito un ulteriore cambiamento. Il momento tanto atteso è stato rimodulato a novembre. Poi a dicembre. E infine a gennaio. Ma anche in questo caso tutto si è spento in un nulla di fatto. Problemi dovuti, a quanto ha riferito il Comune, a criticità tecniche nella rimodulazione dell’impegno di spesa da parte degli uffici della Regione. Tutto però dovrebbe essere pronto per febbraio 2025.

Aprire per evitare il degrado

Intanto, l’Amministrazione Lagalla ha proceduto all’ennesimo intervento di bonifica. Le maestranze incaricate dal Comune hanno rimosso sette auto rubate, fatte a pezzi e lasciate sulla scogliera. Purtroppo, non c’è stato nemmeno il tempo di pulire che gli incivili sono tornati alla carica. Sulla spiaggia sottostante si intravede già lo scheletro di una nuova auto. O per meglio dire quello che sembra essere rimasto di una Fiat 500. Ma al parco Libero Grassi non entrano solo auto rubate, ma anche quelle di alcuni cittadini che si imboscano all’interno del polmone verde, anche in pieno giorno.

Un vero problema dovuto ad alcuni buchi presenti sulle recinzioni. Uno dei più grandi è presente accanto al cancello principale presente all’altezza dell’intersezione fra via Galletti e via Messina Marine. Più volte, diversi esponenti politici di varie correnti hanno chiesto l’apposizione di alcuni new jersey per impedire accessi indesiderati. Un appello che si è perso nel vuoto, così come tutti quei buoni propositi sulla Costa Sud. Per fare qualcosa di concreto servirà molto di più che delle belle parole. I soldi ci sono. Ma da soli non bastano. Senza volontà, il carbone rimarrà carbone. E non risplenderà mai come un diamante.

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