15.48 – Dopo poco più di un’ora, termina il procedimento di fronte alla Corte federale d’appello. La decisione dei giudici è attesa nel tardo pomeriggio.
15.47 – La replica della Procura Figc: “Non stiamo discutendo sul fatto che la gara sia stata alterata o meno, ma sul tentato illecito. E in ogni caso noi abbiamo rispettato i tempi previsti dal codice per l’indagine”.
15.45 – Arriva come un macigno l’obiezione di Pierluigi Ronzani, membro della Corte federale d’Appello, nei confronti della Procura Figc: “Avete ricevuto la segnalazione sui messaggi di Calaiò prima della partita, avete mandato i vostri delegati sul campo per la gara, ma poi avete aperto l’inchiesta soltanto ventuno giorni dopo. Perché? Dovevate intervenire prima”.
15.40 – La Procura della Figc: “La condotta di Calaiò già configura la fattispecie del tentato illecito. Avevamo chiesto la penalizzazione nello scorso campionato di Serie B, ma in subordine nella stagione 2018/2019: così avete deciso ed è previsto dal codice”. (ndr grande bugia non è previsto dal codice proprio nulla di quel che è stato inventato e fatto ma si dice chiaramente al punto g) penalizzazione di uno o più punti in classifica; la penalizzazione sul punteggio, che si appalesi inefficace nella stagione sportiva in corso, può essere fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente; ma dal momento che i -5 sono pienamente afflittivi nella stagione in corso 2017-18 non cè bisogno di prendere in consoiderazione altro.)
15.16 – Parla ora l’avvocato del Parma Eduardo Chiacchio: “Non si può assolutamente parlare di illecito, perché non è stato percepito come tale dai calciatori dello Spezia. La società Parma deve restare immune da qualsiasi sanzione”.
15.00 – E’ il momento adesso di Emanuele Calaiò: “Dispiace sia stato infangato il mio nome e quello della mia famiglia per dei messaggi, non ho mai pensato di mandare messaggi per un secondo fine. Lo giuro sui miei figli, io sono una persona corretta, sono sempre stato un esempio per i giovani per la mia professionalità”.“Non ho mandato i messaggi con un secondo fine, lo posso giurare sulla vita dei miei figli. Se avessi voluto alterare una partita, non lo avrei fatto con dei whatsapp, ma potevo recarmi direttamente a La Spezia, sono pochi chilometri. Io queste cose non le faccio, sono una persona corretta e l’ho sempre dimostrato nei venti anni in cui ho giocato. Sono sempre stato un esempio per i giovani, una persona limpida: vorrei finire la mia carriera come l’ho iniziativa. Spero crediate alla mia buona fede”.
14.57 – Interviene adesso Paolo Rodella, avvocato di Emanuele Calaiò: “Quello commesso dal mio assistito non è un illecito sportivo. I quattro messaggini inviati con le emoticon arrossiscono rispetto ai procedimenti per illecito sportivo celebrati in passato, dove c’erano le pistole, gli zingari e tanto altro. Chi manda un messaggio con quelle emoticon non sta trasmettendo un messaggio serio: voi ce lo vedete Calaiò inviare un messaggino da illecito sportivo sdraiato sul lettino dello spogliatoio del Parma? Non sarà una considerazione giuridica, ma secondo me basta questa immagine: non può essere un illecito sportivo, neppure tentato. Faccio appello alla sensibilità di una visione sostanziale dell’accaduto: possiamo discutere sulla opportunità di questi messaggi, possiamo censurare il “cazzeggio”, ma non può mai essere considerato un illecito sportivo”.
14.47 – L’udienza inizia con l’intervento dell’avvocato del Palermo, club ammesso al processo come parte interessata: la società siciliana ritiene che il Parma debba scontare la penalizzazione ricevuta nel campionato di Serie B passato e non nel prossimo campionato di Serie A, con evidente beneficio proprio del Palermo.
14.40 – Con 40 minuti di ritardo il dibattimento contro Parma e Calaiò sta per cominciare
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