Guarda la videointervista in alto
“Dentro i miei testi attraverso metafore e immagini racconto dell’amore, dell’esistenza, del senso di precarietà che accomuna molti”. Così la cantanutrice palermitana Chiara Castiglione si mostra senza filtri a ilSicilia.it.
Classe 1998, Chiara Castiglione, figlia di artisti, nasce e cresce a Palermo tra musica e arte. Combinazione che ben porta alla realizzazione perfetta di una donna forte, solare e con una spiccata personalità.
E tutto questo risuona nella suo musica, grazie anche alla sua timbrica vocale ed espressività che le permettono di spaziare in diversi universi sonori senza dimenticare la sua terra e le sue origini.
Il suo sogno nel cassetto? “Fare di quest’arte una professione è sempre stato il mio sogno ed è ora una diretta conseguenza e fortuna pertanto spero di poter vivere solo della mia musica”.
L’INTERVISTA
Quali sono gli artisti che ti hanno ispirato o che sono un punto di riferimento?
Battiato e Carmen Consoli, con le loro parole, mi hanno sempre dato estremo conforto e gioia, ed ho sempre amato anche il mondo meraviglioso della “bossa nova” con artisti come Jobim e Elis Regina. Catapultarmi in quei mondi così distanti dal mio era come una magia.
Spazi con disinvoltura dal jazz al pop, dal rock alla bossa nova, ma in quale genere ti ritrovi maggiormente?
Il mio genere è pop… indi pop. Io, però, amo definirlo “stream of consciousness” alla Joice, ovvero, flusso di coscienza perché sono tutti i miei pensieri, emozioni, sensazioni che sento il bisogno di trasmettere.
Ormai vivi a Roma da diverso tempo. Qual è il rapporto con la tua città natale e quanto si riflette nella tua musica?
La mia città, Palermo, resterà sempre la casa dove sono nata e dove potermi sentire al sicuro e accolta, per il calore e la familiarità che emana. Nei miei testi è presente il senso di lontananza e malinconia legato alla mia terra, ma dopo dieci anni di permanenza a Roma molti sentimenti contrastanti si incontrano e scontrano in me. Ritengo che casa sia dove si trova la gente che ami e vivi, per me ora lo sono entrambe… vedremo in futuro.
Delle tue canzoni, qual è quella a cui tieni particolarmente?
“Baciami, lasciami, stringimi forte” perché è un inno di speranza, del non arrendersi mai… né all’amore né alla propria felicità. Quando un amore folle diventa opprimente è giusto lasciarlo andare anche se ti strappa il cuore. I miei brani, comunque, sono tutti autobiografici, parlano di me e sceglierne solo uno è difficile… è come scegliere una parte di te in particolare e penso che sia giusto amarsi nella totalità delle sfaccettature che ci formano. Quindi ogni brano è il mio preferito.
A proposito dei tuoi brani, si può dire che “Lento lento” abbia premonito il lockdown?
Sì! questo pezzo è un invito a rallentare i ritmi sempre più frenetici che la società contemporanea ci porta ad avere e a godersi i momenti belli, senza fretta, come fare l’amore con i propri tempi. Forse mi hanno preso troppo sul serio e ci hanno concesso tutto il tempo.
“Baciami, lasciami, stringimi forte”, vuoi parlarci dei tuoi progetti futuri?
“Baciami, lasciami, stringimi forte” è anche il titolo del mio disco che uscirà a fine luglio e parla di me, in qualche modo si può dire che sono io. Anche il tema lockdown è parte integrante dell’album con alcuni brani che parlano delle sensazioni che ho provato in questo periodo particolare che ha coinvolto tutti. Parla anche di emancipazione, di speranza e di voglia di vivere! E proprio per questo non vedo l’ora di condividerlo con tutti e potermi esibire live con tutti i miei brani!