Il problema dei rifiuti spiaggiati riguarda anche molti lidi siciliani. A confermarlo sono i dati finali di “Se butti male… finisce in mare”, il progetto educativo di Legambiente e Corepla – Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica – che in questi mesi ha coinvolto e visto impegnati 2.000 studenti, di cui 800 affiancati dai volontari di Legambiente, in attività didattiche e monitoraggi scientifici in spiaggia.
Su 12 arenili monitorati – tra Catania, Palermo, Agrigento, Scicli, Taormina, Bagheria, Modica, Calatabiano e Barcellona – è stata trovata una media di 787 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia su una superficie totale di 49.550 metri quadri.
La plastica si conferma il materiale più trovato (il 65% degli oggetti rinvenuti), seguita da vetro/ceramica (16%) e da oggetti di metallo (6%). Per quanto riguarda gli oggetti più ritrovati: al primo posto ci sono pezzi di plastica con dimensioni inferiori a 50 cm (13,9%), seguiti da materiale da costruzione (13,7%) come mattoni, mattonelle, calcinacci, materiale isolante, e poi cotton fioc (12,9%), bottiglie e contenitori (9,7%), tappi (6,7%), altri oggetti in vetro e ceramica (6,0%), mozziconi di sigaretta (4,3%), stoviglie usa e getta (3,7%). In particolare il 95% dei cotton fioc (rifiuti derivanti da WC, dove spesso vengono gettati, e dalla mancata depurazione) e il 92% dei materiali da costruzione recuperati da Legambiente, durante il monitoraggio, sono stati trovati sulla spiaggia Romagnolo di Palermo.
La cattiva gestione dei rifiuti urbani a monte, l’abbandono consapevole e la maladepurazione sono la causa principale dei rifiuti spiaggiati – sottolineano gli ambientalisti -. Per questo è importante incrementare le campagne di sensibilizzazione e informazione coinvolgendo anche le scuole e gli studenti, approfondendo con loro il tema e far conoscere le soluzioni che passano anche dalla prevenzione dei rifiuti in mare e in spiaggia, dalla raccolta differenziata e dal riciclo.
“Il Mediterraneo – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – è secondo l’Onu tra le sei aree globali di maggiore criticità. Per contrastare l’inquinamento in mare, che causa gravi danni all’ambiente, alla biodiversità marina ma anche all’economia e al turismo, è fondamentale continuare la strada intrapresa fino ad ora con politiche e azioni sempre più concrete, come ha fatto in questi anni l’Italia che è stata in grado di giocare un ruolo da apripista, e promuovere la diffusione dell’economia circolare che nella Penisola ha trovato un terreno fertile. Allo stesso tempo, però, è fondamentale incentivare politiche di prevenzione ed incrementare le campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini, amministrazioni e soprattutto alle giovani generazioni, anche attraverso progetti di educazione ambientale come quello che abbiamo realizzato insieme a Corepla ‘Se butti male… finisce in mare'”.
“La nuova contemporaneità della plastica – sottolinea Antonello Ciotti, presidente Consorzio Corepla – è racchiusa nel tema del riciclo, fondamentale per la qualità della vita di noi tutti e per la creazione di nuove economie per il Paese. La plastica e’ un materiale intelligente che va gestito in modo intelligente. E l’educazione scolastica ha un ruolo importantissimo nella formazione di futuri cittadini attenti alla tutela dell’ambiente e del mare. La collaborazione con Legambiente ci vede impegnati proprio su questo obiettivo”.