Continua a salire in maniera impressionante il numero degli animali arsi vivi negli incendi di questi giorni, soprattutto nel sud Italia.
La stima di Legambiente oscilla tra i 20 e i 24 milioni di animali selvatici morti ed è calcolata sulla base dei decessi per ettaro (10mila m2) di territorio bruciato: circa 100 mila ettari nei primi due mesi dell’estate. A morire soffocati e bruciati sono stati nelle ultime settimane circa 2 milioni di mammiferi, tra cui: caprioli, cervi, volpi, ricci, e roditori come scoiattoli e ghiri.
Oltre 2 milioni anche gli uccelli rimasti senza scampo tra le fiamme, in particolare tra le specie che nidificano negli arbusti, a cominciare dai piccoli passeriformi come la capinera e l’occhiocotto. Soprattutto i piccoli nati da pochi mesi. E i numeri salgono ancora quando si parla di anfibi e rettili. Circa 4 milioni i primi, tra cui la rana italica, tritoni, salamandre e molte specie endemiche. E addirittura 15 milioni i rettili: lucertole (alcune presenti solo in Sicilia e Sardegna) e serpenti, ma anche gechi e tartarughe.
SITUAZIONE CANI
Sono oramai un migliaio le carcasse ritrovate di cani, la maggior parte concentrati nelle zone degli incendi in Sardegna, Sicilia e Abruzzo.
“I cani morti erano tenuti alla catena o chiusi in recinti che si sono rivelati trappole mortali di fuoco – scrive in una nota l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA -. A questo numero vanno aggiunti gli altri mille cani randagi morti anche loro tra le fiamme a questi vanno aggiunti anche migliaia di gatti morti anche loro atrocemente tra le fiamme“.
Per la legge chi tiene gli animali sempre legati alla catena o a corde commette il reato di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura.
GLI INTERVENTI
Dal 15 giugno sono stati 48mila gli interventi di soccorso, 20mila in più rispetto allo stesso periodo del 2020.
Il record è stato di 528 interventi effettuati in 12 ore dai vigili del fuoco impegnati a fronteggiare l’emergenza incendi: 230 in Sicilia con 84 squadre al lavoro; 100 in Calabria, con le maggiori criticità si registrano nel Reggino, nel Catanzarese e nel Cosentino.
Sono stati 30 gli interventi effettuati tra giovedì e venerdì dai Canadair e dagli elicotteri della flotta dello Stato per contribuire allo spegnimento dei roghi che hanno interessato diverse Regioni. La maggior parte delle richieste, 6, sono arrivate al Centro operativo aereo unificato della Protezione civile dalla Calabria e dalla Campania. Cinque sono state quelle dal Lazio, 4 dalla Basilicata, 3 dalla Sicilia, 2 dall’Abruzzo e dal Molise, una dall’Umbria e dalla Puglia.