Nessuna attesa fino all’8 luglio. Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno è intervenuto oggi a Sala d’Ercole, dopo lo scandalo sui contributi per eventi culturali a fondazioni ed enti, in cambio di incarichi e consulenze per il suo staff.
La seduta, su iniziativa dello stesso esponente di Fratelli d’Italia, è stata guidata dal vicepresidente Nuccio Di Paola. Presente in aula anche il presidente della Regione Renato Schifani e tutta la giunta di Governo. Assente l’assessore Elvira Amata, anche lei indagata nell’inchiesta.
Galvagno ha così anticipato i tempi, visti gli impegni, come da programma istituzionale, a Bruxelles, e colto l’invito dei deputati di opposizione Antonello Cracolici, presidente della Commissione Antimafia, al quale si sono accodati anche i colleghi del Partito Democratico, e Ismaele La Vardera, il quale ne ha richiesto le dimissioni.
ilSicilia.it si trova nella sala stampa di Palazzo dei Normanni per seguire in diretta l’intervento in aula del presidente Gaetano Galvagno.
Le prime parole di Galvagno
“A gennaio – ha aggiunto – ho ricevuto la proroga e in quella fase non erano imputati capi di accusa e non avevo avuto accesso a nessun atto. Mi sono messo a disposizione dei magistrati e ho chiesto di essere subito interrogato. Il 7 giugno sono stato ascoltato. Non mi sono sottratto a nessuna domanda. Andrò avanti e questa seduta non può essere un processo. Non mi voglio limitare ad una semplice comunicazione, ma lascio aperto il dibattito. Ho grande rispetto per il parlamento“.
Galvagno ha poi ringraziato “i colleghi presenti e che hanno preso parte alla discussione e il presidente della Regione che ha deciso di partecipare, la sua è una presenza significativa“.
Il dibattito
Primo ad intervenire in aula è stato il presidente della Commissione Antimafia Antonello Cracolici. “Non è in discussione il diritto alla difesa, ma visto la funzione pubblica dobbiamo tenere conto all’opinione pubblica di quello che avviene. Chi svolge una funzione pubblica deve tenere conto del sistema complessivo delle regole che devono tutelare i cittadini e le istituzioni. Oggi siamo davanti una questione politica. Se siamo davanti a sistemi di voto di scambio la politica deve interrogarsi, non può girarsi la faccia. Dobbiamo alzare il livello di responsabilità e rigore. Rivendico il principio che ogni parlamentare rappresenta gli interessi della Sicilia“. Cracolici si è detto contro le dimissioni, in quanto “l‘avviso di garanzia è una reciproca tutela” e ha puntato il dito contro Fratelli d’Italia e “il suo filone turistico. Con il caso di Cannes si è aperta una voragine che pone grossi interrogativi“.
“Invito il presidente a querelare i giornalisti che hanno diffuso queste notizie qualora sia stata lesa la sua onorabilità, se quei giornalisti si sono inventati tutto. Ma a quei giornalisti voglio dare la mia vicinanza. Al di là dei principi di colpevolezza, prima della sentenza lei è innocente, nessuno può dire che è colpevole. Ma c’è prima una questione morale. I fatti che ho letto nella stampa disegnano un sistema politico pericoloso. La invito ad autosospendersi e dimettersi in caso di rinvio a giudizio“. Ha dichiarato il leader di Controcorrente Ismaele La Vardera che ha anche rivolto un messaggio al presidente Schifani, in merito alla possibilità di intervenire sull’assessore Elvira Amata, anche chiedendone le dimissioni.
“Parliamo di un’indagine aperta e non di un condannato. Abbiamo l’obbligo di riportare il tutto nella cornice dello stato di diritto, nel rispetto della magistratura, a cui riponiamo la massima fiducia. Le chiediamo due passi avanti per incoraggiarla ad andare avanti e continuare questo ruolo con grande senso di responsabilità, che l’ha sempre contraddistinto“. Ha dichiarato Giuseppe Geremia Lombardo, presidente dei deputati questori all’Ars capogruppo dell’Mpa.
“Avverto disagio nel leggere queste notizie nei giornali. La figura dell’istituzione parlamentare ne esce male, ne esce fuori che determinati ruoli servano per raggiugere alcuni privilegi. Si devono affrontare i prossimi appuntamenti con la serenità dovuta, dettare le linee programmatiche e dare un segnale al parlamento“. Ha dichiarato il capogruppo del M5S Antonino De Luca che ha sottolineato come più volte aveva già chiesto un dibattito in aula sui casi SeeSicily e Cannes. “Serve un cambio di rotta immediato – ha concluso –. Abbiamo il dovere di rendere conto ai cittadini“.
Intervenuto in aula anche Gianfranco Miccichè: “Non sappiamo di cosa parliamo e non possiamo avviare un dibattito parlamentare su fatti che nessuno conosce. Galvagno deve comunicare all’aula di avere ricevuto un avviso di garanzia, o qualunque altra comunicazione giudiziaria abbia ricevuto. Al presidente Galvagno ho fatto gli auguri affinché si difenda e si liberi da queste accuse. Non si può fare un dibattito parlamentare sui collaboratori, ognuno risponde su se stesso“.
Il capogruppo del PD Michele Catanzaro ha sottolineato come si tratti di “una giornata complessa già dalla conferenza dei capigruppo. Oggi siamo chiamati ad un senso di responsabilità delle istituzioni perché rappresentiamo il popolo siciliano. Come PD abbiamo proposto un’interrogazione sul tema del turismo, anche durante il Governo Musumeci. Sono momenti che impongono una riflessione sul modo di affrontare i prossimi giorni e mesi, visti i prossimi appuntamenti“.
“Ringrazio il presidente Galvagno – ha dichiarato il capogruppo della DC Carmelo Pace – poteva riferire in aula e non aprire il dibattito, invece è stata una sua scelta riferire quello che può e aprire il dibattito a maggioranza e opposizione. Non è un atto di incoscienza, ma l’ennesimo atto di rispetto verso il parlamento. Siamo sicuri che chiarirà ogni aspetto. Il presidente gode ancora della nostra stima, della nostra fiducia e del nostro sostegno. Riteniamo che una parte della stampa abbia esagerato. Una cosa è il diritto di cronaca, una cosa è orchestrare un massacro mediatico. Per questo facciamo appello al garantismo“.
“E’ una seduta surreale – ha invece sottolineato il capogruppo della Lega Salvatore Geraci – non si può discutere di presunti reati ipotizzati. Come gruppo Lega non riteniamo entrare nel merito delle notizie appresa dai giornali. Siamo vicini al presidente Galvagno e confermiamo la nostra fiducia verso la magistratura“.
Cateno De Luca, capogruppo di Sud Chiama Nord, ha ricordato le vicende giudiziarie che anni fa lo avevano coinvolto in prima persona: “Ha il diritto di stare in silenzio. Ho ripensato al mio processo, alla mia famiglia, ai titoli e alle carte che non erano nella mia disponibilità, ma erano nei giornali. E’ una fase delicata alla quale bisogna reagire. Quest’aula non si deve trasformare in un’aula di tribunale. E’ un mancato rispetto verso la magistratura. Alla fine la giustizia arriva, ma ci vuole tempo e pazienza“.
“Quest’aula non può essere un’aula di giustizia. Non esiste interpretazione nella giustizia. Circuito pericoloso parallelo, che determina situazioni imbarazzanti per noi che in questo dibattito stiamo svolgendo un dibattito qualificato“. Ha dichiarato Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia, che ha aggiunto: “Rischiamo di condizionare e di influenzare chi deve giudicare“.
“Ringrazio Galvagno per aver voluto prontamente questo confronto. Non era scontato. E’ uno stillicidio continuo questo racconto all’opinione pubblica, sempre più famelica di cattiveria. Ringrazio il governo qui presente, a partire dal presidente Schifani, e tutti i colleghi presenti e il mio gruppo. Oggi stiamo parlando di una richiesta di proroga delle indagini, un atto dovuto“. Ha dichiarato Giorgio Assenza, capogruppo di FdI, che ha aggiunto come il suo “intervento non solo per la stima nei confronti del presidente Galvagno, ma anche dovuto a richiamare tutto il parlamento ad assumersi le sue responsabilità e non cadere nel cerchio mediatico“.
La riunione dei capigruppo. Miccichè: “Non trasformare l’Ars in circo”
La seduta a Sala d’Ercole è stata preceduta dalla riunione dei capigruppo, convocata per le 12:30. Una seduta dagli animi non molto sereni e conclusa con l’abbandono di Gianfranco Miccichè.
Argomento cardine della discussione è stata l’opportunità di un dibattito in aula subito dopo l’intervento del presidente Galvagno. “Ritengo che Galvagno – ha spiegato Miccichè – debba semplicemente comunicare all’Aula di avere ricevuto un avviso di garanzia, o qualunque altra comunicazione giudiziaria abbia ricevuto. Dopodiché, avviare un dibattito parlamentare su fatti che nessuno conosce, senza sapere quali siano le accuse né il contenuto degli atti, è del tutto fuori luogo e rischia di trasformare l’Assemblea in un circo“.
Le indagini
Galvagno è indagato dalla procura di Palermo per corruzione, per peculato per due finanziamenti pubblici ad altrettante società in cambio di presunte regalie e per l’uso irregolare dell’auto blu. L’inchiesta, anticipata da Repubblica-Palermo, si è arricchita, pezzo dopo pezzo, con le intercettazioni della Guardia di finanza. Nell’occhio del ciclone non c’è solo l’esponente di Fratelli d’Italia. La procura indaga per corruzione anche l’ormai ex portavoce di Galvagno Sabrina De Capitani, che ieri ha annunciato le sue dimissioni, la presidente della Fondazione Dragotto Caterina “Marcella” Cannariato, l’imprenditore organizzatore di eventi Nuccio La Ferlita e Marianna Amato, dipendente della Fondazione orchestra sinfonica siciliana. Nella rosa dei nomi, ieri è sbucata anche l’assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo Elvira Amata.
L’attuale filone d’indagine parte da un’altra inchiesta del 2023, ancora aperta, che riguarda le spese della Regione siciliana per il Festival del cinema di Cannes, quando un finanziamento dell’assessorato al Turismo di 3,5 milioni, veicolato dalla società lussemburghese Absolute Blue (di cui De Capitani era stata key account, prima di diventare portavoce di Galvagno), fu bloccato dal presidente della Regione Renato Schifani per l’esosità della cifra. Dalle intercettazioni per quell’inchiesta del 2023 si è arrivati a scoprire il giro di contributi dell’Assemblea siciliana.