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Il disagio

Infanzia difficile: i problemi “invisibili” che dilagano tra i minori siciliani

giovedì 23 Novembre 2023

È più difficile essere bambini in Sicilia che nel resto dell’Italia. Quella che emerge dal rapporto del Cesvi del 2023 è una situazione allarmante e che fotografa dettagliatamente la concretezza della quotidianità dei minori dell’Isola. È storia recente quella che racconta le vicissitudini di una generazione in cui imperversano la dispersione scolastica, il consumo di stupefacenti ed i maltrattamenti.

Il disagio minorile nel territorio siciliano è una questione antica e che, tra alti e bassi, non è mai stata realmente risolta. Trovare una soluzione a questo tema appare ancor più impellente dal momento che, specie nelle periferie, lì dove non arrivano la formazione e l’educazione da parte dei vari livelli istituzionali, riesce ad annidarsi con disarmante semplicità la criminalità organizzata. Ogni forma di maltrattamento sui minori, infatti, hanno serie ripercussioni non soltanto sui singoli bambini, ma anche e soprattutto sulla società. Disagi psicologici e problematiche relazionali, infatti, vengono spesso riscontrati in soggetti adulti che hanno subìto abusi e maltrattamenti durante la fase infantile e adolescenziale.

La Sicilia, secondo il rapporto Cesvi, è la seconda regione italiana per presenza di fattori di rischio che possano esporre i minori a condizioni di maltrattamento all’infanzia. Il dato si pone in linea di continuità con quanto rilevato anche nel 2021 nel territorio dell’Isola. A preoccupare ancor di più, tuttavia, è la penuria di servizi a livello regionale. L’Isola, infatti, non riesce ancora ad offrire una valida via d’uscita per la cura e la prevenzione del fenomeno, ponendosi al terzultimo posto, davanti soltanto alla Campania ed alla Calabria per quantità e qualità delle prestazioni offerte.

Gli strumenti per superare le criticità evidenziate sono ormai conosciuti da tutti, ma purtroppo non vengono pienamente applicate in Sicilia a causa dell’assenza di progetti a medio o lungo termine che possano seriamente arginare il problema. Su tutti, l’aspetto educativo e formativo deve essere il caposaldo sul quale fondare un tentativo di miglioramento delle condizioni di fragilità socio-familiare con le quali molti minori dell’Isola sono costretti a fare i conti quotidianamente.

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, nell’ultimo periodo si sta discutendo di un consistente ridimensionamento scolastico, attraverso la chiusura di alcuni plessi a seguito di accorpamenti e fusioni. Un ulteriore passo indietro, quindi, che potrebbe provocare un ulteriore incremento dei già preoccupanti dati sull’abbandono e sulla dispersione scolastica.

Inoltre, le difficoltà incontrate dai minori in questa fase esistenziale sono spesso riconducibili alle dipendenze o ai disturbi psicologici dei genitori. L’abuso di alcool e di sostanze stupefacenti, infatti, aumenta le probabilità di abusi fisici, punizioni corporali e aggressioni psicologiche contro i bambini. In alcune città siciliane come Palermo, non a caso, il consumo di alcune droghe come il crack è diventato una vera e propria emergenza territoriale, che coinvolge quasi ogni fascia d’età. In queste situazioni drammatiche si può creare, quindi, un vero e proprio dramma nel dramma.

Alle già complesse condizioni socio familiari con le quali alcuni minori siciliani sono costretti a fare i conti, si aggiunge anche la scarsa presenza di spazi e servizi alla loro portata. Le condizioni di trascuratezza nella quale versano alcuni parchi cittadini, la carenza di infrastrutture sportive (e non solo) e l’intrusione della piccola e grande criminalità organizzata sono gli ostacoli da superare costantemente per evitare il contatto con percorsi devianti.

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