Intervenuto durante il webinar “Mettiamo i trasporti su una buona strada” organizzato da Cgil Sicilia il Presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale Pasqualino Monti ha parlato della situazione infrastrutturale della Sicilia.
In prima battuta Monti ha spiegato come la posizione logistica sia, in assenza di sviluppo industriale, un vantaggio solamente potenziale: “La Sicilia certamente oggi si trova in una posizione geografica meravigliosa però non vorrei che questa sua posizione favorevole rispetto al traffico e alla potenzialità che si potrebbero creare rimanesse come la famosa frase ‘una meravigliosa piattaforma adagiata sul Mediterraneo’. Diventa fondamentale per il paese e per la Sicilia avere una rete intermodale che funzioni molto bene. La domanda che dobbiamo farci non è cosa ci offre il mercato ma cosa noi offriamo al mercato. Noi abbiamo in Sicilia dei porti che sono dei porti di ingresso ne piccoli ne grandi, giusti per il mercato siciliano ma non c’è un porto alto, che può gestire la quota di transhipment che oggi viene gestita fondamentalmente dai porti del Nord Africa, da La Valletta, in parte dal Pireo e in misura ridottissima dal Porto di Genova. Il porto guarda a mare per le importazioni/esportazioni e guarda a terra per la trasformazione. Un’isola che alle spalle dei propri porti non ha sviluppo industriale e un’area che se anche è interconnessa non può dare risposte al transhipment altrimenti si trasforma in quella grande piattaforma nella quale sono stati investiti soldi ma che non avendo spalle industria diventa un luogo di cassaintegrati“.
Il presidente dell’Autorità Portuale ha poi sottolineato come sia importante impostare la programmazione in modo poli-settoriale e non monotematico: “Per evitare gli errori del passato forse è il caso di fare un ragionamento in termini di intermodalità. Quando si parla della sola infrastrutturazione e non si accompagnano i fondi infrastrutturali con una decisa azione che non può essere quella messa in campo per le ZES ma una decisa azione politica, fiscale e di industrializzazione secondo me si coglie soltanto il 20-25% degli investimenti”.
Monti ha poi spiegato, in relazione al porto di Palermo, come tutta la programmazione di investimenti sia stata fatta in modo funzionale alle esigenze di mercato e di produzione di sviluppo: “Noi a Palermo abbiamo programmato in tre anni e mezzo investimenti per 298 milioni di opere ma non lo abbiamo fatto per dare occupazione e lavoro e alle imprese e ai loro lavoratori ma abbiamo accompagnato quelle opere parlando con il mercato e cercando di comprendere come quelle opere potessero essere utili al mercato. Abbiamo chiuso la convenzione con le crociere per la piattaforma crocieristica; abbiamo chiuso l’accordo con la Fincantieri, non solo per fare la manutenzione ma anche per costruire le navi nel porto di Palermo, abbiamo chiuso gli accordi per cercare di incrementare il traffico di Transhipment dal Nord Africa, alla Tunisia e all’Algeria e farlo arrivare in Sicilia e abbiamo programmato i nostri investimenti infrastrutturali sulla base di quello che chiedeva il mercato”.
Il presidente dell’autorità ha sottolineato come una chiave fondamentale di sviluppo sia l’incremento dei volumi e come sia importate lavorare sull’interconnessione infrastrutturale: “La risposta che noi abbiamo non è solamente il potenziamento dell’infrastrutture e nel mantenimento delle stesse ma è nell’incremento di volumi che genera una stabilità nell’occupazione che è dimostrata dall’accordo che abbiamo sottoscritto con la Cgil che ci ha consentito nel 2020 di incrementare i nostri volumi del 20% rispetto al 2019 ma anche di stabilizzare dare lavoro a circa 200 nuove unità. Per il sistema che si muove attorno a un nodo strategico come quello della Sicilia è importante far dialogare le reti di trasporto, realizzare in due tre zone della Sicilia degli interporti che funzionano, eliminare la legge sulla ZES, che per quella che è la mia opinione, va a creare complicazioni nell’ambito amministrativo quando ci vorrebbe semplificazione, e destina 50 milioni in aree molto ampie. 50 milioni possono servire solo a piccole aree che già occupano i territori siciliani industriali, certo è un passo in avanti ma è insufficiente. Dialogo tra le modalità di trasporto, piano industriale e piano fiscale di sostegno: a quel punto creare un gruppo unico nel Mediterraneo che sia in grado di affrontare l’aumento di traffico che proviene dall’allargamento del Canale di Suez”.
In merito alla creazione di piattaforme di Transhipment Monti ha espresso le sue perplessità di merito, legate sempre all’assenza di sviluppo industriale: “Quando sento parlare di piattaforme di Transhipment mi preoccupo. Il Transhipment è un elemento che crea ricchezza e occupazione solamente se ha alle sue spalle ha l’industria e la trasformazione. Se riguarda solo il trasbordo delle merci tra Navi crea un volume di povertà generalizzato. Bisogna affrontare il discorso in termini interistituzionali un unico grande piano industriale per una terra che ha delle potenzialità incredibili”.
Monti ha poi sottolineato come sia fondamentale la sinergia tra le le istituzioni e le società di trasporti per creare delle reti più funzionali e conesse rispetto a quelle attuali: “Se io devo trasferire i miei crocieristi o le mie merci e si perde così tanto tempo si riduce la possibilità di sviluppo delle aree industriali perché non c’è interconnessione tra di loro. In termini di efficienza bisogna pensare la macchina in modo differente rispetto al passato. Avere i vari piani di trasporto separati e non integrati può creare problemi non da poco. Oggi la Regione sta ragionando in termini di integrazione, l’altra volta abbiamo fatto una riunione che andava in questa direzione, la macchina si sta muovendo”.
Il presidente dell’Autorità portuale ha poi dettagliato il piano di investimento attuato per i Porti della Sicilia Occidentale e in particolar modo per quanto riguarda Termini Imerese: “Con Recovery Fund si è deciso di investire su una parte che non eravamo riusciti a gestire nei primi tre anni. Da un lato il consolidamento delle infrastrutture che hanno valenza strategica nel mediterraneo. 67 milioni per il dragaggio di Trapani, 42 milioni per la piattaforma GML porto Empedocle, 78 milioni per i consolidamenti per le infrastrutture del Porto di Palermo. A Termini abbiamo iniziato le fasi di dragaggio consolidato il sopraflutto ed entro la fine dell’anno si concluderanno di lavori del modulo di sottoflutto: finalmente Termini Imerese non sarà più un porto inutile senza infrastrutture ma un porto dimensionato per l’area che potrà dare risposte alla piattaforma. Avere una piattaforma portuale sotto un’area industriale significa dare una risposta alla stessa e al mercato differente rispetto al passato”.
Monti in conclusione ha annunciato un protocollo d’intesa per un progetto con Anas ribadendo la necessità di fare sistema sotto il profilo infrastrutturale e industriale: “Abbiamo ragionato con Anas, Comune di Palermo e provveditorato e sottoscritto un protocollo di intesa con, 1,4 milione per lo studio di fattibilità, che intende costruire una doppia canna che passa sotto la città di Palermo e connette due arterie fondamentali, A29 e A19, togliendo una mole di traffico importante all’interno della città. Deve esistere un piano industriale di sistema che tenda a far dialogare le diverse modalità di trasporto e sviluppo al sistema industriale che sorge alle spalle di ogni porto. Bisogna lasciarsi alle spalle la rassegnazione e impegnarsi per cercare assieme di consegnare un piano industriale, che non deve essere quello di un porto, di un aeroporto o di una ferrovia ma quello dell’intero sistema siciliano”.