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il nuovo format video presentato da ilSicilia.it

“Invito in Sicilia. Le meraviglie di casa nostra”: alla scoperta delle bellezze di Caltagirone (Ct)

mercoledì 21 Dicembre 2022

Storia, cultura e identità dei territori culturali. Questo e tanto altro è “Invito in Sicilia. Le meraviglie di casa nostra” il nuovo format video de ilSicilia.it, composto da 10 puntate, è presentato da Giuseppe Santostefano, in collaborazione con la Regione Siciliana e l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

Andremo alla scoperta dei parchi archeologici e dei musei, le grandi ricchezze sostenute dalla Regione Siciliana per valorizzare l’identità storica e culturale. Faremo un viaggio in queste realtà, spesso poco conosciute, per dare un volto alle persone che ogni giorno li rendono vivi e ai valori che li caratterizzano.

Questa puntata continua nel territorio catanese, precisamente ci spostiamo a Caltagirone e a Mineo.

Il Parco Regionale delle Ceramiche di Caltagirone si trova all’interno dei Giardini Comunali e “nasce negli anni ’60 per volere di Antonino Ragona, noto ceramologo e ceramista caltagironese e studioso della ceramica calatina e siciliana, e di Don Luigi Sturzo, allora parlamentare della Repubblica a Roma.” Ci introduce così alla storia del museo Andrea Patanea, archeologo e Direttore del Museo delle Ceramiche di Caltagirone e delle zone archeologiche di Castellito in Ramacca e Paliké, in località Rocchicella, a Mineo.

“Il museo offre una panoramica della ceramica prodotta a Caltagirone e in vari luoghi della Sicilia, dalla preistoria fino al ‘900 inoltrato”.

Il museo raccoglie al suo interno anche molti esemplari di ceramiche greche, provenienti direttamente da Atene e ritrovati in giro per la Sicilia, in memoria del luminoso passato in cui la nostra Isola era un importante polo della Magna Grecia.

Ma non solo ceramiche. Al museo di Caltagirone si celebra quest’anno anche un importante compleanno, quello di Giacomo Bongiovanni. L’artista, nato 250 anni fa, è ricordato ancora oggi per la sua maestria e la cura nella realizzazione di figurine in terracotta che mostravano momenti della quotidianità contadina e che sono attualmente esposti al museo di Caltagirone. La bellezza della sua arte ispira ancor oggi i ceramisti di tutta la Sicilia.

Il Museo della Ceramica raccoglie pezzi provenienti da Burgio, Palermo, Castelbuono e una notevole collezione di ceramiche da giardino. Fra la fine dell’800 e l’inizio del 900, infatti, si afferma a Caltagirone una ricca borghesia nella quale dilaga la moda di adornare i giardini delle proprie ville con statue di ceramica.

L’anno prossimo sarà inaugurata la nuova sede del museo, all’ex convento di Sant’Agostino, acquistato dalla Regione Siciliana ed è tutt’ora in fase di ristrutturazione in cima alla monumentale scala di Santa Maria del Monte.

Il nostro viaggio prosegue nell’area archeologica di Paliké, nella valle del fiume Margi, nel piano della piana di Catania. A partire dagli anni ’90, la sovrintendenza di Catania, con la guida dell’archeologa Laura Maniscalco e in collaborazione dell’Università della Florida, sono state messe in luce delle stratificazioni antropiche che ci hanno fornito delle interessanti informazioni per lo studio dell’occupazione greca in questa parte della piana di Catania.

Qui i Greci incontrarono i  Siculi, delle popolazioni indigene che vennero pian pino assimilate all’interno della colonia attica“, spiega Andrea Patanea. “La piana di Catania però nasconde anche un importante fenomeno geologico, davvero unico nel suo genere. La piana, che normalmente è composta da rocce di tipo calcareo, presenta un enorme masso lavico, nato da un vulcanismo precedente alla formazione del sistema vulcanico dell’Etna”. In questa montagna furono aperte diverse grotte artificiali, sfruttando aperture naturali, in cui sono state rinvenute diverse tracce di umane a partire dall’età Neolitica.

Quello nella piana di Catania, è un viaggio tra storia e mito. Infatti, trova origine proprio qui, grazie alla presenza di due laghi di acque calde, manifestazione di attività sub vulcanica, il mito dei fratelli Palici, che fu assimilato in età greca al mito dei gemelli Dioscuri e attorno ai quali nacque un santuario.

“E’ proprio il mito dei Palici a dare nome all’area archeologica di Paliké. I fratelli, erano figlia di Zeus e della ninfa Talea e la zona era considerata sacra già in epoca preistorica, sotto i Siculi.” Ci spiega l’archeologo Patanea. “Fu proprio qui che si ebbe l’ultima manifestazione storica dell’identità di queste popolazioni.”

Il nostro itinerario si conclude con l’Antiquarium dell’area archeologica di Paliké. Si trova all’interno di un’antica masseria e raccoglie i reperti rinvenuti nel corso degli scavi ancora in corso nella zona grazie all’importante contributo dell’Università della Floride e dell’Università di Catania.

L’Antiquarium è corredato di un’aula multimediale e di un ricco apparato didattico e didascalico pensato anche per le scolaresche. I bambini infatti, hanno anche la possibilità di effettuare delle simulazioni di scavo archeologico, con tutte le operazioni connesse allo scavo alla catalogazione e al restauro dei reperti.

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