Un viaggio alla scoperta dei nostri parchi archeologici e dei nostri musei, tra storia, cultura e identità dei territori culturali: questo e tanto altro è “Invito in Sicilia. Le meraviglie di casa nostra”. Il nuovo format video de ilSicilia.it, composto da 10 puntate, è presentato da Giuseppe Santostefano, in collaborazione con la Regione Siciliana e l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Protagonista di questa nuova puntata di “Invito in Sicilia” il vasto Parco archeologico di Tindari, composto da diversi siti della provincia di Messina.
Prima tappa è proprio il sito di Tindari, il più importante ed esteso, noto soprattutto per il Santuario della Madonna Nera. A farci da guida è stato il direttore del Parco archeologico, l’architetto Anna Maria Piccione: “Si tratta di un percorso di circa 150km. Il Parco archeologico di Tindari comprende diversi siti: Milazzo, Terme Vigliatore, con villa romana, Tripi, Tindari, la villa romana di Patti, Capo d’Orlando, con l’antiquarium nella sede comunale, Gioiosa Guardia, San Fratello, Acque Dolci, con la San Teodoro, e Alesa“.
Con l’archeologa Maria Ravesi abbiamo fatto un tour per conoscere la città di Tindari, le sue origini e la sua composizione, il teatro, nato con i greci nel terzo secolo a.C. e poi trasformato in anfiteatro dai romani, per i loro giochi ludici e gli spettacoli dei gladiatori, e la villa romana di Patti.
“Tindari è stata fondata dai greci nel 396 A.C., per volere di Dionigi di Siracusa. La città aveva un’importanza strategica e la sua funzione era quello di difendere il territorio lungo la fascia costiera e dell’entroterra, così come Taormina o Alesa. Ha tutte le caratteristiche di una città greca. Come ad esempio la lunga cinta muraria di 3km di cui era dotata“.
La villa romana di Patti, con i suoi pavimenti e i suoi mosaici, risale al IV secolo d.C e “fu scoperta nel 1973, durante la realizzazione dei pilastri per costruzione dell’autostrada Palermo-Messina. La villa non solo era un luogo di otium ma anche un centro economico“.
L’Architetto Rocco Burgio ci ha portato alla scoperta del sito archeologico di Alesa. “Il sito sorge su una collina isolata protesa verso il Tirreno e ha una forma davvero caratteristica. Alesa è una città greca fondata nel 403 a.C. e prende il nome del fondatore: il tiranno Arconide di Herbita. E’ divisa in due settori, il settore meridionale, quello meglio indagato dalle ricerche archeologiche degli anni ’40 e la parte superiore, a nord, con il santuario più importante della città“.