Triste destino per alcune Ipab siciliane, quelle inattive. Un epilogo già annunciato mesi fa, ma che adesso acquisisce concretezza. Oggi la Commissione Affari istituzionali, presieduta da Ignazio Abbate, ha votato il disegno di legge che vede come relatore lo stesso democristiano e che prevede la messa in liquidazione degli Istituti pubblici di assistenza e beneficenza.

Gli Ipab sono tornati al centro del dibattito grazie al ddl presentato dal presidente della Regione Renato Schifani, su proposta dell’assessore per la Famiglia, le politiche sociali e il lavoro Nuccia Albano.
Continui e ripetuti sono stati i buchi nell’acqua. Una lunga maratona di rinvii in atto da circa 30 anni.
Finalmente ha avuto inizio una discussione più intensa, rivolta a sollevare alcune delle criticità emerse nelle scorse sedute, dalla copertura finanziaria al destino dei dipendenti. Se per la prima servono maggiori approfondimenti per non gravare soltanto sulle previsioni del futuro, per la seconda è necessario scongiurare il rischio di un nuovo bacino di precari.
Come avevamo già visto (clicca qui) in Sicilia si parla di 122 Ipab, di queste solo 46 hanno un consiglio di amministrazione. Ben oltre la metà, 68, sono commissariati, perché il cda fatica a trovare persone disponibili ad insediarsi, proprio a causa dello stato di difficoltà in versano le strutture e dunque viene da sé la nomina di un commissario straordinario. La situazione è ancora più grave in 7 Istituti, dove a mancare sono sia il consiglio che il commissario e nessuno è disposto ad accettare l’incarico.

Dalle strutture al dato economico. L’Inps, ad esempio, vanta un credito di circa 26 milioni di euro (da verificare con esattezza con i riscontri incrociati con i vari enti). Ammontano invece a circa 19,5 milioni i debiti verso il personale (una parte sono computati una quota a parte del debito verso l’Inps). Mentre il disavanzo dichiarato è di quasi 11 milioni di euro. Cifre da capogiro. Debiti, da evidenziare, che non sono della Regione Siciliana, bensì di ogni struttura, in quanto enti muniti di personalità giuridica. Più complesso quantificare invece ad oggi i dati in termini di valore del patrimonio, ma che comunque dovrebbero essere maggiori rispetto ai debiti.
La novità
Il disegno di legge prevede, appunto, la liquidazione di quelle Ipab che risultano inattive da oltre due anni e presentano gravi difficoltà finanziarie e gestionali, si tratta di circa un terzo di tutti quelli complessivi a livello regionale. La giunta regionale dopo l‘accertamento dello stato di insolvenza, procede quindi alla nomina di un commissario liquidatore per una o più delle suddette Ipab, in ragione del loro patrimonio.
Una norma che da la possibilità di poter mettere in vendita questi immobili prima che si distruggano o si perdono, e dall’altro supportare economicamente i lavoratori, coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato che non percepiscono stipendio da due anni. Questi, verranno inseriti in un elenco e utilizzati dai Comuni per svolgere le attività sociali. Gli enti locali, i distretti socio assistenziali e le Asp possono attingere all’elenco unico per la realizzazione di progetti in ambito socio-sanitario finanziati dalla Regione con quota parte dello stanziamento annuale.
Una soluzione per salvaguardare i livelli occupazionali.
Messi a disposizione, inoltre, un terzo dei trasferimenti che annualmente la sezione fa a tutte le Ipab siciliane, che in questo specifico caso sono all’incirca 1 milione e 200 mila euro.
Un emendamento prevede che i commissari liquidatori, che verranno individuati tra professionisti iscritti all’albo degli avvocati e dei dottori commercialisti, e dipendenti regionali che ne abbiano le caratteristiche, previa comparazione dei titoli posseduti e delle esperienze professionali maturate, provvederanno prioritariamente a regolarizzare la posizione contributiva e previdenziale del personale e al soddisfacimento di eventuali crediti maturati da effettiva ed esclusiva prestazione di lavoro presso le istituzioni, che deve essere attestata da parte del responsabile protempore della struttura.
Dall’attivo della liquidazione di ogni singolo ente è prelevato in solido l’importo per la copertura delle spese relative alla procedura di liquidazione di tutti gli enti oggetto dell’incarico. L’assessore regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro è autorizzato a fissare con proprio decreto la misura del compenso per i commissari liquidatori.
Oggi stesso il disegno di legge, di cui è relatore Ignazio Abbate, andrà in commissione Bilancio per il suo parere. Poi tornerà per il voto finale in commissione Affari istituzionali e in aula per l’approvazione.