È già in Giunta regionale un disegno di legge che prova a superare le criticità del cosiddetto “protocollo Scavone” in merito agli ispettori del lavoro in Sicilia. Proprio in queste ore l’assessore della Famiglia e del lavoro Nuccia Albano ha risposto all’interrogazione parlamentare dell’onorevole Michele Catanzaro che chiedeva lumi su una questione che sembrava ferma da mesi.
“Intanto, è già stato pubblicato un atto interpello – scrive Albano – a seguito del parere dell’ufficio legislativo della Presidenza della Regione, che ha ammesso la possibilità di attribuire l’incarico (di ispettori del lavoro, ndr) agli istruttori direttivi, per sopperire alle carenze di personale con qualifica di funzionario”.
Si tratta pur sempre di una soluzione-tampone, in vista della votazione all’Ars del disegno di legge che, su proposta del Ministero, potrebbe scavalcare il problema di competenze su cui tutto si era bloccato.
Per poter controllare ogni singola azienda e ogni singolo ente in Sicilia ci si impiegherebbero oltre 20 anni. È quanto emerge se si fa riferimento al numero degli ispettori del lavoro attualmente a disposizione sull’Isola.
COSA PREVEDE IL DL 48/2023 PER LA REGIONE SICILIANA
Se qualcosa si era mosso qualche mese fa, ad oggi nulla è cambiato. Da un lato, c’è il decreto legge 48 del 4 maggio 2023 che prevede che per l’attività di vigilanza venga destinato un numero “imprecisato” di ispettori alla Regione siciliana. All’articolo 16, infatti, si legge che: “Al fine di potenziare le attività di polizia giudiziaria in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, di rapporti di lavoro e di legislazione sociale, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, nell’ambito del personale già in servizio, individua un contingente di personale ispettivo adeguatamente qualificato che, avvalendosi delle strutture messe a disposizione dall’Inps e dall’Inail, è impiegato sul territorio della Regione siciliana nonché delle Province autonome di Trento e di Bolzano”.
“Abbiamo inoltrato – afferma Ignazio Baudo, della segreteria della Uil Sicilia – una formale richiesta di incontro all’assessore Albano, per capire e affrontare le criticità che ad oggi non permettono di rendere esigibile il protocollo siglato fra Inl nazionale e assessorato al Lavoro. Tale protocollo aprirebbe la strada al rimpinguamento di organico che lo stesso assessorato individuava in 26 unità, il numero degli addetti necessari. È bene ricordare che il numero degli attuali ispettori disponibili in Sicilia è di circa 64 unità, un numero questo troppo esiguo per poter garantire un servizio ispettivo capillare considerato che in Sicilia ci sono 360 mila imprese. La media europea degli organici ispettivi è di 1 ogni 10 mila lavoratori, in Sicilia è di 1 ogni 20/25 mila. Resta ben inteso che riteniamo che il protocollo, superate le criticità, sia lo strumento più funzionale per la tempistica e immediata efficacia e che consentirebbe l’impiego quasi imminente delle figure ispettive. Ad ogni modo e in alternativa, considerato che il blocco del turn over ha impedito in ricambio generazionale e ridotto ai minimi termini determinate figure professionali, la Regione – conclude Baudo – potrebbe attraverso una interlocuzione con il governo nazionale chiedere una deroga e bandire un concorso per questo determinato campo di intervento che rappresenta una vera emergenza sociale. In ogni caso e in attesa, come soluzione tampone, si potrebbe spostare del personale, qualificarlo e impiegarlo per fini ispettivi”.