“In un’epoca caratterizzata da trasformazioni rapide e globali, il tema dell’integrazione e della cittadinanza diventa sempre più centrale nel dibattito pubblico. Tra le diverse proposte legislative in discussione, lo ius scholae rappresenta una possibilità concreta per dare una risposta equilibrata e ragionevole a una questione cruciale: l’inclusione dei giovani nati e cresciuti in Italia da famiglie di origine straniera.
Lo ius scholae prevede la concessione della cittadinanza italiana ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo di studi di almeno cinque anni in una scuola italiana. Questa proposta non è solo una norma tecnica, ma una scelta di valore che incarna alcuni dei principi fondanti della nostra Repubblica: uguaglianza, solidarietà e coesione sociale“. Queste le parole dell’assessore alle Attività Produttive della Regione Siciliana Edy Tamajo.
Una risposta equilibrata a un tema complesso
“Molti giovani di origine straniera– prosegue – sebbene nati e cresciuti in Italia, non sono ancora riconosciuti come cittadini italiani. Vivono e respirano la nostra cultura, parlano la nostra lingua e partecipano attivamente alla vita delle nostre comunità. Tuttavia, l’attuale normativa spesso li esclude da un diritto fondamentale, lasciandoli in una posizione di incertezza e precarietà. Lo ius scholae non è una misura che apre indiscriminatamente le porte della cittadinanza, ma anzi stabilisce dei criteri chiari e concreti. Il completamento di un ciclo scolastico è un segnale forte dell’avvenuta integrazione, dimostrando la volontà di partecipare pienamente alla vita del Paese. È una proposta che bilancia il riconoscimento di un diritto con la necessità di garantire un percorso di integrazione reale e consapevole”.
Un investimento per il futuro del Paese
“Garantire la cittadinanza – continua – a chi ha dimostrato, attraverso il percorso scolastico, di appartenere alla comunità italiana, non è solo un atto di giustizia sociale. È anche un investimento per il futuro del Paese. I giovani sono il motore del nostro sviluppo e dell’innovazione. Riconoscere loro il diritto di essere cittadini a tutti gli effetti significa incoraggiare la loro partecipazione attiva e responsabile alla costruzione del futuro. Questa legge avrebbe anche un impatto positivo sulla percezione stessa dell’Italia nel mondo. Una nazione capace di accogliere e valorizzare le diversità è una nazione che sa affrontare le sfide globali con apertura e lungimiranza. È un messaggio di inclusione che rafforza il nostro tessuto sociale e che ci rende più competitivi e dinamici a livello internazionale”.
La forza della moderazione e del dialogo
“Il cammino verso l’approvazione dello ius scholae – prosegue –richiede dialogo e confronto tra tutte le forze politiche, senza pregiudizi e senza sterili contrapposizioni. L’Italia ha una lunga tradizione di moderazione e di costruzione di consenso su temi che riguardano i diritti fondamentali. Su una questione così delicata e importante, è fondamentale ritrovare quello spirito di unità e collaborazione che ha sempre contraddistinto le scelte più importanti della nostra storia.
Lo ius scholae rappresenta un’opportunità per riaffermare quei valori che ci uniscono, al di là delle differenze politiche: il rispetto per le persone, la centralità della scuola come luogo di crescita e integrazione, e la costruzione di una società più giusta e solidale”.
“Sostenere lo ius scholae – conclude Tamajo – significa riconoscere il contributo che migliaia di giovani già danno al nostro Paese e offrire loro la possibilità di sentirsi finalmente parte integrante di una comunità che amano e che vogliono arricchire con il loro impegno e il loro talento. È una scelta di civiltà che guarda al futuro con fiducia e responsabilità”.