La vostra Patti Holmes vuole giocare con gli indizi e guidarvi nel cuore di una manifestazione di suggestiva e struggente bellezza, la Casazza. Scoprirete quale attraverso gli indizi:
1) Siamo diretti in provincia di Enna
2) Nella città chiamata dei 24 Baroni
3) Identificata con Engio, Erbita e Imachara, tre città dell’antichità di cui non si hanno prove certe
4) L’attuale nome deriverebbe da Nikou Oikos e significherebbe “città di San Nicola”
5) Fondata probabilmente dai Bizantini
6) Per gli Arabi, Niqusìn
7) Con un particolarissimo dialetto gallo-italico, tuttora parlato degli adulti, dovuto alla conquista da parte dei Normanni che, durante il processo di latinizzazione della Sicilia, la ripopolarono con una colonia di lombardi
8) Una Cattedrale dalle variopinte capriate del soffitto ligneo dipinto
9) La Chiesa di San Vincenzo con gli affreschi del Borremans
10) Casette solerate, disposte su vari piani e attraversate dalle tipiche stradine medievali.
Cari miei Watson, avete capito qual è la nostra affascinante meta? Ebbene sì, siamo diretti a Nicosia, città con vicoli e “chintane” che s’inerpicano in alto, verso i cinque colli, o giù, verso l’ampia piazza dominata dalla Cattedrale di S. Nicolò, a cui fanno da corona alcuni dei più bei palazzi baronali e, ancora più in basso, verso gli antichi quartieri contadini di Mammafiglia e S. Michele sul versante sud e S. Cataldo sul versante nord, che caratterizzano la Nicosia medievale, rinascimentale, barocca e Neo-classica.
ORIGINI DELLE CASAZZE
In questa cittadina calata nella storia, ma avvolta dal mito, assisterete a rappresentazioni itineranti figurate, con personaggi in costume d’epoca divisi in gruppi simboleggianti episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento, chiamate Casazze, che ebbero origine a Genova e il cui termine deriverebbe, probabilmente, dal luogo di ritrovo, grandi case dette appunto casacce o casazze, delle Compagnie dei Disciplinanti o Flagellanti, formatesi intorno al 1260. Nelle Casazze, in cui si riunivano per pregare, i confratelli, terminata la preparazione spirituale, partecipavano in processione seminudi ed armati di flagelli per autopunirsi. A Genova l’usanza si è perduta all’inizio del XIX secolo, ma sopravvissuta a Savona e in altri paesi liguri, è approdata in Sicilia, intorno al Cinquecento, grazie alle strette relazioni commerciali tra Genova e Palermo.
Per avere notizie delle “Casazze“ in Sicilia dobbiamo perciò risalire al 1591 quando a Palermo si ha memoria di un rito celebrato dalla Reale Confraternita della Madonna de’ la Soledad. Da allora un po’ in tutta l’isola si ebbe la loro diffusione e, col passare degli anni, all’originario spirito religioso si aggiunse anche una ricercata spettacolarizzazione dell’evento che, comunque, mantenne sempre l’originario pathos mistico. Tra il XVI e il XVIII secolo acquistarono eccezionale sfarzo.
LA CASAZZA DI NICOSIA
Fra le numerose “Casazze”, quella di Nicosia fu, da subito, probabilmente, la più sontuosa , come riferisce S. A. Guastella nel suo Libretto di utili cognittioni (sec. XVII) che, raccogliendo i canti carnascialeschi in cui si indicavano gli estrosi soprannomi, ciurii bagiani, di terre e paesi della Sicilia seicentesca, riguardo Nicosia, così riportava: “…Larruna, e ran tabbaccu a Licuddia, li ippisara e li scecchi allintati; ppi prucissioni vinci Nicuscia“, in riferimento proprio alla Processione della Settimana Santa perché vi si portavano in giro “…tutti li personaggi del Passio e tutti sono vestiti di vestimenta preciosissime“. La grandissima cassa di risonanza della Casazza di Nicosia è da ricercarsi nella sana competizione dei Nobili Baroni, che finanziavano le varie scene itineranti e facevano a gara, fra loro, a chi realizzasse la più bella e più opulenta.
Alla fine dell’Ottocento la Casazza di Nicosia, che era composta da 35 scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, veniva rappresentata il Giovedì Santo, durava circa 12 ore e vedeva la partecipazione di oltre 4.000 fra attori e figuranti. Questo grandissimo evento, che si muoveva da piazza San Francesco di Paola alle 9 del mattino per concludere il suo percorso itinerante per le vie della città alle 21 in piazza Garibaldi, portava a Nicosia più di 15.000 visitatori. La Casazza di Nicosia, fu descritta nei dialoghi e nelle scene, come in una vera e propria partitura scenografica, dal Protonotaro Apostolico della chiesa di San Nicolò “don Santo De Luca”, che fornì una dettagliata descrizione dei dialoghi e dei costumi. Alcune copie dei manoscritti perduti vennero fortunatamente trovate fra le cataste relegate in soffitta da un nobile locale, il barone Salomone, che le ha trascritto, trasmettendole per intero. Pochi anni addietro, Giovanni D’Urso e Salvatore Lo Pinzino, esperti conoscitori e appassionati della storia locale, ne hanno ricavato un libro dal titolo: “La Casazza di Nicosia”.
LA CASAZZA, OGGI
Nel 2016, grazie ai suddetti manoscritti, si è recuperata questa antica tradizione drammaturgica, progettandone le rappresentazioni come in un film a puntate , 3 o 4 scene per ogni anno, visto l’impossibilità di sostenere economicamente la spesa di tutte e 35 le scene, dei relativi costumi e dei circa 4000 attori e figuranti per montare l’intera rappresentazione in un’unica edizione. L’impegno e la dedizione del mondo associativo nicosiano, ha permesso di riproporre durante la prima edizione, quella del 2016: l’Entrata di Gesù a Gerusalemme, il Tradimento di Giuda e l’Ultima Cena. Nel 2017: Gesù che fa orazione nell’orto degli ulivi, Gesù nel Sinedrio e il processo di Pilato. Quest’anno, invece, una delle pagine più emozionanti e coinvolgenti, la flagellazione e la crocifissione di Cristo.
Già dopo la seconda riedizione del 2017, la manifestazione “la Casazza di Nicosia” è stata inserita nel REIS (Registro Eredità Immateriali Siciliane) tenuto dal Dipartimento Regionale dei Beni Culturali che, patrocina e sostiene l’evento in concomitanza con l’assessorato regionale al turismo che sentitamente ringraziano. Da gennaio 2018, si è costituito il coordinamento associativo “la Casazza di Nicosia” finalizzato alla salvaguardia, valorizzazione e riqualificazione del patrimonio culturale materiale e immateriale del territorio e principalmente dell’evento sacro itinerante da cui prende il nome. Al coordinamento aderisce gran parte del tessuto sociale nicosiano.
Salvo Burrafato, Gruppo Promozione & Marketing, che, con i suoi racconti appassionati riesce a trascinare in questa atmosfera rarefatta e senza tempo, così ne parla: “Far rivivere per le strade di Nicosia, dopo circa 160 anni, questa antica e grandiosa manifestazione, era un ambizioso ed ardito sogno che, con spirito di sacrificio, sinergia, coesione sociale, legame viscerale e dedizione per la propria cittadina, è finalmente diventato realtà. L’evento, già dalla prima riedizione del 2016, ha visto coinvolto il mondo associativo nicosiano e tutti gli uomini di buona volontà che, spontaneamente, si offrono volontari per quello che ormai, è divenuto uno fra i più importanti eventi sacri della Sicilia e quindi l’orgoglio della città di Nicosia. Un ringraziamento doveroso e particolare, va all’Amministrazione Comunale di Nicosia per il sostegno e il patrocinio dell’evento, quindi al Sindaco Luigi Bonelli e all’Assessore Ivan Bonomo, per la fattiva ed instancabile dedizione profusa a favore della manifestazione”.
Nicosia vi aspetta il 20, 21 e 22 aprile (quattro gli appuntamenti alle 16, 18, 20 e 22) per una emozionante, quanto tragica, rievocazione di una delle più drammatiche pagine della storia. Anche la vostra Patti Holmes, che non può perdersi questo evento di rara bellezza, sarà presente per goderne tutta la magia.
https://www.lacasazzanicosia.it
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