Il maltempo ha devastato i raccolti, i campi e le produzioni agricole hanno subito gravi danni; si temono milioni di euro di perdite per gli agricoltori. “Carciofi e altri ortaggi distrutti, aziende isolate, animali senza pascolo, muri di contenimento e arterie viarie interne devastati“. È questo il bilancio regionale del maltempo secondo la Coldiretti siciliana che sottolinea come nell’agrigentino, in tutta la fascia di Canicattì dove si produce uva da tavola, serre e tendoni sono stati abbattuti con danni enormi.
“In tutte le zone di montagna come Cammarata (Ag) – prosegue l’organizzazione – è difficile raggiungere le imprese zootecniche per via delle neve e non è possibile né alimentare gli animali né ritirare il latte. Stessa situazione sulle Madonie e sui Nebrodi, in particolare nella zona di Montalbano Elicona ma in generale in tutte le aree interne. Nel catanese molti ettari di ortaggi sono stati distrutti dal gelo così come nella fascia ionica del messinese“.
I presidenti di Cia e Confagricoltura Catania Giuseppe Di Silvestro e Giovanni Selvaggi chiedono intanto un incontro urgente per chiarire lo stato dell’arte dei bandi ed evitare che l’esasperazione di molti agricoltori ed allevatori degeneri maggiormente e scrivono una lettera indirizzata al presidente delle Regione Rosario Crocetta e all’assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici
“In Sicilia vi sono circa 8 mila aziende agricole che hanno partecipato al ‘bando del biologico 2013’ e che ad oggi non hanno alcuna certezza dei propri diritti. Moltissime aziende agricole siciliane che hanno mantenuto impegni – aggiungono Di Silvestro e Selvaggi, ritenendo che la Regione possa sbloccare l’attuale paralisi anche alla luce del parere del Cga del 15 dicembre 2016 – non ricevono più nessun contributo e le aziende agricole che hanno ricevuto i fondi fino al blocco dei finanziamenti si trovano ancora oggi a fare i conti col dubbio di dover restituire le somme già percepite e per la Misura 11 del Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 i contributi richiesti dalle aziende agricole a oltre 18 mesi dalla data di presentazione delle domande sono fermi al palo”.
I due concludono ricordano come sia trascorso ormai quasi un anno dal blocco dell’erogazione dei finanziamenti previsti dalla misura 214 del Psr, Piano di Sviluppo Rurale 2007/13, per sostenere le produzioni biologiche ed integrate e gli allevamenti delle razze in via d’estinzione a causa del ricorso di alcuni agricoltori e allevatori esclusi dalle graduatorie per mancanza di fondi. “L’incertezza dei finanziamenti ottenuti e il blocco di somme su cui gli agricoltori siciliani pensavano di poter far conto aggrava ancor di più lo stato di crisi in cui versano molti imprenditori e lavoratori agricoli”.
Il deputato di Area popolare Nino Minardo ha presentato una proposta di legge per la tutela dei grani antichi e per salvaguardare i produttori al fine di agevolare la loro attività. ”Mettere un punto fermo al fine di salvaguardare i grani antichi della Sicilia, che rappresentano un’eccellente prodotto di qualità. Le varietà di grani antichi, inoltre, mantengono un rapporto più equilibrato tra presenza di amido e presenza di glutine, contenendo una percentuale minore di questa proteina di cui tanto si discute; grani adatti a tutti i tipi di preparazione e sono ottimi anche da integrare nella alimentazione dei bambini. Una produzione però a forte rischio a causa delle speculazioni delle multinazionali che hanno fatto crollare il prezzo del grano duro attraverso una concorrenza dei Paese extra Ue che producono un grano di bassa qualità a costi minori e a volte spacciato per made in Italy“. Previsti, nella proposta di legge, contributi e l’obbligo, con sanzioni in caso di inosservanza, di etichettare la produzione di grano duro sul prodotto che viene commercializzato.
“Per assicurare – continua il parlamentare – ai consumatori una corretta informazione nella proposta di legge è chiaramente specificato il fatto che costituisce reato porre in vendita o mettere in commercio farine di grano duro non raffinate o integre e i prodotti da esse derivati, non etichettati in conformità alle disposizioni presenti nella proposta di legge da me presentata, reato punibile con una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.300 euro a 9.000 euro. Pertanto la proposta di legge rappresenta un passo avanti rilevante che nel contempo si traduce nella possibilità di aiutare la cerealicoltura di qualità“, conclude Minardo (nella foto).
Intanto in mattinata sono scattati nuovi soccorsi per un allevatore di Cesarò che da due giorni è bloccato in un casolare sui Nebrodi per l’abbondante neve caduta. Nella missione di recupero sono impegnati militari del soccorso alpino della Guardia di Finanza di Nicolosi e appartenenti alla Forestale regionale di Cesarò. Come segnalato da Coldiretti sono molte le aziende siciliane rimaste isolate a causa della neve: gli animali non possono essere sfamati, né, quelli che producono latte, possono essere munti. Proprio a Cesarò, nel primo pomeriggio, è stata riaperta la strada statale 289, tra San Fratello e San Teodoro. Lo rende noto l’Anas, sottolineando che permane la chiusura parziali, delle statali 113 ‘Settentrionale Sicula’ (dal km 7 al km 13) nel territorio comunale di Messina; e 185 ‘Di Sella Mandrazzi’ (dal km 22 al km 40), tra Novara di Sicilia e Francavilla di Sicilia in provincia di Messina.