Seppur se ne parli meno, non significa che la situazione sia migliorata o che l’attenzione sia stata deviata altrove. L’annoso e rovente tema dei bilanci degli Enti locali siciliani non conosce momenti di pausa. La grave condizione e le difficoltà quotidiane dei Comuni nell’Isola, dalle strade provinciali alle scuole fino all’approvazione dei bilanci di previsione, restano sotto i riflettori dell’Assemblea regionale.
Gli incontri all’Ars e l’audizione in II Commissione
Tra le audizioni in corso nella giornata di martedì, una in particolare si è svolta in II Commissione Bilancio, guidata da Dario Daidone. Incontri che hanno tenuto banco e dove Anci Sicilia e i sei presidenti dei Liberi Consorzi comunali, Giuseppe Pendolino (Agrigento), Walter Tesauro (Caltanissetta), Piero Capizzi (Enna), Maria Rita Schembari (Ragusa), Michelangelo Giansiracusa (Siracusa) e Salvatore Quinci (Trapani) hanno messo in luce tutte le criticità urgenti da dover affrontare. Assente per motivi personali l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino.
Al centro del dibattito le modifiche statutarie dei Liberi Consorzi, ma anche temi quali la dotazione organica degli enti, i trasferimenti delle risorse finanziarie da parte della Regione soprattutto in merito alla gestione delle strade e delle scuole, la gestione dei rifiuti speciali e di quanto necessario per garantire servizi più efficienti ai cittadini e la necessità di modifiche all’attuale legislazione relativa all’applicazione della L. 15/2015.

“Anci ci ha chiesto di essere ascoltata su quei temi che attanagliano i Comuni soprattutto in prospettiva di effettuare variazioni di bilancio. Si è parlato dei Comuni, ma anche di normative, soprattutto a livello nazionale, su questioni di bilancio ordinario per le quali cercheremo di intervenire gradualmente“. Ha spiegato il presidente della II Commissione Daidone. “I presidenti dei sei Liberi Consorzi hanno evidenziato una serie di problematiche e chiesto condizioni adeguate per poter lavorare al meglio possibile. Continueremo nelle prossime settimane a trattare il tema del sistema regionale degli Enti locali ed eventuali variazioni di bilancio. Inviteremo in Commissione anche i tre presidenti delle Città Metropolitane (Palermo, Catania e Messina) per analizzare la situazione economica in cui versano“.
Le criticità del presente e l’incognita sul futuro
Le interlocuzioni proseguiranno dunque anche nelle prossime settimane. La materia, del resto, è una vera e propria patata bollente. A stretto giro si guarda già ai possibili sostegni da inserire all’interno della prossima variazione di bilancio, che ormai ha le ore contate, considerando che il testo dovrebbe essere già al vaglio di Sala d’Ercole più o meno a metà luglio. Da questo punto di vista, il presidente della II Commissione ha precisato come ad ogni intervento non siano mancati gli strumenti finanziari a sostegno agli Enti locali. Dunque, una piccola mano potrebbe già concretizzarsi tra meno di un mese.
L’ultima boccata di ossigeno, per citare uno degli ultimi interventi, è arrivata nel quadro del decreto dirigenziale generale n. 263 del 22 maggio 2025. Notizia di qualche girono fa è l’autorizzazione della Regione all’assessorato alle Autonomie Locali per l’emissione dei mandati per l’erogazione delle quote destinate agli investimenti comunali per l’anno 2025. Si tratta di un fondo da 115 milioni di euro ai Comuni e finalizzato all’attuazione delle politiche regionali finalizzate alla crescita e alla modernizzazione delle realtà municipali.
Oltre i sostegni di natura economico-finanziaria, un cambiamento radicale va al contempo intrapreso sia da un punto di vista legislativo quanto culturale. Proprio da questi due aspetti hanno origine i problemi intrinsechi degli Enti locali siciliani. Scarso e poco qualificato personale negli Enti, mancate riscossioni dei tributi e una contabilità armonizzata che negli anni non ha fatto altro che peggiorare la situazione, sono solo alcuni dei sintomi. Campanellini d’allarme che diventano assordanti al momento dell’approvazione dei bilanci di previsione, per i quali la Sicilia è maglia nera. Solo il 32% dei Comuni nell’Isola è in regola, ben al di sotto della media nazionale all’82%. Un divario netto che evidenzia criticità strutturali, profonde e complesse.
Nuovi stimoli legislativi si attendono sia a livello nazionale, per cercare di risolvere e contrastare problematiche che mettono in ginocchio non solo la Sicilia, ma un po’ tutto il Sud Italia, ma anche a livello regionale, dove la riforma degli Enti locali è attesa ormai da anni. A metà aprile è terminato l’iter tra le Commissioni ed è stato incardinato in aula. Ad oggi è ancora appesa al palo e i tempi potrebbero ancora dilatarsi.