Settore che da sempre fa i conti con ataviche storture correlate ai tempi elefantiaci della burocrazia e reduce da stagioni già complicate, l’edilizia privata a Palermo in questo momento sta facendo i conti con i sanguinosi effetti collaterali causati dal lockdown, pagando un dazio eguale se non addirittura maggiore rispetto a quelli di altri segmenti d’economia.
Nel capoluogo regionale si è assistito negli ultimi anni ad una progressiva e consistente diminuzione dei fatturati e della forza lavoro. Solamente nel primo semestre del 2019 si è registrata la chiusura di duecento imprese e la diminuzione del numero di operai che ammonta a 1227 unità. Un ciclo vizioso che nel 2020 sembra destinato purtroppo a confermarsi senza inversioni di tendenze.
Massimiliano Miconi, presidente di ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili, ndr) Palermo e vice-presidente di ANCE Sicilia ha tracciato un quadro impietoso della situazione: “Dopo la fine del lockdown che ha bloccato drammaticamente tutto la situazione dell’edilizia è rimasta tale – ha spiegato – la ripresa non c’è stata. Ancora oggi c’è una paralisi e ritardi che riscontriamo ogni giorno. Gli sforzi della Regione e in particolare dell’assessore alle Infrastrutture Falcone sono lodevoli, si sta cercando di fare il possibile. L’imbuto – ha proseguito – continua a essere la burocrazia e i ritardi che la stessa burocrazia, unita al lockdown per l’emergenza sanitaria, hanno inesorabilmente provocato. Il contraltare rispetto a questa situazione di paralisi e delle conseguenze devastanti che questa ha avuto è il grande lavoro che stiamo facendo a livello di associazione per mettere a regime le misure di eco, sisma e super bonus e le altre misure di riqualificazione urbana, che speriamo possano dare un grande input al settore”.
In merito alle misure di riqualificazione urbana come l’ecobonus Miconi, pur riconoscendone le potenzialità ha evidenziato come queste non siano immuni dal farraginoso ingranaggio burocratico: “Gli uffici non hanno mai avuto un accelerazione, si sono assommati ritardi a causa del blocco. Il centro studi dell’ANCE ha calcolato che ci vogliono 36 adempimenti burocratici per avviare le operazioni eco e sisma bonus e quindi l’imbuto che terrorizza il settore resta questo. I ritardi più quei passaggi che una burocrazia snella affronterebbe oggi con una certa celerità. Purtroppo questi ritardi -ha concluso Miconi – fanno presagire una partenza a rilento anche di questa misura”.
Senza un significativo alleggerimento delle tempistiche burocratiche ,necessario per il settore a prescindere dal Covid e a maggior ragione dopo i divieti d’assembramento ad esso correlati lo scenario potrebbe, nonostante la virtuosità dei provvedimenti presi per l’edilizia e gli sforzi che si stanno profluendo in tal senso, presentare perdite ancora più sostanziose di quelle già significative degli ultimi anni.