E ci risiamo. Proprio nelle ultime ore, neanche un giorno dopo dall’inaugurazione di “Gesti scolpiti”, la David di Jago è tornata sotto i riflettori di Meta. L’opera, infatti, era stata già censurata dai social appena qualche settimana fa. In quell’occasione si trattava di un video promozionale, nel quale annunciava l’esposizione della sua ultima opera al Teatro Antico di Taormina.
Questa mattina l’artista si è visto censurare, ancora una volta, il suo profilo a causa del post dedicato alla serata di ieri, nella quale, inevitabilmente, veniva presentata e mostrata la David, esposta proprio nella parte più alta dell’anfiteatro.
“Nel primo caso mi veniva contestata la nudità dell’opera – ha spiega Jago –, in questo caso invece non vengono fornite spiegazioni al blocco del profilo da parte di chi non è già follower. Si tratta ancora una volta di un vero e proprio danno visto che si trattava di un video promozionale della mostra. Quindi non si sta censurando soltanto un’opera, cosa di per sè assurda, ma un’intera esposizione è iniziativa culturale sulla quale tutti abbiamo investito molto e che, per ragioni sconosciute, viene oscurata nonostante non infranga le linee guide di Meta“.
La provocazione
“Armato” di nastro adesivo, Jago si è fatto spazio tra i visitatori del Teatro Antico e ha “coperto” le nudità della sua opera, per poi “tapparle” anche la bocca. È questa la provocazione lanciata dall’artista dopo l’ennesima “censura” da parte di Meta ai suoi contenuti social con protagonista La David, divenuta ormai la scultura della discordia e della bagarre tra l’artista e la società di Mark Zuckerberg.
Jago così ha deciso di “autocensurare” la sua ultima opera. Occhiali e cappellino nero, Jago si è intrufolato tra i turisti e ha cominciato a srotolare il nastro adesivo mentre in molti, ignari della sua identità, hanno cominciato a filmarlo minacciandolo di pubblicare la cosa sui social, credendolo un vandalo. Un paio di turiste tedesche lo hanno anche redarguito, salvo poi stringergli la mano una volta chiarita l’identità e il motivo del gesto.
A finire sotto la tagliola dell’algoritmo di Meta, oggi, è stato un post con cui Jago ringraziava la città per l’ospitalità e mostrava le opere presenti a ridosso dell’anfiteatro tra cui, per l’appunto, la David. Ancora una volta vengono contestati contenuti espliciti o di carattere sessuale, nonostante le linee guida consentano la pubblicazione di opere d’arte anche di nudo.
Il precedente
Insomma, come già ben noto non si tratta della prima volta. Qualche settimana fa, un episodio analogo, si era avverato con un video promozionale, nel quale Jago annunciava l’esposizione della sue opere al Teatro Antico, tra queste proprio la David. L’occhio vigile di Meta aveva contestato all’immagine contenuti espliciti o di carattere sessuale. La storia si è così ripetuta.
Proprio nella serata di ieri, nel corso dell’inaugurazione (CLICCA QUI), lo sculture aveva ripreso l’argomento, ironizzandoci anche su: “Ci occupiamo di comunicazione. Il valore dell’arte dovrebbe essere quello di riuscire ad intercettare l’attenzione di chi ci si pone davanti ad un certo punto. Non ci siamo mai vergognati di mettere in mostra quelle che erano le nostre idee. Le abbiamo concepite, le abbiamo tradotte, le abbiamo date una forma e abbiamo utilizzato i mezzi che avevamo a disposizione, che sono quelli che molti di voi adesso hanno in mano e stanno utilizzando per fare raccontare una presenza. Quando ho preso il primo dispositivo mobile ho iniziato ad utilizzarlo come parte del processo creativo, non era un’appendice, era parte integrante della creazione. Per me è sempre stato paradossale, e continua ad esserlo, immaginare di dover censurare un pensiero che è volto alla condivisione per rispettare delle linee guida che non hanno nulla a che vedere con la verità di quel messaggio che ho in testa. Il tema era quello del capezzolo, cioè io sono contento che l’intelligenza artificiale non riesca a capire la differenza tra un capezzolo vero e un capezzolo di marmo, perché vuol dire che l’ho fatto bene. Bisogna riderci sopra queste cose, ma prendiamole anche sul serio perché ci sono professionisti del settore e giornalisti che invece sono impegnati in un certo tipo di condivisione, di analisi e di racconto della realtà di questa contemporaneità alla quale tutti partecipiamo e non ci possiamo astenere dal vedere perché siamo letteralmente bombardati tutti dalle informazioni. Le immagini possono essere pesanti come le bombe e quindi, dato che i social sono frequentati anche da bambini, bisogna esercitare un senso di responsabilità quando si hanno nelle mani dei mezzi e si decide di scrivere una cosa“.
L’opera
Dopo aver compiuto un viaggio simbolico intorno al mondo, a fianco della nave scuola Amerigo Vespucci, la David approda a Taormina, portando con sé il peso di una narrazione epica e contemporanea. Jago attinge all’iconografia classica e alla tradizione dei grandi maestri, reinterpretando in chiave moderna il mito di Davide e Golia, per raccontare una storia diversa, ma sempre pregna di coraggio e rivalsa. L’iconografia è riconoscibile nella postura della figura femminile, che richiama il celebre David di Michelangelo, nella fionda e nella pietra che stringe tra le mani. Il progetto della David nasce nel 2021 con un primo bozzetto in argilla realizzato a mano. Da quell’immagine iniziale sono nate diverse versioni in argilla e gesso, fino ad arrivare al modello attuale, tradotto in bronzo attraverso l’antica tecnica della fusione a cera persa. La versione definitiva, scolpita in marmo di Carrara e alta oltre 4 metri, rappresenta la pietra miliare del percorso artistico di Jago, impegnandolo in una vera e propria.