Tutti la vogliono. Nessuno la vota. Perché, anche volendo, l’atto necessario allo scopo non è nemmeno all’ordine del giorno del Consiglio comunale. Stiamo parlando della nuova convenzione sullo stadio Renzo Barbera di Palermo. Una vicenda che vede protagonisti la società rosanero, l’Amministrazione guidata da Roberto Lagalla e il Consiglio Comunale. Dopo mesi di intense trattative, la delibera definitiva non c’è ancora. Gli attori protagonisti la danno praticamente per fatta, quasi come se fosse all’ultimo miglio, ma in realtà di passaggi propedeutici da espletare, ce ne sono ancora tanti. E alcuni andranno fatti in Consiglio comunale.
E già qui si potrebbe aprire un capitolo importante di questa storia visto che, da settimane, Sala Martorana fatica ad aprire i lavori per le assenze che hanno regnato soprattutto nella maggioranza (CLICCA QUI). Vicenda prevalentemente dettata dalle dispute che continuano a riguardare il rimpasto delle commissioni consiliari.
In tutto questo marasma, l’opinione pubblica si chiede: quali sono i tempi per votare questo atto, ritenuto fondamentale per un vero rilancio dell’impianto di viale del Fante? Una domanda che ad oggi non ha risposta. In compenso, di quesiti ne sono stati posti tanti. Alcuni di merito, altri politici. Fatto che ha portato dei rallentamenti e, con essi, le critiche dei tifosi. Le stesse, in alcuni casi, hanno investito consiglieri che hanno avuto la sola colpa di voler migliorare la futura convenzione. Ma come nelle storie delle pellicole cinematografiche, chi parte da una posizione minoritaria può finire per avere un ruolo da protagonista.
L’emendamento di “Oso” che potrebbe salvare la convenzione
Chi ha provato ad alzare un dito per porre una domanda è quasi passato per nemico del popolo. Anche se aveva le migliori intenzioni. Ne sanno qualcosa Ugo Forello e Giulia Argiroffi. Gli esponenti di “Oso”, fin dalle prime fasi della redazione della bozza di convenzione, hanno provato a cesellare alcune spigolature del documento, in particolare sul progetto dei futuri lavori da condurre nell’impianto e sulle aree accessorie chieste dalla società rosanero. Quesiti che, anche per una cattiva gestione dell’informazione, sono stati mal digeriti dal popolo rosanero.
Proprio Forello e Argiroffi, però, hanno notato un’incongruenza all’interno del piano delle alienazioni. Un atto propedeutico al bilancio di previsione ma dal quale, in un certo senso, potrebbe dipendere il futuro della redigenda convenzione. Il motivo è presto detto. La delibera in questione disciplina i beni di proprietà del Comune che possono essere venduti, affittati o costituire altro diritto reale. Un elenco nel quale non c’era l’ex Pallone di Italia ’90, uno di quei beni al centro della bozza della convenzione (CLICCA QUI). Un vero guaio, almeno potenzialmente, ma a sanare la situazione sono stati proprio i due esponenti di “Oso”, passando così agli occhi dei tifosi dal ruolo di villain a quelli di eroi.
Forello e Argiroffi: “Convenzione occasione troppo preziosa per essere persa”
“Abbiamo depositato un emendamento, condiviso con tutta l’opposizione, perché la struttura del Pallone venga inserita tra le quelle che l’amministrazione può affidare a privati, passaggio necessario per potere procedere alla definizione della concessione dello stadio comunale Barbera al Palermo Calcio – sottolineano Forello e Argiroffi -. Questa concessione è infatti una occasione troppo preziosa per la nostra città e che comprenda anche le aree limitrofe e il Pallone di Italia ‘90 la rende ancora di più una occasione irrinunciabile. Siamo orgogliosi di potere dare il nostro contributo e rimaniamo in attesa di ricevere in aula l’atto per completare l’iter il prima possibile“. A volte guardare gli atti con attenzione porta a qualche beneficio. Rimane da capire cosa deciderà di fare sulla questione il Consiglio Comunale. La stessa assemblea cittadina che a parole vuole votare l’atto ma che nella giornata di ieri non è riuscita ad aprire i lavori (per l’ennesima volta) per mancanza del numero legale.
Le polemiche sulla mancata presenza allo stadio del sindaco Lagalla
Del tritacarne mediatico sa qualcosa anche il sindaco Roberto Lagalla, finito sotto attacco a causa della sua mancata presenza allo stadio in occasione di Palermo-Brescia. Che il primo cittadino sia un assiduo frequentatore dell’impianto non è di certo un mistero, ma è chiaro che il ruolo istituzionale, a volte, impone sacrifici. Una rondine non fa primavera. Ed è per questo, forse, che il sindaco si è spazientito di fronte alle parole rivolte dall’ad del Palermo Calcio Giovanni Gardini sul caso convenzione. Fonti d’aula parlano di un primo cittadino “indispettito”, soprattutto dopo l’impegno profuso negli ultimi mesi visto che, prima dell’affidamento di inizio anno a Brigida Alaimo, la delega al Patrimonio era nelle sue mani. Alcune gole profonde di Sala Martorana hanno parlato, addirittura, di alcune interlocuzioni con gli uffici dell’Avvocatura Comunale. Ipotesi nettamente smentita dall’ufficio stampa del sindaco.
Tutti contro il presidente del Consiglio
Non c’è due senza tre. Il terzo ad essere finito vittima della caccia all’uomo mediatica è Giulio Tantillo. Il presidente del Consiglio Comunale, a più riprese, ha cercato di abbassare i toni sulla delibera, la quale peraltro non è nemmeno all’ordine del giorno del Consiglio Comunale. Ma sono gli stessi esponenti d’aula a chiedere di fare presto. Prima le opposizioni e poi la maggioranza. E proprio dai banchi del centrodestra ha subito un pesante fuoco amico. Prima da parte dei cinque capigruppo di maggioranza (Milazzo, Bonanno, Chinnici, Figuccia e Zacco) e poi addirittura da un pezzo da 90 di Fratelli d’Italia come Carolina Varchi (CLICCA QUI).
Insomma, un inizio di settimana campale per il presidente del Consiglio Comunale, il quale arriva dal difficile weekend della settimana scorsa. Momento nel quale lo stesso centrodestra ha approvato, senza di lui, la modifica al regolamento con la quale sostanzialmente sbloccava il rimpasto delle commissioni. Una di quelle motivazioni politiche che ha ritardato l’iter di diversi atti. A cominciare dal bilancio. Insomma, gli appelli sono stati tanti. Sentiti. Di cuore. Ma la verità, che a volte fa male, è che anche se volesse Giulio Tantillo non potrebbe fare proprio nulla visto che, ad oggi, la delibera non è all’ordine del giorno del Consiglio comunale.
Il punto di vista di Tantillo
Elemento che ha provato a spiegare, ai microfoni de ilSicilia.it, l’esponente di Forza Italia. “La delibera, che al momento non c’è, dovrà essere portata in Consiglio comunale, poi dovrà essere inviata alle Commissioni. I tempi sono quelli e non li sto inventando io – ha dichiarato Tantillo, rispondendo all’attacco frontale dei capigruppo di maggioranza nei suoi confronti –. Intanto c’è il bilancio in aula, poi sarà la volta della convenzione, salvo che qualcuno non mi dica ‘accantoniamo il bilancio e facciamo quello“.
Insomma, tutti vogliono votare la convenzione. Quale non si sa. Forse questo sarà più chiaro nei prossimi giorni, quando gli assessori coinvolti (Alaimo e Anello in testa) riusciranno a convertire in una delibera quella che da settimane rimane una bozza.
Il rischio è che il mostro dei social, il quale ha già fagocitato le prime vittime della caccia all’uomo, finisca per divorarsi tutto. Più che rosa come il dolce, la nuova convenzione rischia di diventare nera come l’amaro.