Ancora nessuna dirittura d’arrivo per i Consorzi di bonifica nonostante la discussione all’Ars della Finanziaria, a quanto pare bisogna aspettare. Dato il via libera alla quarta “manovrina” all’Ars, Sala d’Ercole ha approvato il disegno di legge che ha stanziato oltre 600 milioni di euro di finanziamenti diretti principalmente all’emergenza siccità, al sostegno alle attività produttive e all’agricoltura. Per la III commissione all’Ars è certamente un momento cruciale.
Una discussione e il voto sull’articolo 11 (2,1 milioni di euro per i comuni colpiti dagli effetti della cenere vulcanica) e sull’articolo 12, ovvero lo stanziamento straordinario da 5 milioni di euro al consorzio di bonifica di Siracusa e 1,5 milioni di euro da assegnare in generale ai Consorzi di Bonifica per consentire la definizione delle progettazioni di opere ed interventi con finalità irrigue (articolo 13). Dieci milioni e mezzo sono stati poi assegnati “per la realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria di opere idriche da eseguire con urgenza per fronteggiare la carenza idrica, salvaguardare gli allevamenti zootecnici, le produzioni delle imprese agricole e garantire sufficienti volumi d’acqua per l’irrigazione delle colture, anche per interventi in favore dei Consorzi di bonifica” (articolo 14).
Incardinati il bilancio di previsione e ddl di stabilità, con giorni infuocati e dai ritmi incessanti per l’Assemblea Regionale Siciliana che tenta di approvare la manovra entro il 28 dicembre, si è deciso di accantonare le risorse destinata ai Consorzi di bonifica che saranno messe a disposizione nel momento in cui si farà la riforma.
Il presidente Schifani e la commissione Attività produttive hanno deciso di aggiungere alle risorse già presenti, 700 mila euro sulla Finanziaria per raggiungere il 50% della copertura mancante dello scorso anno per la stabilizzazione del personale. Il resto avverrà all’approvazione della riforma.
A proposito il presidente dalla commissione Attività produttive Gaspare Vitrano, “si tratta del provvedimento più atteso, una legge necessaria e di cui si parla ormai da anni“. Un provvedimento che dovrebbe vedere la luce a breve, tra i nodi più delicati da sciogliere c’è quello del personale. La speranza è che la riforma possa dare negli anni una spinta in più a un settore come quello agricolo afflitto dalla crisi idrica e dall’emergenza siccità.
“Spero che entro l’anno potremmo mettere mano all’approvazione della legge in aula. Credo che sia un problema che non possiamo più rimandare perché la situazione è veramente grave”.
“Capisco chi ha detto in aula che la cosa più semplice sarebbe mettere i lavoratori in liquidazione, ma vorrei ricordare che non possiamo mandare tutti a casa. Con la riforma abbiamo visto ogni tipo di garanzia occupazionale per i lavoratori che avranno tutti il posto di lavoro, che nessuno verrà penalizzato o sacrificato e questo è già un punto importantissimo“.
Sulla riforma l’assemblea ne discute da circa 30 anni. Si tratta di un argomento complesso e difficile e che porta dietro situazioni gravose e pesanti, “bisognava mettere a sistemazione una serie di cose. Adesso non è più rimandabile“.
Quest’anno, più degli altri, si sono riscontrati grandi difficoltà, interi territori che non hanno avuto la possibilità di irrigazione e di approvvigionamento. Sono ancora tanti i nodi da sciogliere, uno tra tanti è quello del transito del personale dai vecchi ai nuovi consorzi, l’argomento più dibattuto.
Una necessità che preme in primis sul garantire ai lavoratori il posto di lavoro.
“La commissione ha fatto un lavoro eccezionale ascoltando tutti, una riforma proposta dall’assessorato all’agricoltura ma è diventata la riforma della commissione perché tutti i partiti ci siamo ampiamente confrontati e misurati punto per punto e alla fine abbiamo cercato di individuare la soluzione migliore per il rilancio dei consorzi, la tutela dei lavoratori e degli agricoltori”. Ma alla fine a subire gli effetti importanti di questo “carrozzone” sono i lavoratori e i consorzi. “A pensare a una categoria significa trascurare l’altra“.
“A questo aggiungo che abbiamo bisogno di un ammodernamento importantissimo per le infrastrutture e un anno di siccità come questo ci ha messo a nudo, con tutte quelle che sono le conseguenti criticità“.