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La Sais della famiglia Scelfo, l’impero del trasporto su gomma e l’ultimo ‘giro di corsa’

martedì 12 Novembre 2019

Un fiume di soldi viaggia per le autostrade siciliane attraverso i pullman della famiglia Scelfo. Stiamo parlando della Sais, la maggiore compagnia di autotrasporti della Sicilia. Decine di milioni di euro all’anno arrivano nelle casse della family di Enna. Ma potrebbe essere l’ultimo giro di corsa economicamente parlando. Entro il 3 dicembre dovrebbero scadere gli affidamenti provvisori del trasporto pubblico regionale e locale normati da un “regolamento Comunitario”.

Secondo il Governo, in vista dell’importante scadenza fissata dal Legislatore comunitario, “non è possibile procedere con la proroga della durata delle concessioni già in essere”. L’ormai imminente data farà da spartiacque nel sistema di aggiudicazione di contratti di servizio pubblico di trasporto per ferrovia o su strada, “così come previsto dal Regolamento 1370/2007”.

Così, il Consiglio dei ministri con una delibera, a quanto pare, ha deciso di impugnare la legge regionale siciliana 13/2019. Il trasporto su gomma è come se fosse un’autostrada a due corsie differenti tra loro. La prima formata da Sais e dalle altre ditte private, che con le sue linee connettono le città importanti della Sicilia ed anche qualche aeroporto;  insieme alle società che ha in organico, la Regione Siciliana stanza ‘soldoni’ alla ditta della famiglia Scelfo che sta nella top list in merito a finanziamenti.

D’altra parte della carreggiata ci sta l’Ast (azienda siciliana trasporti) società che tratta per lo più linee suburbane e la cui situazione economica non sarebbe delle più rosee. Dal 2007  le concessioni della Regione con tantissime aziende che gestiscono autolinee si trasformano in contratti di servizio. Sembrerebbe che le società siano tenute a presentare un programma a inizio attività e poi a dichiarare un consuntivo corse e chilometri. Sulla base di queste dichiarazioni dei beneficiari vengono concessi i contributi (un euro a km).

Oggi l’impero della Sais è diviso in tre parti. Ad Alessandro Scelfo, cavaliere del lavoro, farebbero riferimento la Etna Trasporti, la Segesta, la Sicilbus e la Interbus e Buscenter. Alla sorella Francesca Scelfo Graffagnini fa capo la Sais Autolinee, A Giovanna Mammana e Samuela Scelfo, vedova e figlia di Leonida Scelfo, appartiene un terzo gruppo che comprende Sais Trasporti, Giamporcaro e Gallo.

La società di trasporti nasce nel 1926 come “I.A.S.” a Enna su iniziativa dall’ingegnere Antonio Scelfo.

Stefania Campo

Come volevasi dimostrare il Governo nazionale ha impugnato l’ennesima proroga chiesta dalla Regione Siciliana per l’applicazione del piano di trasporto pubblico locale. Falcone e Musumeci in pratica si sono accodati ai loro predecessori tentando di estendere per altri 36 mesi l’oligopolio del settore del trasporto locale lasciando tutto in mano alle stesse famiglie che da anni gestiscono il servizio e senza avviare nuove gare. Per fortuna il Governo Conte ha impugnato la norma regionale ma l’obiettivo di Musumeci è stato centrato in parte, ovvero perdere ancora tempo”. A denunciarlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo a proposito dell’impugnazione da parte del consiglio dei Ministri della recente norma regionale che autorizzava l’ennesima proroga nel trasporto pubblico locale.

Ancora una volta – spiega Stefania Campo – il presidente Musumeci non riesce a dare risposte concrete, nemmeno a questo settore economico e strategico regionale. È datata 10 ottobre 2018 una nostra interrogazione in merito all’indizione dei bandi per l’affidamento delle concessioni regionali alle aziende di trasporto pubblico locale. Un atto, il nostro, che intendeva mettere in risalto come fosse arrivato, oramai, il tempo di bloccare il meccanismo delle proroghe infinite, che si susseguono da decenni sempre alle stesse aziende di autolinee, sparse in tutta la Sicilia ma che, in buona parte, sono gestite, guarda caso, da una sorta di oligopolio da parte di pochi soggetti economici”.

Con quell’atto parlamentare – spiega ancora la deputata – chiedevamo in sostanza all’assessorato alle Infrastrutture a che punto fossero arrivate le attività propedeutiche, e vincolanti, alla stesura delle gare, visto che un preciso regolamento Comunitario obbliga la Regione ad adeguarsi alla normativa comunitaria entro il 3 dicembre 2019 e quindi, ad espletare procedure concorsuali finalmente aperte ad una concorrenza libera e trasparente. A quella interrogazione fu data sia una generica risposta orale in Aula da parte dell’Assessore Falcone che una risposta scritta degli uffici, altrettanto vaga, con cui si assicurava, in tempi brevi, l’avvio delle attività amministrative in maniera da rispettare il termine, appunto, fissato a livello europeo. E, invece, senza pudore a luglio scorso, in occasione del collegato, cosiddetto “Finanziaria bis”, è stato approvato dalla maggioranza di Musumeci un emendamento che prorogava, per l’ennesima volta, di ben 36 mesi le concessioni alle attuali aziende di autolinee. Quindi, proroghe su proroghe ancora una volta. Per fortuna è appena intervenuto il governo centrale a porre fine alla deregulation tutta siciliana. Musumeci e Falcone non hanno più scuse. I pendolari siciliani ringrazieranno”.

Ma la deputata del movimento 5 stelle non si ferma qui:

Il Governo Musumeci, in questa delicatissima fase, aumenta il budget del contributo economico che ruota attorno al trasporto pubblico locale e che vale già più di 150 milioni. Nell’assestamento di bilancio Musumeci ne aggiunge, addirittura, altri 6 al fondo originario, ma è evidente che non basta ampliare tale capitolo per far funzionare il servizio, anzi. Occorre aggiustare tutte le storture che hanno caratterizzato il TPL negli anni, basti pensare che in Sicilia le aziende che gestiscono in affidamento determinate tratte, non sono mai state selezionate per bando pubblicoma quando si è deciso di tagliare negli scorsi anni, lo si è fatto in maniera esclusivamente lineare e solo sulle cosiddette tratte ‘sociali”,

 

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