Oggi andiamo nella Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, sede della parrocchia di San Nicolò dei Greci, più nota come “la Martorana“, alla scoperta del rito bizantino e della sua Settimana Santa (Java e Madhe) che, ricca di tantissimi appuntamenti, culmina con la Domenica di Pasqua (Pashkët). La Pasqua è il più grande avvenimento del calendario bizantino e in essa, infatti, trova giustificazione tutto il discorso escatologico e ogni motivo di speranza, come canta il famoso inno del Christòs Anesti, “Cristo è risorto”, che risuona alla mezzanotte del Sabato Santo.
Le celebrazioni si aprono venerdì 23 marzo, alle 17, con la Proiasmena, Liturgia dei Presantificati, in cui centrale è il canto Lazeri, il canto di Lazzaro.
Il 25 marzo, alle 11, si festeggia la Domenica delle Palme, (Rromollidhet), con il rito della benedizione delle palme e dei rami d’ulivo, che sono distribuiti ai fedeli. L’Archimandrita Papàs Antonino Paratore apre la processione per poi celebrare la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo che, forma abbreviata rispetto a quella di san Basilio Magno, discende anch’essa dalla più antica divina liturgia di San Giacomo di Gerusalemme, che tradizionalmente è attribuita a Giacomo il Giusto, primo vescovo di Gerusalemme.
Il 26 e il 28 (Lunedì e Mercoledì Santo), alle 8,30, si ha il Mattutino del Nimfios, Ufficio dello Sposo, in quanto si celebrano le mistiche nozze di Cristo con l’umanità, per restituirle la veste perduta senza la quale non è possibile entrare nel talamo del Signore. Sempre il 28, alle 17, l’Ufficio dell’olio dei Malati.
Il 29 marzo (Giovedì Santo), alle 10, Vespro e Divina Liturgia di San Basilio Magno e, alle 17, Ufficiature delle Sante e Immacolate Sofferenze.
Il 30 marzo (Venerdì Santo), alle 10, ora IX Vespro della Deposizione e, alle 17, Mattutino del Santo e Grande Sabato Epitafios, sepolcro vuoto, un grande panno, ricamato e spesso riccamente ornato,che viene utilizzato durante la Liturgia.
Il 31 marzo (Sabato Santo), alle 10, Vespro e Divina Liturgia di San Basilio Magno e, alle 22,30, Mattutino e Divina Liturgia. Con i ceri accesi ci si avvia in corteo verso il sagrato della Chiesa. La porta è chiusa e il Papàs intima alle potenze oscure di non ostacolare l’ingresso del corteo. Dall’interno giungono voci che rappresentano tali potenze, ma siccome la forza di Dio è più grande, la porta si spalanca. È a quel punto che il Cristo risorge e il corteo entra al’interno, intonando il Christòs Anesti (Cristo è risorto), canto liturgico di festa che accomuna gli ortodossi e tutto l’oriente cristiano.
Il primo Aprile (Domenica di Pasqua), alle 11, Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo che culmina nell’invocazione del Christòs Anesti (“Cristo è risorto”) alla quale chi si ha di fronte deve rispondere con Alithòs Anesti (“è veramente risorto”); formula che si ripeterà nei giorni seguenti.
Chiudiamo con “Cristòs Anesti, Alithòs Anesti”, “Krishti u Ngjall, Verteta u Ngjall” e “Cristo è Risorto, Veramente è Risorto”.