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La norma

La Sicilia apre la strada al ‘social freezing’, un contributo per preservare la fertilità femminile: il M5S deposita il ddl all’Ars

venerdì 31 Ottobre 2025

Un aiuto concreto per le donne che scelgono di rinviare la maternità senza rinunciare alla possibilità di diventare madri in futuro. È questo l’obiettivo del nuovo disegno di legge presentato dal M5S all’Assemblea Regionale Siciliana, a firma della deputata Cristina Ciminnisi, che ha lavorato al testo con Martina Ardizzone, quando questa era ancora deputata 5 Stelle a Sala d’Ercole. Un ddl  che introduce un contributo economico per la crioconservazione degli ovociti, la tecnica nota come social freezing.

Di cosa si tratta? Il social freezing è una tecnica che può essere richiesta dalle donne che intendono programmare una gravidanza in futuro e che, in presenza di adeguate condizioni mediche, desiderano aumentare le probabilità di successo in un momento successivo della vita, evitando difficoltà di concepimento dovute alla fisiologica riduzione della fertilità.

Siamo ormai abituate a un governo di centrodestra che si riempie la bocca di ‘politiche per la famiglia’, ma nella realtà lascia le donne sole a fare conti impossibili tra carriera e maternità. Con questo disegno di legge introduciamo, invece, una misura concreta e innovativa, ispirata anche a esperienze già avviate in altre regioni italiane, come la Puglia, che ha previsto un sostegno economico alla crioconservazione degli ovociti per motivi sociali“.

Queste le parole di Cristina Ciminnisi, deputata regionale del M5S all’Ars.

È tempo che anche la Sicilia dia alle donne strumenti reali per decidere quando diventare madri, conciliando libertà personale e realizzazione professionale. Non si tratta di un incentivo alla maternità tardiva, ma di un atto di responsabilità: uno strumento che risponde alle preoccupazioni legate al tempo della fertilità e che consente alle donne di compiere scelte consapevoli, libere e serene“.

La proposta nasce da una preoccupazione sempre più urgente, ovvero il calo demografico che sta svuotando la Sicilia, con un progressivo invecchiamento della popolazione e un’emigrazione giovanile che non accenna a fermarsi.

Essere donna oggi  significa dover affrontare ostacoli sociali, economici e culturali che condizionano profondamente ogni scelta di vita e, inevitabilmente, anche quella di diventare madre“, aggiunge Martina Ardizzone.

Una scelta che viene sempre più rimandata, in attesa di condizioni di vita più stabili e sicure. Questo è uno dei principali fattori che incidono sul calo delle nascite nel nostro Paese, una vera e propria sfida del secolo, che chiama la politica a una riflessione seria e responsabile. Servono politiche che diano alle donne strumenti concreti di autodeterminazione. Il disegno di legge sul social freezing nasce da questa consapevolezza: dare alle donne la possibilità di preservare la propria fertilità non è un privilegio, ma una misura di equità e di libertà“.

I dati Istat parlano chiaro, raccontano di un calo delle nascite del 2,6% nel 2024 rispetto all’anno precedente e addirittura del 6,3% nel periodo gennaio-luglio 2025, rispetto allo stesso arco temporale del 2024. Le nascite diminuiscono, l’età media cresce, e le coppie fanno figli sempre più tardi. In questo quadro, la fertilità femminile, naturalmente destinata a ridursi con l’età, diventa un nodo cruciale anche dal punto di vista sociale ed economico.

Il disegno di legge intende riconoscere e tutelare il diritto alla genitorialità, offrendo alle donne residenti in Sicilia la possibilità di preservare la propria fertilità attraverso la crioconservazione degli ovociti. Non si tratta di un obbligo né di un incentivo alla maternità immediata, ma di un modo per permettere a chi lo desidera di posticipare la gravidanza per ragioni personali, professionali o di salute, mantenendo la libertà di scelta e il controllo sul proprio percorso di vita.

Chi può accedere al contributo

La norma prevede che possano accedere al beneficio le donne di età compresa tra i 27 e i 40 anni, residenti in Sicilia da almeno un anno e con un Isee non superiore a 30.000 euro. Un criterio pensato per garantire equità di accesso, favorendo le fasce più esposte a difficoltà economiche.

Il contributo, erogabile una sola volta nella vita, potrà arrivare fino a un massimo di 3.000 euro. Sarà destinato a coprire i costi reali della procedura di crioconservazione degli ovociti, comprese le spese mediche legate al prelievo e ai primi due anni di conservazione, ma con l’esclusione delle spese farmaceutiche.

Potranno accedere alla misura sia i centri pubblici sia quelli privati autorizzati dal Ministero della Salute e iscritti al registro nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita.

La gestione dei fondi e la pubblicazione degli avvisi saranno affidate alle aziende sanitarie provinciali, che compileranno graduatorie basate sull’Isee, dando priorità alle candidate con reddito più basso. In caso di parità, prevarrà l’età maggiore e, come ultimo criterio, l’ordine cronologico di presentazione della domanda.

Un progetto sperimentale

L’intervento avrà carattere sperimentale. Per ciascuno degli esercizi finanziari 2026 e 2027 è prevista una dotazione di 300.000 euro, che servirà ad avviare una prima fase di implementazione e monitoraggio. Un banco di prova per valutare l’impatto reale della misura e la possibilità di estenderla negli anni successivi.

La Regione Siciliana presenta così un’iniziativa inedita nel panorama italiano, unendo politiche di welfare e sostegno alla natalità a un’idea di libertà riproduttiva più moderna, capace di coniugare diritti, dignità e scelte personali.

La Sicilia prova a muovere un passo in più, piccolo, sperimentale, ma concreto, nella direzione di un welfare che guarda anche al futuro biologico e sociale delle nuove generazioni.

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