Lasciate ogni speranza voi neo mamme che avete intenzione di lavorare, soprattutto se abitate in Sicilia. L’Isola, infatti, è l’ultima regione d’Italia per offerta di servizi e assistenza in grado di consentire alle donne che hanno figli piccoli di conciliare la vita familiare con gli impegni professionali ed il tempo libero. E’ quanto emerge dal Rapporto di Save The Children “Le equilibriste: la maternità tra ostacoli e visioni di futuro” sulla condizione materna in Italia, diffuso oggi, alla vigilia della Festa della Mamma.
A pesare non sono soltanto la carenza di asili nido pubblici, del tempo pieno nelle scuole … ma anche alcuni fattori socio economici come: la disparità di trattamento economico tra uomini e donne, che rende quest’ultime più vulnerabili; la differenza occupazionale tra maschi e femmine, visto che il tasso di occupazione femminile è sensibilmente inferiore rispetto a quello maschile; il maggiore carico di incombenze familiari a cui sono sottoposte le mamme rispetto ai papà; le difficoltà relative all’ottenimento di forme contrattuali flessibili ed innovative come quella del “lavoro agile”.
Indicatori di una società che ha ancora molta strada da fare per raggiungere la piena parità tra i sessi.
Le valutazioni svolte evidenziano come “la scelta di diventare madre nel nostro Paese – si legge nel documento – possa pregiudicare la condizione sociale, professionale ed economica di una donna a seconda della regione nella quale viene messo al mondo un figlio”. Questo vale in modo particolare per la Sicilia dove si rileva il peggiore sistema di welfare per le mamme e i bambini. L’Isola si piazza all’ultimo posto della classifica regionale.
Un record negativo che si inquadra nello squilibrio generale tra Nord e Sud del Paese. Sono, infatti, le regioni del Settentrione ad occupare le prime posizioni della classifica. Sul podio il Trentino Alto Adige, che anche quest’anno si conferma regione “mother friendly”. Seguono la Valle d’Aosta (2°), l’Emilia-Romagna (3°), la Lombardia (4°) ed il Piemonte (5°).
Le peggiori performance, dopo la Sicilia, sono state registrate in Calabria (19°), Puglia (18°), Campania (17°) e Basilicata (16°).
“La condizione delle madri in Italia è ancora critica. Il divario tra Nord e Sud è drammatico e inaccettabile. Ed in ogni caso, anche nelle regioni del Nord, siamo ancora lontani da un modello virtuoso che renda la maternità una risorsa piuttosto che un impedimento. Serve un impegno collettivo delle istituzioni e di tutti i soggetti coinvolti per permettere alle mamme di vivere la gioia della maternità senza rinunciare alla propria vita professionale e sociale”, dice Raffaela Milano Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti.