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I dati

La Sicilia su due fronti: i “Comuni ricicloni” vincono sulle grandi città per la gestione dei rifiuti

giovedì 21 Marzo 2024
foto di repertorio

Significativo il progressivo miglioramento della gestione del ciclo integrato dei rifiuti da parte dei comuni siciliani, grazie all’impegno delle amministrazioni e dei singoli cittadini.

Questo è quanto viene fuori dal rapporto “Comuni ricicloni 2023” di Legambiente. Sono sempre più in crescita in Sicilia, infatti, i comuni capaci di superare l’obiettivo di legge del 65%, piccoli comuni che fanno la differenza, vincendo sui centri più grandi che invece continuano ad arrancare. Sono 274 in tutto, ovvero 61 in più rispetto all’anno precedente e che rappresentano circa il 70% dei comuni con oltre 2 milioni e 300 mila residenti.

Un grande balzo in avanti che ha riguardato per esempio Longi, a Messina, con il 92,83%, Marsala (Trapani) la quinta città siciliana con i suoi 80.000 abitanti e il 78% di raccolta differenziata, o Ragusa e Agrigento con il 70,5%, e Enna e Trapani che superano il 65%.

In questa classifica rientrano anche, per la prima volta, il Comune di Mazara del Vallo, sopra i 50.000 abitanti, con 57 kg abitante e 87,3% di raccolta differenziata, e sempre di più comuni di medie dimensioni come MonrealeSan Giuseppe Jato. Si può affermare quindi che si tratta di un ottimo segnale che evidenzia da un lato la necessità di ridurre significativamente la produzione di rifiuti indifferenziati, intervenendo innanzitutto sulla gerarchia dei rifiuti, e dall’altro migliorando anche la qualità della raccolta stessa della differenziata. Complessivamente la raccolta differenziata in Sicilia nel 2022 si attesta al 53,34% (era il 48,7% nel 2021) superando quindi per la prima volta il 50%.

Palermo però è tra quei capoluoghi che rimane il fanalino di coda, nel 2022 attesta il 16%. Messina, invece, è la città che registra il miglior incremento percentuale, oltre 10 punti, da quando nel maggio 2021 ha esteso il porta a porta in tutta la città. Per quanto riguarda Catania, qui si tocca il 26% con delle prospettive di miglioramento grazie al potenziamento del porta a porta.

Sono 80 i comuni definiti “rifiuti free, ovvero quelli premiati da Legambiente dove la produzione di scarti indifferenziati resta entro i 75 kg per abitante all’anno, sfuggendo in questo modo alle cicliche crisi dovute all’esaurimento delle discariche. E’ una Sicilia a due velocità, quindi. Da una parte piccoli comuni che continuano a crescere e dall’altra “grandi” città che soffrono ancora una gestione del servizio che non è puntale ed efficace.

Gli obiettivi per il 2030 risultano essere più sfidanti e selettivi e spingono sempre di più verso il recupero di materia, sia a valle che a monte. Non basterà più raggiungere il 65% di raccolta differenziata.

Per molti comuni sarà un impegno che richiederà una rimodulazione dei servizi di raccolta che dovranno essere sempre più puntuali ed efficaci, a partire dalla implementazione del porta a porta che favorisca sempre di più la raccolta monomateriale, l’introduzione della tariffa puntuale, la promozione dei prodotti sfusi e del vuoto a rendere, la realizzazione i centri del riuso e di preparazione al riutilizzo.

La regione dovrà sostenere l’impegno dei Comuni attraverso interventi concreti sui temi della gestione dei rifiuti e dell’economia circolare. A partire dalle modifiche puntuali da apportare della legge 9 del 2010, che prevedano la riduzione del Srr a 5 e la trasformazione in consorzi pubblici, l’eliminazione dei 280 Aro, riportando le competenze agli ambiti ottimali, e l’adeguamento degli obiettivi ai target di riciclo previsti dalla normativa europea e nazionale“, si legge nel Dossier di Legambiente Sicilia.

Allo stesso tempo è necessario che la regione non perda più tempo nel definire le procedure amministrative per accelerare e semplificare le procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti industriali per il riciclo, quelli attualmente in istruttoria alla regione e quelli che saranno finanziati dai fondi del Pnrr e che dovranno giocoforza concludersi entro il 2026“.

La Sicilia può liberarsi dai rifiuti e avviarsi verso l’economia circolare realizzando impianti a servizio della raccolta differenziata e del riciclo. La Sicilia nei prossimi mesi dovrebbe beneficiare di più di 700 milioni di euro che saranno destinati all’avvio di decine di cantieri con l’obiettivo di ottimizzare il sistema e migliorare la qualità della raccolta differenziata, anche nelle città metropolitane, e di recuperare il gap infrastrutturale della rete impiantistica per la gestione del riciclo integrato dei rifiuti.

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