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Quando una delle sue foto piu’ celebri – la ragazza col pallone – viene esposta dietro la bara, la folla applaude. Sul feretro due mazzi di fiori di campo “quelli che piacevano a lei”, dice la figlia Shobba, fotografa come sua madre Letizia Battaglia, donna libera che ha raccontato miserie, grandezze, dolori e speranze di Palermo, morta la scorsa notte.
Accanto a Shobba, nella camera ardente allestita a Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo, c’e’ il sindaco Leoluca Orlando, l’amico di una vita che l’aveva voluta nella sua giunta. Decine le persone arrivate a rendere omaggio a Letizia Battaglia che domani, dopo l’ultimo saluto, verra’ cremata. E’ stata lei stessa a chiederlo, come e’ stata lei a chiedere che le sue ceneri siano disperse nel mare che tanto amava. “Deve essere una grande festa, come lei avrebbe voluto”, dice Shobba. “Sia una festa”, e’ anche l’invito di Leoluca Orlando.
Shobba le e’ stata accanto fino alla fine e ha esaudito il suo ultimo desiderio: essere fotografata nel tornante conclusivo della sua vita. “Se ci sono le foto di quando sono nata ci devono essere quelle di quando sono morta. Devi raccontare la mia malattia e il mio trapasso”, ha chiesto alla figlia. Trasgressiva, controcorrente, capace di cogliere anche la bellezza della morte, lei che ha fotografato e raccontato gli omicidi di mafia, gli anni bui di Palermo, “ora – aggiunge Shobba – e’ la mamma di tutti. E’ libera e vive nei ricordi di tutti. Per questo faremo una grande festa”.
Decine i messaggi di cordoglio: politici, il ministro della Cultura Franceschini, il presidente della Camera Fico, compagni di tante battaglie, amici. “Classificarla come una fotografa di mafia – dice Orlando – e’ riduttivo. Lei ha mantenuto una grande umanita’ davanti ai volti di feroci criminali e, con i suoi scatti, ha accompagnato questa citta’ nel cammino di liberazione da Cosa nostra anche con il suo l’impegno di assessore e di parlamentare regionale. La sua vita e’ stata un continuo richiamo a rendere tutto visibile“.
“Con Letizia Battaglia se ne va una poetessa. L’unica capace di raccontare, senza dover cercare inutili rime, una Palermo di speranza e disperata”, ricorda Claudio Fava, deputato regionale, scrittore ed esponente di quell’antimafia tanto vicina alla fotoreporter. “Senza Letizia e le sue fotografie che hanno impedito di volgere altrove lo sguardo, la storia di Palermo, della Sicilia, ma anche del nostro Paese sarebbero piu’ povere e incomplete“, scrive don Ciotti, fondatore di Libera. A
renderle omaggio c’e’ anche un anziano collega, Gigi Petyx. “Quando arrivo’ lei, unica donna fotografa in redazione, e io incrociai il suo sguardo, capii subito che con la sua tenacia e i suoi occhi, avrebbe fatto grandi cose. Ciao Letizia“, dice commosso.