In termini calcistici, si direbbe che il sindaco di Palermo stia provando a fare pressing sul consiglio comunale, che ha tempo fino al 30 maggio per approvare il bilancio.
Dopo la proroga concessa, che ha spostato la scadenza di un mese, i tempi restano stretti e i passi obbligati. Il problema, però, è che in questo momento i tentativi di Lagalla non stanno portando i frutti sperati. Ne è una prova il ritiro di due proposte di delibera illustrate dal vicesindaco Carolina Varchi. Anche per placare le polemiche sulla sua assenza in aula dovuta al suo incarico come deputata a Roma, l’esponente di Fratelli d’Italia si è presentata a Palazzo delle Aquile e dopo aver ascoltato gli interventi delle opposizioni ha deciso di fare un passo indietro sull’imposta di soggiorno e sull’addizionale sui diritti portuali, dopo due giorni di discussioni in sala delle Lapidi.
Non basta, dunque, la convocazione del consiglio comunale ogni giorno per tutta la settimana, se alla fine è l’amministrazione stessa a farsi autogol.
Intanto, per liberare risorse, Lagalla ha bisogno dell’approvazione del bilancio, su cui pesa poi il parere dei revisori dei conti. La proposta di delibera non è ancora pronta e ci vorrà ancora un po’ prima della discussione in aula. Per accelerare le procedure il più possibile, nel frattempo, sala delle Lapidi aveva iniziato ad approvare atti propedeutici, anche non obbligatori come il piano delle alienazioni. Ma in sospeso ci sono situazioni ben più sostanziose da risolvere, come il contenzioso di oltre 100 milioni con Amat, la partecipata che gestisce il trasposto pubblico della città. Per non parlare del raddoppio dell’indennità per i consiglieri, che si era tentato di far passare a dicembre insieme all’approvazione del bilancio 2022-2024.
Da un lato, Lagalla sta provando a trovare il regista che imposti il gioco e faccia da tramite tra Villa Niscemi e Palazzo delle Aquile, smussando criticità potenziali e problemi reali. Allo stesso modo, il governatore siciliano Renato Schifani ha affidato in un primo momento a Roberto Di Mauro, assessore regionale all’Energia e ai rifiuti, il ruolo di cerniera con i gruppi parlamentari di maggioranza. E ha trovato nel presidente dell’Ars Gaetano Galvagno una sponda necessaria per fronteggiare la traversata in parlamento. Il recente dl stralcio, fermo per l’esame della commissione Bilancio, è il più recente banco di prova per verificare quanto sia collaudato ancora “l’asset” in questione.
Nessuno si salva da solo. Se ogni squadra si appoggia su uno o due top player, i risultati arrivano solo con un gruppo coeso. Ogni assemblea, dunque, è sempre funzionale alla maggioranza che la sostiene, anche e soprattutto per i documenti finanziari, senza i quali nessuna amministrazione può agire.