Lali Panchulidze, presidente dell’associazione ACIGEA, giovane donna esponente della millenaria dinastia reale Bagrationi della Georgia.
«La sicilianità è una identità specifica, ricca, forte, orgogliosa, scenica, generosa e persino orientaleggiante come quella georgiana. Federico II di Svevia è stato un faro di civiltà, intelligenza e giusto livello di tolleranza.»
Ciao Lali, benvenuta e grazie per la tua disponibilità. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori che non ti conoscono ancora?
“Semplicemente Lali Panchulidze, orgogliosa donna georgiana, amante della cultura e della moda, quindi dell’Italia“.
Chi è per gli italiani Lali Panchulidze?
“Non saprei… Bisognerebbe chiederlo a loro… Certo sono tutti affascinati dalla meravigliosa e misteriosa terra che rappresento“.
Chi è, invece, Lali Panchulidze nella sua attività di Presidente dell’Associazione internazionale ACIGEA? Di cosa si occupa questa importante associazione e quali sono i suoi fini statutari e sociali?
“ACIGEA si occupa di cultura, di organizzazione di viaggi turistici in Georgia, della promozione del vino georgiano, di organizzazione di spettacoli tradizionali (danze e musiche). Siamo anche punto di riferimento per la comunità religiosa ortodossa e per i giovani studenti e laureati georgiani in Italia, e per questo devo ringraziare Maya Bubashvili ed Erekle Shildeli“.
Quali sono le attività che ha già realizzato in Italia?
“In questi anni abbiamo promosso diverse iniziative: spettacoli, mostre d’arte, conferenze, presentazioni di libri, incontri enogastronomici“.
Quali invece quelle in programma e in progettazione per i prossimi mesi?
“Abbiamo un pacchetto viaggio in Georgia, eventi culturali e religiosi sono previsti in Piemonte, a Genova e a Bari. Poi stiamo sviluppando una collaborazione internazionale con il Parlamento Europeo, sia per tutelare ed integrare gli immigrati georgiani, che per sostenere l’entrata della nostra patria Georgia nella Unione Europea”.
Come nasce la tua passione per l’Italia, per le sue tradizioni e per la sua antichissima cultura?
“La mia famiglia ha sempre avuto una forte cultura identitaria e cosmopolita. Siamo profondamenti legati alle nostre specificità ma ammiriamo le meraviglie del mondo. Io ho assorbito questi concetti poi ho approfondito a scuola e all’università, infine i viaggi“.
Il questi ultimi anni la comunità internazionale sta vivendo grandissimi cambiamenti sociali e culturali, e sembra che la pace tra i popoli di diversa estrazione culturale e politica possa essere messa in discussione, se non compromessa. Cosa si può fare secondo te per migliorare in futuro questa situazione? E cosa fa la tua Associazione che di fatto tra i suoi scopi sociali ha proprio la Pace?
“Noi sosteniamo che la pace è possibile solo nel rispetto delle reciproche differenti storie e identità, e non con la imposizione di una sull’altra e nemmeno sull’appiattimento di tutti fatta dal liberalismo capitalista mondialista che vuole eliminare ogni differenza culturale, religiosa, etnica e persino sessuale, per trasformarci tutti in grigi autonomi consumatori. Noi vogliamo tutelare tutte le differenze e che queste possano civilmente convivere in pace ed armonia“.
Tu Lali fai parte di una delle più antiche e nobili famiglie della Georgia. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi, i punti di forza e di debolezza se vogliamo, che hai riscontrato lavorando e vivendo buona parte del tuo tempo nel mondo occidentale, e in Italia in particolare, quale portatrice di questa tua fortissima identità culturale e famigliare?
“La nobiltà della mia famiglia (patrizi bizantini, nobili georgiani e conti russi) è essenzialmente fedeltà alla terra ed alla religione dei nostri padri, alla patria Caucaso, alla Ortodossia cristiana, ed alla nostra millenaria dinasta reale Bagrationi. Il comunismo sovietico ci ha impoverito economicamente ma abbiamo sempre mantenuto questa fedeltà, una buona cultura, una rigida educazione ed i nostri storici legami internazionali“.
Quali sono state le tue più belle esperienze professionali in Italia, e perché proprio quelle? Cosa ha significato per te essere una nobile donna libera delle sue scelte?
“Io la mia libertà me la sono sempre guadagnata lavorando, fin da ragazzina, anche facendo lavoretti semplici ed umili, ma sempre onesti ed eseguiti con dedizione. Ho studiato, mi sono laureata, ho viaggiato molto, mi sono occupata di moda e di lusso. Mi piace fare quello che faccio ora, ovvero occuparmi di relazioni pubbliche, istituzionali e promozionali, guardando alla sempre maggiore internazionalizzazione delle imprese ma anche dei professionisti, ed a tutti i relativi risvolti legali. Sono grata all’avvocato Renato Maturo che, in tal senso, mi ha dato l’opportunità di collaborare con il suo importante studio legale“.
Io, Lali, sono di Palermo. Saprai benissimo che la Sicilia è sempre stata, e lo è tutt’oggi, un’isola importantissima nello scacchiere del Mediterraneo, sia dal punto di vista culturale e artistico che politico. Non a caso, negli ultimi due mila e cinquecento anni ha avuto oltre sedici dominazioni. Una delle più importanti fu quella normanna che portò il Regno di Sicilia ad essere uno degli Stati più potenti e ricchi dell’Occidente, in particolare durante il regno di Federico II di Svevia che si caratterizzò principalmente per le grandissime innovazioni artistiche, culturali, ma anche politiche e legislative, tutte finalizzate ad unificare i popoli e le terre diverse tra loro, e a favorire la pace. Dal tuo punti di vista e dalla tua storia, personale e familiare, cosa pensi di tutto questo? Come è vista la Sicilia oggi dalla Georgia e dai paesi euroasiatici che si affacciano con grande interesse sull’Occidente e sul Mediterraneo in particolare? Cosa si può recuperare oggi, dal tuo punto di vista, dalla storia e dalle vicende socio-politiche di Federico II di Svevia?
“Conosco la Sicilia che è un po’ come la Georgia del Mediterraneo, terra ricca di storia e di natura, contesa fra vari popoli, luogo di scontro, confronto e sintesi. E la sicilianità è una identità specifica, ricca, forte, orgogliosa, scenica, generosa e persino orientaleggiante come quella georgiana. Federico di Svevia, imperatore siculo germanico affascinato dall’Oriente, è un faro di civiltà, intelligenza e giusto livello di tolleranza“.
Charles Bukowski, grandissimo poeta e scrittore del Novecento, artista tanto geniale quanto dissacratore, in una bella intervista del 1967 disse… «A cosa serve l’Arte se non ad aiutare gli uomini a vivere?» (Intervista a Michael Perkins, Charles Bukowski: the Angry Poet, “In New York”, New York, vol 1, n. 17, 1967, pp. 15-18). Tu sei anche una donna di grande cultura e una grande appassionata di arte in tutte le sue declinazioni. Cosa ne pensi delle parole di Bukowski? Secondo te a cosa serve l’Arte nelle sue varie forme, nella scrittura, nelle arti visive, nella danza, nella musica, nella scultura, nel cinema?
“Premetto che Bukowski non rientra nei miei riferimenti classici letterari, tantomeno filosofici, ma devo ammettere la provocatoria grandezza di questo “artista maledetto” che, in realtà, spesso si richiama alla tradizione contro il conformismo borghese americano. Concordo certamente sulla cultura e sull’arte come massima forma di ricerca del bello, del superiore, del senso della vita, argomenti che uniscono l’umanità intera. Certo ci sarebbe molto da discutere sulla spontaneità e qualità del mercato globale dell’arte contemporanea, in mano ad una ristretta lobby di critici USA che determinano il successo di uno o l’altro artista, solo in funzione degli interessi economici personali. Sinceramente, nei soliti circuiti, vedo in giro tanta spazzatura venduta a peso d’oro ad arricchiti, ignoranti e senza gusto, che, per moda e vezzo, fanno la fortuna di tanti mercanti senza scrupoli. In giro, per fortuna, ci sono anche tanti veri talenti artistici, soprattutto giovani ed identitari, che andrebbero invece sostenuti e valorizzati“.
Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti in Italia? A cosa stai lavorando e dove potranno seguirti i nostri lettori?
“Fra i vari progetti, sicuramente quello artistico internazionale di Eurasiart è il più affascinante: una riscoperta delle diverse identità tradizionali e locali, reinterpretate in chiave contemporanea e futurista, confrontate fra loro, creando armoniose nuove sintesi e sinergie, nuova arte che crea nuova musica, danza e filosofia di vita…“